«Avete avuto coraggio»: la lettera di una prof agli studenti che hanno detto no all'orale di Maturità
Una docente con 35 anni di esperienza prende posizione sulla protesta degli studenti che hanno rifiutato l’orale alla Maturità. In una lettera dura e appassionata, denuncia l’Esame di Stato come “una farsa” e accusa la scuola di punire chi ha il coraggio di pensare con la propria testa

Pubblichiamo la lettera di Cristina Agazzi, una docente di Matematica e Fisica di un liceo mantovano, con 35 anni di esperienza, che con lucidità e amarezza denuncia le contraddizioni della scuola italiana, a partire dall’esame di Maturità.
Al centro della riflessione c’è il caso di Gianmaria Favaretto, liceale del Fermi di Padova, che ha deciso, in segno di protesta, di non sostenere l’orale di maturità: «Un colloquio ridotto a una farsa», secondo le parole dell’insegnante. «Avrebbe potuto uscire con 70 senza che nessuno sapesse nulla. Invece ha scelto di esporsi, e per questo verrà punito».
La professoressa parla di un sistema scolastico che premia chi tace, copia, si adatta, e penalizza chi prova a ragionare con la propria testa: «Tacere e ubbidire: è questo che si insegna. Chi esprime un pensiero viene sbeffeggiato, deriso, umiliato, ora anche sanzionato».
Non mancano critiche severe alla recente riforma del ministro Valditara, che – scrive – «abbassa i crediti per un normalissimo 8 in condotta e restituisce ‘autorità’ ai docenti colpendo gli studenti più fragili».
Ma il j’accuse non risparmia nemmeno le prassi consolidate dell’insegnamento: «La scuola è vecchia, nozionistica, ripetitiva. Si leggono sempre gli stessi libri, si fa lezione dettando appunti o leggendo a turno, mentre le prove d’esame diventano sempre più assurde e slegate dalla realtà».
E conclude con un’amara constatazione: «L’Italia è un Paese di vecchi e per vecchi, che mette a tacere i giovani, li lascia soli, li priva del futuro. E quando provano a protestare, li punisce».
Qui la lettera integrale inviata dalla professoressa
Questo scritto è già stato superato dal ministro che, oltre ad abbassare da quest'anno tutti i crediti per 8 in condotta ,voto normalissimo (basta un docente che spara note se gli si oppone...o anche senza note..), ora è pronto a punire chi , avendo già raggiunto il punteggio minimo, ci rimette di tasca propria per esprimere il disagio di tanti che non hanno coraggio di parlare.
Se questi ragazzi avessero fatto un orale penoso (cosa di cui dubito dato i bei voti agli scritti, che sono le uniche prove difficili e le più oggettive), si sarebbero portati via 8/10 punti, sarebbero usciti con 70 e nessuno avrebbe saputo nulla.
La gente preferisce chi non pensa, non sa nulla, copia, magari conosce in anticipo lo spunto, però tace. Va bene non rispettare le regole in privato, però fingendo di essere d'accordo in pubblico.
Tacere e ubbidire (e poi comportarsi anche male, purché non si sappia). Chi rispetta le regole e ci perde pur di esprimere un pensiero, viene sbeffeggiato, offeso, deriso, umiliato e ora anche punito.
Nessuno sa davvero niente di come funziona realmente questa farsa di Esame di Stato.
Se il ragazzo ha preso 17 in italiano, voto attribuito da un commissario esterno (quest'anno italiano era esterno allo scientifico), significa che ha meritato 8.5.: uno splendido voto! In certe commissioni è stato il massimo voto della classe. Inoltre 14 in matematica, conoscendo io bene la seconda prova dello scientifico, è un ottimo risultato.
Io quest'anno, da commissaria interna, con una classe brava, su 22 ragazzi ho dato 6 insufficienze, per cui 14 è un buon voto per il tipo di prova . Ho dato anche 20, 19, 18, 17, 16, 15..., ma sono forse troppo sincera e poi ho pianto tutto il weekend perché so che in tantissime commissioni si truccano i voti, specialmente di matematica, per non avere alla fine punteggi disastrosi e poi con la fretta di dover correggere tutto in poche ore non sono riuscita a riflettere.
