La sottosegretaria croata agli Interni Gras: «Non vogliamo essere i “graniciari” del Duemila. Rispettiamo le leggi»

Terezija Gras: «Tante accuse, ma ben poche prove. Abbiamo investito molte risorse e possiamo diventare un modello»

Giovanni Vale

ZAGABRIA Dal 2017 Terezija Gras è sottosegretaria agli Interni con delega agli Affari europei e internazionali. Assieme alla lettone Aija Kalnaja e all’olandese Hans Leijtens, figura peraltro tra i candidati alla guida dell’agenzia Frontex, dopo le dimissioni lo scorso aprile del francese Fabrice Leggeri, sotto inchiesta da parte dell’Ufficio europeo anti-frode (Olaf). La decisione verrà presa il 20 dicembre.

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A gennaio la Croazia entrerà in Schengen e zona euro. Cosa significa per il Paese?

Erano i due obiettivi strategici di questo governo e abbiamo lavorato molto per arrivarci. Entriamo nell’area di libera circolazione più grande al mondo e questo faciliterà gli spostamenti dei nostri cittadini e dei visitatori che vengono nel nostro Paese, con conseguenze positive sull’economia. Si apre una serie di nuove opportunità per la Croazia.

La frontiera esterna croata è vasta. Difficile controllarla?

Abbiamo investito molto nel controllo delle frontiere fin da quando abbiamo fatto domanda di adesione all’Ue. Geograficamente e storicamente ci troviamo tra occidente e oriente e abbiamo una tradizione nella protezione delle frontiere. Abbiamo investito nella formazione degli agenti, installato molte telecamere, comprato veicoli, equipaggiamento per i poliziotti… Oggi possiamo dire che proteggiamo in modo molto efficace le nostre frontiere.

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È davvero necessario radere al suolo il bosco per sorvegliare il confine?

Non è ecocidio. Noi ascoltiamo i pareri degli esperti e dei nostri agenti che lavorano ogni giorno in ambienti difficili da controllare. Il disboscamento poi è fatto di comune accordo con le autorità locali e con l’agenzia pubblica che gestisce le foreste croate.

Ha menzionato l’esperienza storica della Croazia. I poliziotti croati sono i nuovi graničari?

No. La Croazia non ha mai costruito muri o barriere anti-migranti. I nostri vicini hanno una prospettiva europea e noi li sosteniamo pienamente. Vogliamo che entrino nell’Ue e nell’area Schengen.

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Ci sono state molte accuse di violazioni di diritti umani alle frontiere della Croazia, Amnesty International ha parlato di casi di tortura…

Tante accuse ma poche prove. La polizia croata è tenuta a impedire ogni attraversamento illegale delle nostre frontiere. Ciò è spesso presentato come violazione della legge, ma non è così. Dopodiché, vista l’ampiezza della nostra frontiera esterna, siamo coscienti che possono esserci errori individuali. Perciò abbiamo avviato un sistema di controllo indipendente sull’attività dei poliziotti. Penso che la Croazia possa essere un modello in Europa.

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