«Dolomiti Energia cresce: due miliardi di investimenti lungo tutta la filiera»

La presidente Silvia Arlanch: «Entro il 2030 raddoppio della potenza installata e dei clienti»

Maura Delle Case

 

Con un ambizioso piano industriale da oltre 2 miliardi di euro di investimenti entro il 2030, il gruppo Dolomiti Energia punta a raddoppiare la propria capacità produttiva e a diventare il primo operatore integrato italiano nel settore delle energie rinnovabili. Un obiettivo strategico, che si fonda sull’integrazione verticale della filiera – dalla produzione alla vendita – e su una forte spinta alla transizione energetica, sostenuta da investimenti mirati nel fotovoltaico, nell’eolico e nell’idroelettrico.

Nato dalla fusione delle multiutility trentine Sit e Asm, il gruppo Dolomiti Energia è oggi una realtà articolata, con 23 società operative. Produce, vende e distribuisce energia e gas, gestisce reti idriche e il ciclo dei rifiuti urbani, si occupa anche di trading energetico. Conta circa 1.700 dipendenti e serve 720 mila clienti in Italia.

Con una solida presenza in Trentino, il gruppo rappresenta un modello di multiutility a forte radicamento territoriale e a vocazione ambientale. Una dimensione che si coniuga in modo armonico con gli ambiziosi obiettivi di crescita indicati nel piano industriale. «L’abbiamo chiamato “Oltre”: prevede di arrivare entro il 2030 al raddoppio della potenza installata e dei clienti» fa sapere la presidente di Dolomiti Energia, Silvia Arlanch.

Presidente, vi siete dati un obiettivo sfidante…

«Partiamo da una solida base: siamo presenti lungo tutta la filiera dell’energia – dalla produzione alla vendita – e già oggi il 98% della nostra energia è prodotta da fonti rinnovabili. Il piano approvato lo scorso 19 maggio dal nostro Cda si fonda su due pilastri: la crescita della filiera energetica integrata e lo sviluppo dei servizi regolati, come le reti di distribuzione di energia, gas e acqua. Per farlo, abbiamo previsto oltre 2 miliardi di euro di investimenti entro il 2030, con l’obiettivo di raddoppiare la nostra capacità installata, portandola dagli attuali 1,7 a 3,4 TWh, e di veder crescere i clienti fino a 1,5 milioni».

Cosa significa, concretamente, essere un operatore integrato nel mercato delle rinnovabili?

«Significa poter gestire con flessibilità l’intera catena del valore, dalla generazione alla vendita, avendo il controllo diretto sulla produzione per realizzare offerte commerciali che rispondano davvero ai bisogni dei clienti. Penso a tariffe a prezzo fisso garantite per un lungo periodo: ne abbiamo proposte per 12 mesi, poi per 24, ora vorremmo arrivare a cinque anni. La generazione di energia “in casa” non ce l’hanno in molti: è un vantaggio che dobbiamo e vogliamo sfruttare».

Su quali fonti rinnovabili intendete puntare?

«Storicamente siamo forti nell’idroelettrico – anche grazie all’acquisizione delle centrali Enel nel 2008 – ma oggi stiamo ampliando il nostro mix. Abbiamo acquisito, in partnership con il gruppo Ivpc, impianti eolici e fotovoltaici esistenti, collocati in particolare tra Centro e Sud Italia, che saranno oggetto di revamping. Altri invece li realizzeremo ex novo, avendo già in mano le necessarie autorizzazioni. Stiamo inoltre investendo in tre grandi progetti di pompaggio, vale a dire nella creazione di nuovi salti in tre centrali idroelettriche, una delle quali in Trentino».

Il 2024 è stato per voi un anno eccezionale.

«Abbiamo chiuso il bilancio con 2,3 miliardi di ricavi, in linea con gli anni pre-crisi energetica, ma con un importante balzo in avanti della marginalità: l’Ebitda si è attestato a 678 milioni. Questo grazie a un’annata eccezionale dal punto di vista idraulico, con tanta acqua e prezzi sostenuti. Ma la cosa di cui siamo più orgogliosi sono i 545 milioni di euro di investimenti realizzati l’anno scorso. Investimenti che, come dimostra il nuovo piano industriale, restano il focus del gruppo».

Come li sosterrete dal punto di vista finanziario?

«Il rapporto tra posizione finanziaria netta e Ebitda è stato di 0,6 nel 2024, quindi estremamente solido. Il cash flow generato ci consente di finanziare gran parte degli investimenti. Stiamo però lavorando per ricalibrarne la durata rispetto agli asset, anche attraverso l’emissione di un prestito obbligazionario, che è in fase di studio e che potremmo lanciare già nel 2025».

La quotazione in Borsa è un’opzione?

«È un tema affascinante e lo stiamo considerando come opportunità di crescita interna. Non abbiamo ancora preso decisioni, ma stiamo lavorando per prepararci con una maggiore strutturazione, più controllo e trasparenza. È uno stimolo per alzare il livello e, magari, un domani misurarci in un campionato più sfidante».

Non solo energia...

«La nostra forza è l’integrazione. Siamo presenti nella raccolta differenziata, in 21 comuni della Vallagarina, gestiamo la distribuzione dell’acqua a Trento, Rovereto e nei comuni vicini. A ciò si aggiungono le nostre attività nel trading e nell’energy management. Il gruppo conta 1.700 dipendenti, con un’età media di 45 anni, e ogni anno assumiamo centinaia di nuove risorse, anche da fuori provincia».

Come riuscite a essere attrattivi?

«Con 71mila ore di formazione l’anno, percorsi di crescita professionale e benefit concreti come il rimborso delle spese sanitarie, il supporto allo studio per i figli, la mobilità sostenibile. Crediamo in una cultura aziendale che valorizzi la persona e premi il merito».

Un altro tassello che sostanzia la vostra strategia Esg…

«È nel nostro Dna. Siamo il primo operatore in Italia con 1,7 TWh di capacità installata da fonti rinnovabili, vendiamo energia certificata, supportiamo il territorio con progetti di welfare generativo. Vogliamo coniugare sostenibilità economica, ambientale e sociale. In ogni scelta che facciamo». —

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