Così, dopo aver fatto tantissimo lavoro coi ragazzi,mi sono trovata a maledire la mia mania di essere oggettiva e così rischiare di danneggiarli.
«Colloquio ridicolo»
Tornando al ragazzo, per come è ridicolo il colloquio, lui senza studiare quasi niente avrebbe tranquillamente preso minimo 10 punti uscendo con 70.
Nessuno sa come è adesso l'orale! Si dà ai ragazzi uno "spunto" (un' immagine, una frase, un disegno , un grafico) e loro dovrebbero collegare a questo tutte le materie nel modo che vogliono (cosa mai fatta nei 5 anni e in realtà ridicola e illogica, perché bisogna legare letteratura e chimica, economia aziendale e storia, meccanica e lingua).
E i docenti non possono "interrogare" , ma solo eventualmente dialogare molto brevemente su quello che ha scelto il ragazzo. Poi lui presenta il suo percorso PCTO ed è finito.
Chi si straccia le vesti dicendo che i ragazzi non hanno fatto l'orale perché non avevano studiato, non sa nulla di come funzionano le cose.
Inoltre i primi orali iniziano 2 giorni dopo gli scritti, quindi non avrebbe potuto fare chissà quali conti prima di sapere come era andato.

Chi pensa che i crediti accumulati siano troppo di aiuto non sa come sono difficili da ottenere e che per conquistarli non si può scappare dalla media matematica dei voti (tranne ora che, con la scellerata riforma Valditara, la media può essere abbassata anche di tantissimo solo per 8 in condotta, che in realtà è un voto normalissimo, “ma così si ridà "autorità" ai docenti”).
La scuola in gran parte è vecchia, nozionistica, ripetitiva , si leggono sempre gli stessi libri, si arriva sempre sia in letteratura che in storia allo stesso punto in cui arrivavo io che ho fatto maturità 40 anni fa, molti docenti fanno ancora leggere a turno il libro in classe o dettano i loro appunti o al massimo proiettano slide allegate ai testi (non fatte da loro).
Si scrive pochissimo (spesso si fanno test a crocette), si parla pochissimo, si accettano ripetizioni a memoria di nozioni appiccicate senza senso.
In matematica, fisica e chimica invece gli argomenti sono aumentati a dismisura ed è difficile riuscire a stare al passo con le richieste (tra l'altro contraddittorie e fumose) delle prove d'esame.
Naturalmente ci sono tantissime splendide eccezioni e nella mia scuola e nella mia commissione d'esame ne ho trovate di meravigliose.
Sicuramente io sbaglio moltissimo, ma prima di accusare sempre e solo i ragazzi mi faccio mille esami di coscienza e mi divorano mille sensi di colpa
Questi ragazzi hanno protestato nel modo in cui potevano, hanno dato visibilità alla loro opinione con la sola modalità con cui avrebbero potuto fare rumore, dato che i giovani non vengono mai ascoltati perché sono pochi e non portano voti.
La media dell'età in Italia è 50 anni, quindi i ragazzi dai 15 ai 25 anni sono una esigua e irrilevante minoranza che non interessa a nessuno partito.
L’Italia, Paese di vecchi e per vecchi
L'Italia è un Paese di vecchi e per vecchi, che mette a tacere i ragazzi che protestano o sbeffeggiandoli (vedi i seguaci di Greta Thunberg) o non facendo progetti economici o politici a lungo termine o adesso anche mettendo in carcere chi manifesta per l'ambiente.
Tanto ai vecchi cosa importa che tra 30 anni non si possa più vivere: basta che noi stiamo bene, con l'aria condizionata al massimo, inquinando, non pagando le tasse e dando la colpa sempre agli altri.
Io insegno da 35 anni e vedo ragazzi molto ansiosi e impauriti e senza sogni e speranze, spesso chiusi nel loro piccolo mondo perché li abbiamo convinti che tanto non cambierà mai niente e non ci importa se gli togliamo il futuro.
E anche se si unissero tutti (cosa che non fanno sicuramente), sarebbero ancora così pochi e ininfluenti che non ci provano nemmeno.
Quindi prima di dare giudizi moraleggianti, offensivi e superficiali su questo ragazzo, informiamoci e cerchiamo di capire.
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