Dalla prime cappottine alle pergole di design, così Pratic rivoluziona gli spazi all’aria aperta

L’azienda di Fagagna che negli anni Sessanta brevettò le tipiche tende curve. Nel 2024 ha chiuso con 58 milioni di ricavi 

Maura Delle Case

Dalle prime cappottine per finestre, brevettate negli anni Sessanta, alle pergole bioclimatiche di design, che hanno rivoluzionato il modo di abitare gli esterni di casa (e non solo).

Protagonista di un’evoluzione lunga 65 anni è la Pratic di Fagagna, azienda fondata dalla famiglia Orioli che nel 2023 è stata acquisita al 100% dal francese StellaGroup. Ricavi 2024 per 58 milioni rispetto ai 60 del 2023), 10,6 milioni di utile (erano 11,7 l’anno precedente), 228 dipendenti che durante l’estate sfiorano i 280 e una gamma di prodotti, dalle tende a braccio alle pergole, che hanno conquistato il mercato nazionale e quello europeo, oggi ragione del 40% del fatturato, Pratic continua la sua marcia con passo da scalatore. Niente strappi.

«Prediligiamo una crescita lenta ma costante. Fatti salvi gli anni del Covid, in cui abbiamo raggiunto gli 80 milioni di ricavi, puntiamo a crescere di qualche punto percentuale l’anno e soprattutto a consolidarlo» esordisce Edi Orioli, che post acquisizione è stato confermato nel ruolo di amministratore delegato. Memoria storica dell’impresa fondata dal padre e dallo zio, ma soprattutto custode di un know how maturato in anni sul campo.

Edi Orioli, ad di Pratic
Edi Orioli, ad di Pratic

Alla produzione di tende solari Pratic è arrivata, come spesso accade, quasi per caso. All’inizio l’azienda nata dall’iniziativa imprenditoriale dei fratelli Bruno e Giuseppe Orioli si occupava infatti di tappezzeria. «La prima cappottina l’hanno prodotta per un amico – ricorda l’Ad –: aveva telaio in legno, con tutte le difficoltà che comporta piegare quel materiale, e copertura in cotone. Fatta e montata quella, altri hanno iniziato a chiederci quel prodotto, tanto che siamo arrivati, primi in Italia, a brevettarlo».

Alle cappottine, le classiche tende curve applicate per schermare dal sole le finestre, Pratic è passata nel decennio successivo alla produzione delle tende a braccio estensibili, negli anni Novanta alle pergole in Pvc per arrivare, nel 2013 a presentare al mercato le pergole bioclimatiche, che hanno dato una spinta decisiva ai ricavi. L’azienda è cresciuta in parallelo: dal garage di Ceresetto, a Martignacco, è passata a un primo capannone, quindi si è trasferita a Fagagna, dove ha tutt’ora sede, e ha costruito in tre interventi successivi uno stabilimento pluripremiato – a disegnarlo lo studio Geza di Udine – capace di dialogare, com’è nel Dna dell’impresa, con l’ambiente circostante.

Trentamila metri quadrati in tutto che oggi ospitano la produzione, l’impianto di verniciatura interno – «un unicum per le imprese del nostro settore», sottolinea Orioli – il nuovo magazzino di stoccaggio. Una crescita gestita da Edi e dal fratello Dino, entrati in azienda negli anni Ottanta ad affiancare i genitori. Dino a tempo pieno, Edi diviso tra azienda e passione per le moto, che lo porterà nel tempo a vincere ben 4 Parigi-Dakar.

«Compiuti 18 anni e fatta la patente ho preso la Mini rossa di mia mamma e sono andato a Molvena, a Vicenza, a bussare alla porta di Dainese per chiedergli una sponsorizzazione. Mi hanno detto di sì». Negli anni colleziona diversi titoli nazionali e mondiali di enduro e ben quattro vittorie – su 19 partecipazioni, di cui 11 in moto – alla Parigi-Dakar. La prima nel 1988: è il primo italiano di sempre a far sua la gara.

«All’epoca – ricorda Orioli – i giorni di gara erano 22. Durissima, ma sono stato l’unico pilota che su 11 partecipazioni di fila non si è mai ritirato».

Mentalità che quando dopo l’abbandono delle corse lo ha portato in azienda. «Penso subito al traguardo, agli ostacoli da superare, a quanto tempo ci vorrà per fare tutto. È una forma mentis che mi porto dietro dalle corse – spiega l’ad – insieme al coraggio di rischiare, perché come in moto anche chi guida un’azienda deve prendersi dei rischi, delle responsabilità su dei progetti che ha sognato e crede possano funzionare. Poi ci vuole un po’ di fortuna».

Tra i rischi c’è la scommessa, vinta, sulle pergole. «Le avevo viste girando l’Europa, ma volevo far qualcosa di meglio. Così nel 2013 abbiamo lanciato la bioclimatica: una struttura solida con una copertura fatta di lamelle orientabili e chiusure laterali con tessuti schermanti o con vetri che trasformano la pergola in una vera e propria stanza, un prolungamento esterno per le case così come per alberghi e ristoranti. Perché bioclimatica? Perché attraverso le lamelle l’aria calda viene portata all’esterno creando un ricircolo naturale e dunque un gradevole microclima» spiega Orioli.

Oggi queste pergole, che si possono accessoriare con vetri, schermature, led e in ultimo anche con librerie, valgono circa il 70% dei ricavi dell’azienda. Un fatturato realizzato al 60% sul mercato domestico e per la parte restante in Europa, Francia e Germania in testa. Paesi dove sono presenti altre aziende del gruppo attive nel settore outdoor con le quali Pratic sta mettendo in piedi un’operazione di cross-selling anche per evitare naturali sovrapposizioni: «In pratica – fa sapere Orioli – faremo pergole per loro, con i loro marchi e i loro listini. Abbiamo passato l’ultimo anno e mezzo a strutturare quest’operazione che ora inizia a muovere i primi passi». E che promette di portare nuova linfa ai conti di Pratic, che in questo periodo stanno beneficiando anche di una delle rare commesse per il mondo contract, frequentato episodicamente dall’azienda friulana: «Stiamo realizzando 600 tende per le camere di tre navi da crociera in Olanda. Una significativa boccata d’ossigeno per aziende come la nostra – conclude – che devono fare i conti con una forte stagionalità».

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