San Silvestro con Natalino Balasso: «Parlerò anche di armi, AI e futuro»

Il comico e scrittore rodigino il 31 dicembre salirà sul palco del Palamazzalovo a Montebelluna con il suo spettacolo Speciale Capodanno. E a mezzanotte non mancherà il brindisi

Tommaso Miele
Natalino Balasso sul palco a Capodanno
Natalino Balasso sul palco a Capodanno

Accogliere il nuovo anno con un sorriso: l’appuntamento, tra risate e riflessioni, è per il 31 dicembre al Palamazzalovo di Montebelluna (dalle ore 22) con lo “Speciale Capodanno” di Natalino Balasso.

L’attore, comico e scrittore rodigino imbastirà un monologo ad hoc tra satira, sfottò, comicità pura e critica feroce verso i nuovi (dis)ordini mondiali: a rendere il tutto ancora più attinente alla serata il classico brindisi di mezzanotte con il pubblico e la musica degli Overlimits. Biglietti disponibili su zedlive.com, Ticketmaster e Ticketone.

Balasso animatore del veglione di Capodanno: cosa ci si può aspettare?

«Un monologo speciale contenente tutte le “mie cose”, diciamo, ovviamente rivolto alla serata particolare. Non un vero e proprio discorso di Capodanno, quello lo sto scrivendo, ma sarà diverso. Al di là dei classici temi a cui sono affezionato, come l’educazione impartita, le religioni e ciò che ci condiziona, non mancherà il mantra del momento: l’AI e la fuffa che la circonda. Ma mi divertirò a riflettere anche sulle relazioni tra individui, sui grandi capitali e sui capitalisti, sulle dominazioni e la grande attrazione degli uomini di potere per le armi».

Torniamo al teatro “classico”. Con “Giovanna dei disoccupati”, in questa fine d’anno, ha riletto Brecht in versione apocrifa. È una fotografia contemporanea?

«Direi che è un apocrifo completo, con una drammaturgia nuova, originale. L’ho immaginato come scritto da lui, se si guardasse intorno oggi: mi sono chiesto come avrebbe inserito alcuni dei suoi personaggi in questi tritacarne della modernità che si chiamano social. L’uomo e il pensiero stanno andando al macello, e i social sono i boia che uccidono il pensiero. Ci sono anche alcuni personaggi che ho inventato io e che si muovono all’interno del mondo del web, delle comunicazioni, del mondo iperconnesso della consegna delle merci; nello spettacolo si racconta del social più importante del mondo, Rapax, che nutre un mondo di squali contro cui si scontra Giovanna Darko, la speaker di una radio che crede nell’umanità interpretata da Marta Cortellazzo Wiel».

Da inizio dicembre sulla piattaforma Circolo Balasso è disponibile “Anouk”: che temi tocca il “controfilm” di Natale di quest’anno?

«Parla del doppio: racconta la storia di due gemelle, Anouk e Suzanne. Caratteri opposti, la dolce e la volitiva, che si compensano tuffandosi tra i flutti misteriosi che celano la morte dei genitori. È un lavoro avvolto dal mistero, e per l’appunto, anch’io non voglio svelare troppo».

Che rapporto ha con le festività?

«Con le feste in genere sono abbastanza impassibile, non mi lascio prendere dall’euforia. Anche da piccolo ero così: ricordo il giorno della mia cresima, tutti erano vestiti di bianco mentre io facevo il chierichetto, mi sentivo lì per lavorare. Questo atteggiamento è quello che ho ancora oggi: difatti il 31 dicembre lavoro».

È stato uno dei temi dominanti di quest’anno, e lo sarà nei prossimi; lei che rapporto ha con l’intelligenza artificiale?

«Ne parlerò mercoledì prossimo: sta soggiogando il pensiero. Ma alla base ci si dovrebbe chiedere: chi guadagna con l’AI? Bisogna sempre seguire le tracce lasciate dai soldi. Le intelligenze artificiali che utilizziamo nei nostri smartphone sono robetta, rispetto a chi ha accesso alla potenza totale di AI molto più evolute; le nostre facilitano qualche compito, ma poi? Io comunque un po’ di speranza ce l’ho: negli anni Ottanta arrivarono i campionatori musicali, e si pensava che il futuro della musica sarebbe stato solo “plasticoso”. Invece nel 2025 ci sono ancora ragazzi che vogliono imparare a suonare il violino, il pianoforte: il genere che abita il pianeta è imprevedibile.

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