La Romania torna al voto: ultradestra in vantaggio, il ruolo chiave di TikTok

Grande favorito Simion, sulla scia dell’escluso Georgescu: per i sondaggi è al 30%. Possibili sfidanti il sindaco europeista di Bucarest Dan e il liberale Antonescu

Stefano Giantin
Un passante a Bucarest davanti a un cartellone pubblicitario (Ansa/Epa)
Un passante a Bucarest davanti a un cartellone pubblicitario (Ansa/Epa)

Un “replay” importantissimo per il futuro del Paese, un bis controverso quanto il primo e dagli esiti incerti. Tanti gli ingredienti che ricordano la prima tornata elettorale poi annullata, come l’ultradestra in corsa per la vittoria. E TikTok a giocare forse nuovamente un ruolo chiave sulle preferenze.

Presidenziali in Romania: vittoria dell’estrema destra
La redazione
Un’elettrice alle urne durante le operazioni di voto per le presidenziali in Romania

È lo scenario che si sta sviluppando in Romania dove domenica si tornerà alle urne per il primo turno delle presidenziali, con eventuale secondo turno il 18 maggio.

Primo turno che si era già svolto alla fine di novembre, ma tra accese polemiche e dure contrapposizioni era stato annullato dalla Corte costituzionale dopo la vittoria a sorpresa dello sconosciuto candidato filorusso e di destra, Calin Georgescu, tra sospetti di irregolarità nel finanziamento della campagna elettorale e infiltrazioni filorusse. Una decisione che ha provocato anche tensioni di piazza e caos, dividendo la nazione.

Cosa attendersi dal voto? Intanto i romeni non potranno mettere la crocetta sul nome di Georgescu, a cui è stato vietato dalla Commissione elettorale nazionale di partecipare, «un colpo al cuore della democrazia», lo aveva definito a marzo il politico nazionalista.

Ma la destra romena ha comunque ottime chance di trionfare alle urne. Il cavallo su cui puntare sarà George Simion, leader del partito di destra Alleanza per l'unità dei romeni (Aur), quotato addirittura intorno al 30%. Percentuale che, tuttavia, non basterà a evitare le forche caudine del secondo turno.

Contro chi si batterà? La partita è apertissima. I sondaggi – sempre da prendere con le pinze a Bucarest, dopo l’esperienza Georgescu, che nessuno aveva visto arrivare – indicano come possibili sfidanti il sindaco europeista di Bucarest, Nicusor Dan, che corre da indipendente, o il liberale Crin Antonescu, sostenuto dalle forze politiche di governo, entrambi dati intorno al 20%.

Poche chance, ma anche qui le urne potrebbero riservare sorprese, dovrebbe avere l’ex premier socialdemocratico Victor Ponta, intorno al 10-11%, mentre lontanissima è Elena Lasconi, liberale di centrodestra. A questo giro le suo chance sono bassissime, con i bookmaker che la danno a circa il 6%.

Percentuali dei sondaggi che ora dovranno essere confermate o meno alle urne. Ma già qualcosa è sicuro. Simion, calcando le orme del “cancellato” Georgescu, è diventato un idolo delle folle su TikTok, lo stesso social che Georgescu aveva usato – si dice con qualche aiutino di Mosca – per costruire dal nulla e in silenzio il suo consenso.

Politico di ultradestra e sovranista, Simion può contare su più di 1,3 milioni di follower sul social, incantati attraverso un battage continuo che ha fatto presa su giovani e meno giovani. «Se Simion non vincerà, sarà chiaro che le elezioni saranno state truccate», ha fatto sapere adi.suveran, nickname dietro cui si nasconde uno dei tanti “sponsor” di Simion sul social cinese.

TikTok non dovrebbe finire sul banco degli imputati, come nel novembre scorso, come potenziale “arma segreta” per spingere alla vittoria Georgescu. Il social ha infatti annunciato di aver mobilitato un gran numero di moderatori di madrelingua romena e più di cento esperti specializzati in analisi e nel contrasto di «campagne sotterranee di influenza» sugli elettori. Il governo di Bucarest inoltre ha introdotto norme più severe sulle attività di lobby.

«Siamo meglio preparati» dell’anno scorso, ha assicurato da parte sua il presidente ad interim Ilie Bolojan. Che tuttavia ha aggiunto di non poter escludere nuovi attacchi ibridi volti a «dividere la popolazione».

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