Passante di Mestre: il traffico aumenta del 10%

Forse non avete mai pensato al fatto che i 2 euro e 80 centesimi che come pendolari sborsate per percorrere i 21 chilometri tra il casello di Padova Est e la barriera di Venezia-Mestre finiscono nel salvadanaio della pensione di un viticoltore della Provenza che ha affidato i suoi risparmi alla lbp, la banca braccio finanziario delle Poste francesi. L’Ibp infatti è uno dei soggetti che ha acquistato una buona fetta delle obbligazioni – 30 milioni su un’emissione di 830 – della società Cav (Concessioni autostradali venete) per restituire ad Anas quanto anticipato per la realizzazione del Passante autostradale di Mestre, l’intervento di 32 chilometri realizzato tra Dolo e Quarto d’Altino. Si può leggere anche così, nel rapporto tra chi paga il pedaggio e chi beneficia delle obbligazioni, il progetto del Project Bond Cav, la prima operazione del genere in Italia chiusa in aprile con la collaborazione della Bei, la Banca Europea degli investimenti, che ha costruito anche un paracadute di sicurezza nel caso, assai improbabile, di un fallimento. E a giugno saranno staccate le prime cedole.
Se ne parlava dal 1958
È del 26 gennaio del 2007 la delibera che definisce il Passante di Mestre come opera strategica per il Paese, un intervento necessario per risolvere l’imbuto della tangenziale di Mestre, percorso obbligato nel traffici verso l’Europa dell’Est. Della necessità di realizzare un passaggio alternativo alla tangenziale si iniziò a parlare nel 1958 – presidente del Consiglio era Amintore Fanfani – e la discussione proseguì per i decenni successivi procrastinando la soluzione di un problema risolto solo cucendogli addosso l’abito dell’emergenza, con la nomina di un commissario speciale, Silvano Vernizzi, autorizzato a quelle scorciatoie burocratiche che, se pur tra mille polemiche, portarono all’individuazione dei 32 chilometri del tracciato, all’apertura dei cantieri e, l’8 febbraio del 2009, all’apertura dell’autostrada, per la cui gestione è stata costituita la nuova società concessionaria Cav (50% della Regione Veneto e 50% di Anas) di cui oggi è presidente Luisa Serato, leghista, già a capo del Consiglio provinciale di Padova.
Chi paga
A pagare è la Cav, con i soldi incassati dai pedaggi dei pendolari. Lo Stato, attraverso l’Anas, ha anticipato i soldi, pari a circa 1 miliardo di euro. Le cose erano chiare fin dall’inizio e dell’articolo della legge finanziaria del 2008: «La società», recitava, «assume direttamente gli oneri finanziari connessi al reperimento delle risorse necessarie per la realizzazione del raccordo». Mille milioni di euro il costo, soldi anticipati dall’Anas, di cui 330 già rimborsati da Cav nel 2013 grazie a un prestito ottenuto dalla Cassa depositi e prestiti, anno in cui la società – come emerge dall’ultimo bilancio di esercizio – ha bussato alle porte di vari istituti di credito ottenendo però risposte non soddisfacenti e ritenute «troppo onerose» e con un tasso di interesse mai inferiore all’8%.
Finanziarsi con le obbligazioni
È nata così l’idea di finanziarsi con l’emissione di obbligazioni, con un’operazione finanziaria realizzata per la prima volta in Italia e avallata dalla società di consulenza Deloitte, che ha ritenuto i Project Bond lo strumento migliore per accedere al finanziamento. Le obbligazioni sono state collocate esclusivamente a investitori istituzionali, a un tasso di interesse fisso del 2,115%. Per quote e fino al 2030, anno in cui si chiuderà il percorso dei Project Bond, Cav dovrà sborsare a tappe semestrali interessi per circa 100 milioni, cui vanno aggiunti 20 milioni per i costi dell'operazione di collocamento. Ma di questi 20 milioni ben 16 sono destinati alla Bei, come pagamento della copertura assicurativa della Banca Europea degli investimenti. Perché nel caso in cui la Cav non fosse più in grado di rimborsare gli obbligazionisti, la Bei garantisce la copertura fino al 20% del valore dell'emissione. Tuttavia per per gli investitori si tratta di un'operazione abbastanza sicura – Moody's ha assegnato al bond un rating di A3 – anche perché risulta difficile pensare a una compressione tale del traffico da impedire a Cav di onorare gli impegni presi. Lo scorso aprile, concluso il collocamento delle obbligazioni, attraverso un pool di cinque banche (Banca Imi, Bnp Paribas, Royal Bank of Scotland, Société Générale e Unicredit) Cav ha restituito ad Anas e a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) i soldi che, prima l’una e poi l’altra avevano anticipato.
I nomi degli investitori
Obbligazioni per 830 milioni di euro a fronte di manifestazioni d’interesse per oltre un miliardo. Sono nove i soggetti istituzionali che hanno acquistato i bond emessi dalla Cav, alla borsa di Lussemburgo. La fetta più cospicua è andata ad Allianz assicurazioni con 400 milioni di euro, Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) ne ha comprate per 200 milioni, le Generali di Trieste per 100, M&G (un fondo di investimenti britannico che gestisce un patrimonio di 335 miliardi) con 40, Nnip (fondo olandese che si occupa di previdenza) ha sottoscritto bond Cav per 35 milioni, Lbp (la banca postale francese) per 30, la società francese Scor ne ha acquistate per 20, la società assicurativa Itas ne ha messe in portafogli 2,5 e il Fondo solidarietà veneto (il fondo pensione destinato ai lavoratori dipendenti del settore industriale e artigianale) altri 2,5 milioni. Il Fondo solidarietà Veneto è stato l’unico al quale è stato riconosciuto il 100% di quanto richiesto a fronte ordini superiori del 30% rispetto al valore dell’emissione.
I dati sui transiti
Più traffico e maggiori incassi. I primi quattro mesi del 2016 registrano infatti sul Passante di Mestre un incremento del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima con il picco di febbraio (+16,8) viziato però dal fatto che il 2016, anno bisestile, il mese è composto da un giorno in più. In aprile, rispetto ai mesi precedenti, c’è stata però un aumento più contenuto rispetto al passato con un più +3,3% rispetto all’aprile del 2015, con il numero di transiti salito a quasi 2 milioni. Traffico in aumento sul Passante di Mestre ma anche su tutta la rete di Cav – che comprende anche il sistema delle tangenziali – dove l’incremento nei primi quattro mesi dell’anno è stato del 6,5%. È proprio perché nel pedaggio finiscono anche i chilometri della tangenziale libera che i costo del Passante è così alto. E per ora gli aumenti dei pedaggi sono stati congelati dal governo.
@checcofurlan
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