La riscossa sulla IA inizia a scuola

L’intelligenza artificiale è già il presente, ma noi europei non siamo protagonisti. Una modesta, ingenua proposta per iniziare: imparare insieme, studenti e insegnanti, in aula

Marco Panara
Mario Draghi
Mario Draghi

Inaugurando il 163° anno accademico del Politecnico di Milano Mario Draghi ha detto, anzi ripetuto, poiché la necessità per l’Europa di colmare il divario tecnologico con Stati Uniti e Cina è vitale per il suo futuro ed è da mesi al centro dei suoi interventi, che se non adottiamo l’intelligenza artificiale su larga scala siamo condannati alla stagnazione e all’impoverimento. Il vecchio continente è indietro, onusto di storia ma povero di futuro se non si deciderà a investire con determinazione per essere in prima fila nella tecnologia più pervasiva e trasformativa con la quale dobbiamo misurarci.

L’intelligenza artificiale è già il presente, ma noi europei non siamo protagonisti, siamo gregari, e non la utilizziamo abbastanza e non ancora nel modo giusto. L’Europa si deve svegliare, ricerca, imprese, istituzioni sono chiamate a muoversi, ma intanto qualcosa possiamo cominciare a farla, dai banchi di scuola.

I ragazzi la utilizzano, a volte per aiutarsi nei compiti, ma come? Anche gli insegnanti la utilizzano, non ancora molti forse, ma dovranno abituarsi perché la loro inestimabile funzione può uscirne migliorata e più efficace. Il problema è che dobbiamo imparare a farlo ed è difficile trovare chi ce lo insegni, non sappiamo bene come si forma, i formatori innanzitutto, ad utilizzare al meglio questo strumento. Una modesta, ingenua proposta per iniziare: imparare insieme, studenti e insegnanti, in aula.

Oggi utilizziamo l’intelligenza artificiale per avere informazioni, per ordinarle, per scrivere bozze di testi. È l’utilizzo di base, quello che ci appare più semplice, utilizzi più sofisticati emergeranno, in parte sono già emersi, per fare esprimere a questa tecnologia le sue immense potenzialità. Ma la scuola può intanto cominciare a fare i conti con questo utilizzo essenziale, che è la base per quelli successivi.

I punti chiave per affrontare questo utilizzo base dell’intelligenza artificiale sono essenzialmente tre: porre le domande non modo più efficace, valutare criticamente le risposte, interagire efficacemente per ottenere il risultato migliore. Allora l’ingenua proposta è di cominciare da qui: domande, risposte, interazione. In classe. Decidere di dedicare regolarmente alcune ore di lezione affrontando l’argomento in programma con l’ausilio dell’intelligenza artificiale: l’insegnante indica la questione da affrontare, ogni studente pone il quesito a modo suo e ciascuno avrà la sua risposta. Poi tutti insieme si analizzano le domande e le risposte per capire quale domanda è stata la più efficace, quella che ha ottenuto la risposta più soddisfacente. A metà dell’anno scolastico insegnante e studenti avranno migliorato la loro capacità di porre domande adeguate. Fare domande è una chiave nella vita, imparare a farle nel modo giusto è una competenza preziosa, vale per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e nelle relazioni con gli altri, nel lavoro, per l’intera esistenza.

Altrettanto importante è valutare criticamente le risposte. L’insegnante conosce a fondo la materia, è in grado di valutare se le risposte dell’intelligenza artificiale sono corrette, esaustive, libere da pregiudizi. L’analisi insieme agli studenti delle risposte che l’intelligenza artificiale dà alle loro domande può aiutare gli studenti a capire se e fino a quale punto possono fidarsi, come devono procedere per accertare la correttezza delle fonti, se esistono più letture di uno stesso argomento, quali sono le ragioni di una interpretazione piuttosto che di un’altra. L’interazione, in terzo passaggio, può servire a questo, a verificare, ad approfondire, a centrare l’obiettivo. Leggere criticamente le risposte e andare a fondo nelle verifiche per arrivare a capire di più e meglio è, come imparare a porre le domande nel modo giusto, anch’essa una competenza importantissima, nel rapporto con l’intelligenza artificiale certo, ma soprattutto nella vita.

La scuola è una palestra per prepararci al ruolo di cittadini, di genitori, di amici, di lavoratori e l’intelligenza artificiale è uno strumento che può arricchire quella palestra e rendere più efficace l’allenamento. Molti insegnanti già faranno tutto ciò, sarebbe interessante e utile conoscere le loro esperienze. Stiamo tutti imparando, anche chi insegna, condividere le pratiche più efficaci può aiutare a diffonderle.

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