Unioncamere del Veneto: industria in stagnazione ma fiducia su fine 2025
Il presidente Santocono chiede un cambio di passo istituzionale. «Dobbiamo rilanciare un modello collaborativo con categorie e Regione»

Il terzo trimestre del 2025 consegna un quadro dell’industria veneta sospeso tra resilienza e stagnazione. L’indagine Veneto Congiuntura di Unioncamere del Veneto - realizzata su un campione di 2 mila imprese con almeno 10 addetti, per un totale di oltre 120 mila lavoratori - mostra infatti un sistema produttivo che tiene, ma senza riuscire a imprimere una vera accelerazione.
La produzione industriale segna infatti un aumento dell’1,2% rispetto al trimestre precedente e dell’1,6% su base annua: un risultato positivo, ma ancora limitato. A frenare è soprattutto la domanda. Gli ordinativi interni avanzano dell’1%, trainati dall’attività delle opere pubbliche legate al Pnrr, mentre quelli esteri registrano una lieve flessione dello 0,5%.
L’incertezza globale, le tensioni geopolitiche e la volatilità delle politiche commerciali continuano a pesare su un’economia abituata a trovare nella proiezione internazionale uno dei propri motori principali. Non a caso l’analisi parla di «un mercato ancora privo di impulsi espansivi», collocando la manifattura veneta in una fase di stagnazione, senza tuttavia segnali di peggioramento. «È una fotografia di incertezza e dinamica ancora modesta quella che ci restituisce l’indagine Veneto Congiuntura», così il presidente di Unioncamere del Veneto, Antonio Santocono, sintetizza lo scenario.
«L’analisi dei dati ci dà la consapevolezza di una macchina che viaggia al minimo», aggiunge, sottolineando come l’economia regionale rimanga positiva ma lontana da un vero ciclo espansivo. «Quello che continua a preoccupare è l'assenza di segnali di significativa ripresa. Siamo alla “crescita zero”’ troppo dipendente dalle risorse del Pnrr, dai dazi e dal calo dell’export».
L’andamento settoriale appare molto differenziato. In forte recupero tessile-abbigliamento (+4,9%) e metalli (+3,2%); bene anche marmo-vetro-ceramica e alimentare, tutti a +2,4%. Più in difficoltà legno-arredo (-3%), carta-stampa (-3,8%) e mezzi di trasporto (-2%). L’utilizzo degli impianti, stabile al 69%, conferma una situazione di equilibrio ma non di rilancio. Il fatturato cresce lievemente, dell’1,7% su base annua, sostenuto in particolare dalle performance positive del tessile e della meccanica.

Le aspettative per l’ultimo trimestre restano comunque orientate alla fiducia: il 45% degli imprenditori prevede un aumento della produzione, il 36% stabilità e solo il 19% teme una flessione. Secondo Santocono serve ora un cambio di passo istituzionale: «Dobbiamo rilanciare un modello collaborativo tra sistema camerale, categorie economiche e Regione», afferma, indicando digitalizzazione, integrazione delle filiere strategiche, apertura internazionale a nuovi mercati come leve prioritarie. E in vista della nuova programmazione europea conclude: «Entriamo nella fase di negoziazione della nuova programmazione pluriennale Ue, che prevede una maggiore centralizzazione per la gestione dei fondi sul modello Pnrr e, quindi, un ruolo più marginale degli enti regionali. Se vogliamo avere programmi aderenti ai reali bisogni dei nostri territori dobbiamo essere compatti e incisivi nella costruzione di un Veneto sempre più competitivo, attrattivo e solidale».
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