UniCredit, Bruxelles: «Il decreto è contrario alle norme Ue»

Stando al testo della lettera inviata al governo, l'Italia ha violato l'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni

La redazione

Il Dpcm con cui il governo italiano ha esercitato il golden power sull'operazione UniCredit – Banco Bpm viola l'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni. È la conclusione preliminare a cui è giunta la Commissione europea, secondo quanto si legge nella lettera inviata al governo italiano e pubblicata nella versione integrale da Repubblica.it.

Il testo, che reca la firma della vicepresidente della Commissione con delega alla Concorrenza Teresa Ribera, specifica che la violazione riguarda i paragrafi 2 e 4 dell'articolo 21. L'adozione e l'entrata in vigore del decreto, senza previa comunicazione alla Commissione, «viola gli specifici obblighi di comunicazione e sospensione» previsti dalle disposizioni. Inoltre,«Il Decreto, nella sua forma attuale - si legge nelle conclusioni della lettera - è contrario alle norme dell'Ue sulla libera circolazione dei capitali, alla competenza esclusiva della Bce in quanto autorità di vigilanza prudenziale».

«Se questa conclusione preliminare fosse confermata - prosegue il testo della missiva - la Commissione potrebbe adottare una decisione a norma dell'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni in cui dichiara che l'Italia ha violato l'articolo 21 del Regolamento Concentrazioni e le ordina di revocare senza indugio il Decreto». La Commissione, conclude la lettera, «invita l'Italia a presentare le sue osservazioni in merito a quanto precede entro 20 giorni lavorativi dal ricevimento della presente lettera».

Nella lettera la Commissione fa riferimento anche alla risposta che l'Italia ha inviato a Bruxelles l'11 giugno, dopo la richiesta di informazioni del 26 maggio. Una risposta che, a dire della Commissione, «non individua e spiega adeguatamente il modo in cui l'operazione comporta un rischio per la sicurezza pubblica, né dimostra la compatibilità delle prescrizioni con il diritto dell'Unione», si legge nella lettera.

«In primo luogo, vi è un ragionevole dubbio sul fatto che il Decreto e gli obblighi mirino effettivamente a tutelare la pubblica sicurezza. In secondo luogo, la Commissione ritiene in via preliminare, sulla base delle informazioni attualmente disponibili, che ciascuna delle prescrizioni contenuta nel Decreto sia incompatibile con i principi generali e le altre disposizioni del diritto dell'Ue».

Tra i punti contestati, la prescrizione che impone a Unicredit e Bpm di non ridurre gli attuali rapporti tra prestiti e depositi in Italia per un periodo di 5 anni e quella che prevede la cessazione di tutte le attività di UniCredit in Russia entro 9 mesi. Sul primo punto, la Commissione dubita che l'acquisizione di Bpm «possa creare un reale e sufficientemente grave rischio per la sicurezza pubblica» da giustificare tale misura. In merito all’ultima prescrizione, infine, la lettera precisa che è solo la Bce ad avere «la competenza esclusiva per quanto riguarda la vigilanza prudenziale delle banche di importanza sistemica nella zona euro».

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