Il caffè davanti alla sfida dell’intelligenza artificiale
A Roma nella sede della Fao la decima edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award. Paolo Rubano (Agorai): «La rivoluzione passa dai codici informatici, non dalla tazzina»

«La rivoluzione del caffè passa dai codici informatici, non dalla tazzina».
Con questa immagine Paolo Rubano, presidente della Fondazione Agorai, ha affrontato il tema dell’innovazione nella filiera del caffè. Una frase che riassume bene il punto di svolta: l’intelligenza artificiale non sostituisce l’uomo, ma può diventare una risorsa decisiva per affrontare cambiamenti climatici, volatilità dei mercati e nuove esigenze produttive.
L’intelligenza artificiale sta dunque diventando uno strumento cruciale anche nel mondo del caffè.
Mentre i cambiamenti climatici e la volatilità dei mercati mettono a rischio la tenuta delle coltivazioni e la stabilità delle comunità produttrici, la tecnologia emerge come leva per supportare i coltivatori, migliorare le rese, ridurre gli sprechi e assicurare la qualità in tazza.
È in questo contesto che si colloca l’edizione 2025 dell’Ernesto Illy International Coffee Award, celebrata nel decimo anniversario del riconoscimento dedicato alla qualità sostenibile.
«Qualità e sostenibilità non solo possono coesistere, ma alimentarsi a vicenda», ha ricordato Andrea Illy, sottolineando come la filiera debba essere sostenuta e innovata in profondità. L’agricoltura rigenerativa, su cui Illycaffè lavora da anni insieme ai produttori, rappresenta una risposta concreta: «Migliora la salute del suolo, aumenta la capacità delle piante di resistere agli stress e contribuisce a ridurre l’impatto ambientale. È un approccio che richiede competenze tecniche, continuità e collaborazione stretta tra agronomi e agricoltori, e non può essere improvvisato».
A questo percorso si aggiunge ora l’apporto dell’intelligenza artificiale.
È qui che entra in gioco Agorai, piattaforma pubblico-privata che vede il coinvolgimento di Generali come promotore, Google come partner tecnologico, Deloitte con il suo centro di eccellenza sulla GenAI, insieme a università e imprese italiane e internazionali.
Obiettivo: rendere accessibili strumenti avanzati di analisi e previsione anche a settori tradizionali, supportandoli nella transizione digitale. «L’AI cambierà il mondo, e in parte lo sta già facendo», ha aggiunto Rubano, «Trieste ha un’alta concentrazione di ricerca scientifica, ma oggi la rivoluzione passa dai modelli di calcolo. I dati permettono di fare previsioni meteorologiche più accurate e, in un contesto di riscaldamento globale, questo diventa vitale per i coltivatori. E la cosa fondamentale è che questi strumenti possono essere messi a disposizione di tutti, anche dei piccoli produttori».
«L’incremento dei prezzi a cui assistiamo oggi», ha spiegato Carlos Santana, direttore commerciale della brasiliana Ecom Group, «non fa bene a nessuno, e dobbiamo lavorare a risolvere la situazione. Strumenti come l’AI devono aiutare a ridurre le differenze in termini di ricchezza a cui assistiamo nel mondo. E questa è responsabilità di tutti noi. Sono necessari investimenti e supporto affinchè questi strumenti si diffondano anche in paesi in via di sviluppo».
«Abbiamo avviato l’adozione di pratiche agronomiche ormai da molti anni», ha aggiunto Borja Papini di El Salvador, «e abbiamo visto come nel tempo la qualità del nostro caffè è migliorata sensibilmente. L’AI è già tra noi, e in Salvador stiamo già assistendo a utilizzi molto utili in ambito caffè».
Il panel “A decade of change: the coffee industry on the path to sustainable quality” ha riunito rappresentanti delle organizzazioni internazionali e manager delle principali filiere produttive. Nel corso dell’evento sono stati anche annunciati i vincitori per ciascuna delle nove origini che compongono la miscela Ill. Mercoledì, i 27 produttori finalisti sono invece stati ricevuti in udienza generale in Vaticano, a riconoscimento del loro ruolo nella tutela di una coltura che non è solo commodity, ma patrimonio culturale, sociale e ambientale.—
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