La Croazia liberalizza il prezzo del carburante

Il governo Plenković dal 2022 fissava il tetto, che adesso è cancellato. Per ora nessuna impennata

Andrea Marsanich
Rifornimento di carburante in una stazione di servizio croata
Rifornimento di carburante in una stazione di servizio croata

Dopo tre anni di regolamentazione da parte dello Stato, il governo croato di centrodestra del premier Andrej Plenković ha deciso di liberalizzare il costo del carburante, sul quale interveniva ogni due settimane.

Ora non sarà più così, con l’esborso che viene e verrà determinato dalle compagnie petrolifere. Era dal 2022 che il costo di benzina, gasolio e altri derivati – parliamo del prezzo massimo al dettaglio – veniva gestito dall’esecutivo Plenković, interventi che contribuivano a non fare schizzare alle stelle la spesa dei cittadini.

Ora la compagine ministeriale ha detto stop ai prezzi calmierati, affermando che il mercato si è dopo anni stabilizzato e dunque non si prevedono grosse variazioni.

Le reazioni

Sarà, ma intanto automobilisti, centauri, diportisti, agricoltori, pescatori, sono preoccupati, ritenendosi orfani del controllo praticato dallo Stato e dunque esposti alle bizze delle aziende petrolifere.

La cessazione del decreto che fissava i prezzi massimi ha avuto reazioni positive dalle varie Ina, Lukoil, Tifon, Shell, Petrol, che in questi tre anni hanno mugugnato perché con le ali tarpate, affermando che l’esborso avrebbe dovuto sempre e comunque venire determinato dal mercato.

I costi

In questa nuova fase non ci sono stati, ad onor del vero, apprezzabili cambiamenti del costo ed anzi si sono avuti addirittura dei ribassi. È il caso della croato – ungherese Ina, il cui costo della benzina Eurosuper 95 è calato di un centesimo nei riguardi dei 14 giorni precedenti ed ora ammonta a 1 euro e 44 centesimi al litro, tanto quanto si spende ai distributori della Petrol. Alla Lukoil si paga 1 euro e 45, mentre Tifon e Shell vantano il prezzo più basso: 1 euro e 41 centesimi.

Nessuna modifica di rilievo nemmeno per il gasolio, che alle pompe dell’Ina e della Petrol costa 1 euro e 39 al litro (+1 centesimo). Si paga invece un centesimo in meno alla Lukoil, mentre Shell e Tifon si accontentano del prezzo di 1 euro e 36 centesimi. Il cosiddetto diesel agevolato, per agricoltori e pescatori, costa 77 centesimi al litro, senza alcun ritocco dopo la liberalizzazione.

La replica

Sarà la quiete prima della tempesta? Si vedrà. Chiamato in causa dall’opinione pubblica che lo accusa del disimpegno governativo attuato proprio durante l’alta stagione turistica, il primo ministro ha rispedito le critiche al mittente, affermando che la mossa era scontata «dopo che i mercati si sono dati una calmata e dunque non c’era più bisogno del decreto governativo». Plenković ha dichiarato che non ci sono stati subito i temuti scossoni e che il prezzo del carburante resta uno tra i più bassi in questa parte dell’Europa e sicuramente tra i più convenienti anche nella cerchia dei Paesi comunitari.

Il monito

Da parte sua, il ministro dell’Economia, Ante Šušnjar, ha voluto mettere in guardia le varie imprese petrolifere. «Il governo continuerà attentamente a monitorare la situazione sul mercato e dovessero verificarsi abusi o rincari ingiustificati – ha detto – verrà reintrodotta la regolamentazione, tornando al regime in vigore tra il 2022 e quest’anno». Sušnjar ha rilevato che le attenzioni maggiori saranno rivolte ai distributori presenti in autostrada. Anche qui il governo si è detto pronto ad intervenire con fermezza in caso di rincari esagerati. —

 

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