Von der Leyen: «L'Europa rende la Croazia più forte e la Croazia rende l'Europa più forte»

«La Croazia può essere fiera di entrare nell'Eurozona e nell'area Schengen perché riuscirà ad attrarre più investimenti, si creeranno nuovi posti di lavoro, crescerà l'economia, e potrebbe anche diventare un hub energetico europeo per fonti rinnovabili.» Lo ha detto in un'intervista all'agenzia di stampa croata Hina la presidente della Commissione Ursula von der Leyen, che domani, primo gennaio, sarà a Zagabria per marcare il doppio allargamento.
A mezzanotte, infatti, saranno aboliti 73 valichi di confine terrestri con la Slovenia e l'Ungheria, e 12 nei porti marittimi per linee dirette verso l'Italia, mentre per il traffico aereo si dovrà aspettare fino al 26 marzo, quando scatterà l'orario di volo estivo.
Il Paese diventerà il ventesimo membro dell'eurozona, che si allarga per la prima volta dal 2015 quando la Lituania adottò l'euro. Sarà comunque possibile pagare con le kune croate fino al 14 gennaio.
La Croazia, membro dell'Ue dal 2013, porta domani a compimento la sua piena integrazione europea «e i suoi cittadini potranno godere di alcuni dei migliori benefici che la nostra Unione può offrire».
Per von der Leyen «questo non è solo un grande risultato per la Croazia ma anche un'altra prova della forza e dell'unità dell'Unione». «In breve - ha concluso - l'Europa rende la Croazia più forte, e la Croazia rende l'Europa più forte».
L’evento
Con l'inizio del nuovo anno la Croazia, ultimo Paese a essere entrato nell'Unione europea, aderirà appunto all'Eurozona e all'accordo sull'area Schengen. Per il Paese balcanico si tratta del completamento del lungo cammino verso le istituzioni euro-atlantiche, iniziato nel 2000 con l'arrivo al potere a Zagabria delle forze europeiste e democratiche, dopo gli anni Novanta segnati dalla sanguinosa guerra per l'indipendenza.
L’adesione all’Unione europea
La Croazia ha poi aderito nel 2009 alla Nato e dal primo luglio 2013 è membro dell'Unione europea. Con l'adozione dell'euro e l'ingresso nell'area Schengen si concludono le ultime due tappe della piena integrazione nell'Europa unita. Il Paese dal primo gennaio diventerà il ventesimo membro dell'eurozona, che si allarga per la prima volta dal 2015 quando la Lituania adottò l'euro.
La zona della libera circolazione delle persone ha visto il suo ultimo allargamento nel 2008, quando vi aderì la Svizzera, e con l'ingresso della Croazia conterà 27 Paesi (23 Ue più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein) con 420 milioni di abitanti.
I benefici per il commercio
L'assenza di controlli porterà notevoli risparmi e faciliterà il commercio, fatto particolarmente importante per il forte settore turistico croato che ne trarrà vantaggio dato che la maggior parte dei turisti proviene dai Paesi Schengen.
Ad avvertire vantaggi immediati saranno anche gli esportatori di cibo fresco, specie del pesce, dalla costa dalmata e istriana verso l'Italia.
I controlli
Allo stesso tempo, verranno rafforzati i controlli ai confini esterni dell'Ue, quelli con la Bosnia-Erzegovina, la Serbia e il Montenegro, in totale quasi 1.350 chilometri, dove già nei giorni scorsi sono state registrate lunghissime code per l'ingresso in Croazia. Si tratta del confine esterno più lungo di tutti i Paesi dell'Ue.
Alcuni giorni fa il primo ministro Andrej Plenković ha voluto sottolineare che la Croazia né in passato né ora, con l'ingresso a Schengen, ha mai voluto «erigere barriere, recinzioni e tanto meno fili spinti ai confini con la Bosnia», Paese sulla rotta migratoria balcanica. «Al contrario - ha spiegato - in cooperazione stretta con la polizia bosniaca, ci vogliamo impegnare per fare il massimo per prevenire l'immigrazione illegale».
Anche l'euro porta molti vantaggi per il turismo, traino dell'economia della Croazia, che contribuisce con quasi il 20% al Pil nazionale. L'ingresso nell'eurozona con un'alta inflazione, al 13,5% a novembre, desta preoccupazione, ma gli esperti indicano che avrà invece un effetto benefico sui prestiti e i mutui.
I tassi di interesse cresceranno, ma sicuramente meno di quanto sarebbero cresciuti se il Paese fosse rimasto fuori dall'euro. L'adattamento alla moneta unica è iniziato a settembre con l'obbligo di esposizione di tutti i prezzi in entrambe le valute, regola che resterà in vigore per tutto il 2023. Il tasso di conversione è stato fissato a 7,53450 kune croate per 1 euro.
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