La spinta di Rockwell per la friulana Asem, leader in Italia nei pc industriali
L’azienda di Artegna è stata acquisita dal colosso americano nel 2020: l’obiettivo per il 2030 è di raggiungere un fatturato di 250 milioni, partendo dai 72 milioni attuali

Il business plan a cinque anni prevede una crescita esponenziale dei ricavi che dovrebbero passare dai poco meno di 72 milioni dell’esercizio chiuso al 30 settembre scorso, in linea con il precedente, a quota 250 milioni. L’orizzonte guarda al 2030 ma le basi per lo scatto, Asem, storica azienda friulana produttrice di pc industriali e pannelli operatore con 300 dipendenti, quartier generale ad Artegna, in provincia di Udine, e sedi a Bologna, Verona e Milano, le ha poste in questo 2025.
Un anno non brillante, sotto il profilo dei risultati, perché pesantemente condizionato dagli investimenti.
Quelli realizzati, in particolare, sui gestionali, e quelli strutturali in corso. L’azienda sta infatti completando l’ampliamento della sede friulana e parallelamente ricollocando i reparti per poter contare su una gestione interna più fluida e funzionale.
A svelarne i piani è l’amministratore delegato Greg Nicoloso, arrivato in Asem al seguito di Rockwell Automation, colosso americano da 8 miliardi di dollari attivo nel campo dell’automazione industriale che ha rilevato l’azienda friulana dalla vecchia proprietà nel 2020, portandola da 37 milioni a sfiorare gli 80 (nel 2023) con l’ambizione, come detto, di triplicare i ricavi nell’arco del prossimo quinquennio.
«L’esercizio 2025 è stato particolarmente impegnativo – spiega Nicoloso –. Di fatto, l’implementazione dei sistemi gestionali, che ci hanno allineato a Rockwell, hanno comportato il completo stop produttivo per due settimane e poi una lenta e graduale ripresa. Abbiamo di fatto prodotto normalmente 9 mesi su 12».
Il turnover sconta lo stop e il successivo rallentamento, ma registra anche un’accelerazione negli ultimi mesi.
«A settembre abbiamo segnato il record su base mensile con 12 milioni di vendite. Ora nel giro di sei mesi puntiamo ad andare a regime», annuncia l’ad spiegando che, a spingere la crescita, sono i dieci milioni di investimenti messi a terra nell’arco degli ultimi tre anni.
Avviati nel 2023, avrebbero dovuto concludersi prima e invece hanno scontato qualche ritardo.
«Concluderemo tutto per l’inizio del 2027. L’ampliamento è terminato – continua l’ad –. Ora sposteremo il polo tecnologico accanto alla produzione delle schede elettroniche, liberando spazio nell’area di assemblaggio dove da 7 linee passeremo a 11 per un fatturato potenziale di 250 milioni che puntiamo a centrare entro il 2030».
Asem conta su un portafoglio di 1.700 clienti che possono accedere a 300 mila diverse configurazioni del prodotto finale.
L’azienda occupa un posto di leadership a livello nazionale nell’ambito dei pc industriali: «Gestiamo internamente tutta la filiera – ricorda Nicoloso –, partendo dal concept per arrivare al prodotto finito, questo processo comprende il design e la produzione della scheda madre, il “cervello” dei nostri computer».
Il mercato nazionale pesa oggi per circa due terzi, il resto si divide tra Stati Uniti, Germania, Francia e Svizzera principalmente.
Ma in prospettiva è l’America il mercato che consentirà ad Asem di centrare l’obiettivo del business plan.
In particolare, le commesse intercompany per Rockwell Automation che dei 250 milioni dovrebbe valerne da sola circa 150.
I dazi? «Ci siamo attivati da subito per capire se e come avrebbero impattato – conclude Nicoloso –. Abbiamo fatto anche un’analisi dettagliata per valutare l’opportunità di un investimento diretto negli Stati Uniti e il risultato è stato negativo: sarebbe costato più dell’impatto che scontiamo oggi». —
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