Hausbrandt, cambio al vertice: la guida va ad Arianna Zanetti

Succede al padre Martino. Il gruppo del caffè stima di chiudere l’anno a 100 milioni di ricavi

Roberta Paolini

 

Martino Zanetti lascia la guida del gruppo Hausbrandt Trieste 1892 alla figlia Arianna Zanetti, che ne assume i ruoli di presidente e amministratore delegato. Un passaggio che non è semplice cambio di consegne ma continuità di visione: «Una staffetta nella quale si corre assieme con lo stesso spirito e la stessa visione per conseguire nuovi obiettivi nel retaggio dei risultati raggiunti sotto la guida di mio padre – racconta Arianna Zanetti – Hausbrandt vuole essere un’azienda in continua crescita ed evoluzione, che germoglia, fiorisce e genera valore».

Un’affermazione che sintetizza il senso di una transizione pensata dallo stesso Martino, fondatore e imprenditore visionario, che negli anni Ottanta trasferì da Trieste a Nervesa della Battaglia il marchio Hausbrandt, trasformandolo in una realtà industriale di rilievo internazionale. Resterà presidente della Fondazione Hausbrandt, che continuerà a essere il volano culturale e identitario del gruppo.

La nuova governance si muove lungo direttrici chiare: resilienza, valorizzazione del capitale umano, welfare e sostenibilità. L’obiettivo dichiarato è consolidare la posizione competitiva di Hausbrandt e accrescere la partecipazione dei dipendenti alla vita aziendale, «infondendo nei collaboratori un senso di responsabilità condivisa, affinché il raggiungimento degli obiettivi sia percepito come un traguardo comune» recita la nota stampa.

Una cultura d’impresa che, sottolinea l’azienda, si fonda anche sulla parità di genere, da sempre tratto distintivo del gruppo che, sottolinea ancora la nota, «conta una buona presenza di quote rosa, sinonimo di un’azienda premiante e lungimirante in grado di offrire crescita, carriera e miglioramento della qualità del rapporto lavoro e vita privata».

Nonostante il contesto economico globale resti complesso, Hausbrandt ha scelto la via dell’investimento: innovazione, certificazioni biologiche e Fairtrade, ampliamento dei canali distributivi e un rinnovato impegno nella ricerca di sostenibilità.

La nuova ceo nelle recenti missioni commerciali in Europa e Medio Oriente ha potuto constatare come le nuove generazioni di consumatori cerchino un equilibrio fra tradizione e contemporaneità, tra la cultura del gusto e la curiosità verso nuove tendenze.

Il caffè resta il cuore pulsante del business – quasi l’80% del fatturato –, ma la forza del gruppo è nella diversificazione: dalla birra Theresianer ai vini Col Sandago, fino agli Champagne Martin des Orsyn. Una galassia di marchi che, secondo le previsioni, porterà la chiusura 2025 a poco oltre i 100 milioni di euro di ricavi.

Fondato nel 1982 e divenuto negli anni un punto di riferimento nel panorama delle bevande di alta qualità, il Gruppo Hausbrandt ha costruito un mosaico coerente di eccellenze: caffè, birra, vino, distillati e champagne. 

Riproduzione riservata © il Nord Est