Elezioni in Romania, domenica il ballottaggio: testa a testa Simion-Dan
Al primo turno il candidato nazionalista ha raccolto il 41%: lo sfidante è in recupero e c’è l’incognita del voto all’estero

Un testa a testa dall’esito dal difficile pronostico, in una battaglia che deciderà il presente e il futuro del paese. La Romania domenica si recherà nuovamente alle urne per il secondo turno delle elezioni presidenziali, una tornata che avrà un peso significativo in particolare negli indirizzi di politica estera di Bucarest.
Al primo turno, si è registrato un vero trionfo per il cavallo dell’ultradestra romena, George Simion, arrivato a sfiorare il 41% grazie ai quattro milioni di voti incassati come leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni (Aur). La vittoria era attesa, ma ha avuto dimensioni ben più ampie del previsto.
Al ballottaggio, grazie a due milioni di voti conquistati (il 20,9% dei consensi), è arrivato il liberale centrista Nicușor Dan, sindaco di Bucarest, che ha corso da indipendente, riuscendo a sbaragliare la concorrenza di candidati sulla carta ben più forti, Comea Crin Antonescu, sostenuto dalla maggioranza di governo costruita attorno al Partito socialdemocratico (Psd) e al Partito nazionale liberale (Pnl), ma fermatosi al 20,3%.
Cosa succederà ora? Simion parte teoricamente favoritissimo, ma Dan potrebbe rivelarsi una sorpresa anche al ballottaggio. È azzardato, se non impossibile, fare delle previsioni, tanto più che i sondaggi vanno presi con le pinze perché non includono le preferenze di una diaspora all’estero che potrebbe essere decisiva alle urne. Le rilevazioni statistiche, in ogni caso, stanno suggerendo che la partita sarà apertissima, uno scontro all’ultimo voto, con il liberale Dan che avrebbe recuperato terreno su Simion, arrivando persino a superarlo.
È quanto ha sostenuto, ad esempio, un sondaggio dell’istituto Irsop, reso pubblico giovedì, con il campione che si è espresso al 52% a favore di Dan, dato vincente per la prima volta da un’indagine sull’elettorato. Sul testa a testa scomettono invece gli analisti di AtlasIntel, in un sondaggio commissionato dal portale Hotnews.ro. In questo caso, Simion e Dan sono stati dati appaiati, al 48,2%.
Ma c’è anche un’altra possibilità, concreta, quella di un nuovo, decisivo trionfo di Simion. È quanto dovrebbe accadere domenica, secondo gli esperti di Inscop, che hanno assicurato che il leader dell’Aur è «il chiaro favorito» alle urne, dato che «ha conquistato il doppio dei voti» di Dan, al primo turno. È lo scenario evocato anche da altre agenzie di sondaggi, come Verifield, che ha accreditato Simion di quasi il 55% dei consensi al secondo turno. Gli analisti di Curs quotano a loro volta l’esponente di destra al 52%, quelli di Sociopol al 53%.
La battaglia elettorale per le presidenziali è uno scontro tra due Romanie diametralmente opposte, ben rappresentate dai due leader in corsa per la poltrona più importante a Palazzo Cotroceni. Simion, 38 anni, incarna quella più nazionalista, critica verso l’Europa, ostile a concedere nuovi aiuti all’Ucraina e, allo stesso tempo, almeno pubblicamente, anti-Putin. E pure fan di Trump: sulla falsariga dell’inquilino della Casa Bianca, Simion ha promesso di «fare di nuovo grande» la Romania, promettendo cooperazione a livello Ue con Giorgia Meloni, suo secondo modello politico. Sul fronte opposto, Dan, 55 anni, è invece un moderato che ha modernizzato Bucarest. E ora promette di portare «cambiamenti» positivi e «onestà» in tutta la Romania, oltre che di mantenere la rotta euroatlantica.
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