Slovenia, Pirc Musar è la prima presidente donna: «Credo nella cultura del dialogo»
Si è aggiudicata il ballottaggio con l’esponente della destra slovena Anže Logar. Pirc Musar ha ottenuto il 53,87% dei voti, Logar il 46,13% quando sono stati scrutinati il 99,94% dei voti. L’affluenza alle urne è stata del 52,97%

TRIESTELa Slovenia ha il suo primo presidente donna. Nataša Pirc Musar, infatti, si è aggiudicata il ballottaggio con l’esponente della destra slovena Anže Logar. Pirc Musar ha ottenuto il 53,87% dei voti, Logar il 46,13% quando sono stati scrutinati il 99,94% dei voti. L’affluenza alle urne è stata del 52,97%.
Nataša Pirc Musar, classe 1968, rappresenta non solo la prima donna capo dello Stato (sarà la quinta presidente donna tra i 27 Paesi dell’Ue) ma anche un cambio generazionale nella politica del Paese con una visione liberale decisamente proiettata al futuro, lo ha detto anche ieri: «Non guardiamo al passato ma al futuro, aperti al confronto perché qualsiasi idea è una ricchezza».
A vittoria acquisita ha stappato una bottiglia magnum di champagne e ha baciato il marito che da oggi è il signor Max “first man” della Slovenia e che è stato il vero burattinaio che ha tirato i fili dell’intera campagna elettorale della moglie. Recatasi poi al Centro fieristico di Lubiana dove era allestita la sala stampa, ad attendere Pirc Musar c’era Anže Logar. I due si sono abbracciati e la presidente non ha saputo nascondere la commozione. «Siamo diventati amici - ha detto - prima non ci conoscevamo». Salita sul palco ha ovviamente ringraziato i suoi elettori, ma ha ringraziato anche chi ha votato per Logar «perché insieme - ha precisato - abbiamo dimostrato qual è un confronto civile tra due persone che non la pensano allo stesso modo». Da presidente Pirc Musar promette che sarà la persona che è oggi, e sarà «un presidente con il cuore». «Credo nella cultura del dialogo - ha affermato - e non starò in silenzio, ma dirò sempre quello che penso». «Nel mio incarico cercherò di far rispettare i diritti, civili, umani e politici e guarderò alle giovani generazioni che ci chiedono di lasciare loro un pianeta più pulito». Pirc Musar ha anche preannunciato che vorrà avere un incontro con tutti i leader politici dei partiti presenti in Parlamento, per sentirli «e confrontarci tutti assieme per trovare soluzioni unitarie per il bene della Slovenia». «Ho già ascoltato quanto mi hanno insegnato gli ex presidenti Milan Kučan e Danilo Turk e mi impegno ad averli spesso al palazzo presidenziale per un confronto sul lavoro da fare».
Anže Logar, seppure sconfitto, esce in qualche modo vittorioso in quanto ha saputo dimostrare che la destra slovena non è solo Janez Janša. Ha portato a casa un risultato migliore di quello fatto segnare dal Partito democratico (Sds) di cui fa parte alle lezioni politiche dell’aprile scorso con oltre 400 mila voti. «Le elezioni sono la festa della democrazia - ha detto - e gli elettori hanno sempre ragione». «Io ho mostrato una politica del “fare per” e non del “fare contro”». «Con Nataša - ha poi affermato parlando della sua avversaria che ha vinto - abbiamo idee diverse, ma la mia parola chiave nella politica è “collaborazione”. Lei sarà un buon presidente e credo che nella dialettica politica riusciremo a trovare soluzioni condivise». «Ho imparato - ha concluso - che nella vita quando si chiude una porta se ne aprono delle altre e oggi siamo all’inizio di una nuova grande cosa». Parole, queste ultime, rivolte indirettamente al leader della Sds Janša il quale, dopo il risultato di ieri di Logar, in termini di voti, vede la sua leadership traballare. Perché Logar ha dimostrato che oltre a quella di Janša c’è anche un’altra destra del Paese, non sovranista e per niente populista. Con la vittoria di Pirc Musar si può ben dire che lo “janšismo” è andato in soffitta. —
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