Gli Its colmano i buchi sulla strada della AI

Gli Istituti tecnologici superiori creano un ponte diretto tra scuola e lavoro, formando tecnici specializzati e richiesti dalle imprese

Alberto Zanatta

Se l’Europa non colma il divario che la separa da altri paesi nella adozione delle tecnologie legate all’intelligenza artificiale si prospetta un futuro di stagnazione. La priorità adesso è quella di avere professionisti competenti in un arco di tempo breve, brevissimo.

Stando alle previsioni di Unioncamere, tra il 2024 e il 2028 saranno necessari 920 mila nuovi professionisti per gestire e implementare tecnologie come cybersecurity, cloud computing e big data. Ma sarà l’intelligenza artificiale, in particolare, quella destinata a trasformare radicalmente il mondo del lavoro.

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(foto Ansa)

Il 20,2% delle aziende con più di 50 dipendenti ha infatti già iniziato a usare tecnologie AI, l’11,3% per le applicazioni “core”. Questo trend aprirà nuove opportunità, ma richiederà anche formazione specifica per utilizzare questi strumenti al meglio e non perdere terreno da Usa e Cina.

Gli ITS, Istituti tecnologici superiori, percorsi biennali post diploma nascono proprio per rispondere in maniera specifica a questa esigenza di mercato. Sono importanti perché creano un ponte diretto tra scuola e lavoro, formando tecnici altamente specializzati e richiesti dalle imprese, con tassi di occupazione oltre l’80% entro un anno dal diploma.

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Il 92% degli studenti, una volta finito il ciclo di studi, trova lavoro in un settore perfettamente coerente con il proprio percorso formativo. Questi numeri evidenziano come gli ITS offrano una formazione pratica e innovativa, allineata alle esigenze del mercato, grazie alla stretta collaborazione con le aziende che co-progettano i corsi e ospitano gli stage.

In queste strutture vengono formate figure professionali con skill specifiche, colmando il “mismatch” tra domanda e offerta, rispondendo di fatto alle necessità che impone il mercato. Gli ITS formano professionisti per i settori principali come il digitale ma anche meccanica, sostenibilità e agroalimentare, rispondendo a precise sfide tecnologiche e ambientali.

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Per restare a nordest quasi 50mila aziende venete che operano nel comparto ict e digital transformation possono essere potenzialmente interessate ai nostri diplomati. A queste però vanno aggiunte tutte le imprese di altri settori merceologici che stanno affrontando complessi processi di riorganizzazione digitale. L’offerta formativa viene riprogettata annualmente sulla base dei trend ed esigenze del mercato del lavoro garantendo placement rapido.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha recentemente annunciato uno stanziamento di 265 milioni di euro nel triennio destinato agli ITS. All’impegno del Governo va associato però anche quello delle imprese che possono e devono fare la propria parte, come dimostrato recentemente da un gruppo di imprenditori del Veneto che si sono uniti finanziando un percorso formativo specifico per formare con il supporto di ITS Digital Academy “Mario Volpato” professionisti “pronti all’uso”. Perché Investire sugli ITS significa investire su un asset strategico per la sopravvivenza e la crescita del sistema paese ed è quindi importante che ognuno dia il proprio contributo.

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