Beneteau, due nuove linee: una sarà dedicata al refitting

Il cantiere di Monfalcone del colosso francese si prepara a investire e ad ampliare l’attività. Casadei: «Il mercato delle barche a motore oggi è quello che ha il maggior potenziale»

Giorgia Pacino

 

Nelle parole di Michelangelo Casadei, che dal 2024 guida la business unit Motor yachting di Groupe Beneteau Italia, il sito produttivo monfalconese del gruppo francese della nautica da un miliardo di fatturato, sta vivendo la fase 3.0 della sua storia. E si prepara ad ampliare l’attività, con una quarta linea di produzione di imminente avvio e una quinta dedicata al refitting.

Acquisito nel 2011 dalla slovena Seaway con l’ambizione di lanciare un marchio di lusso, Monte Carlo Yacht, dal 2021 al 2024 il sito è stato oggetto di una importante reindustrializzazione e destinato alla produzione di grandi imbarcazioni a motore e a vela. L’anno scorso la scelta del gruppo di riorganizzare la produzione per segmenti di business, facendo di Monfalcone uno dei due assi fondamentali del Motor yachting, che vale il 25% del fatturato del gruppo.

«Il mercato delle barche a motore oggi è quello che ha il maggior potenziale di espansione», spiega Casadei. «Dal 2024 Monfalcone copre la fascia più alta della gamma, con la produzione di Prestige M7 e M8 e Beneteau Grand Trawler 63, con la missione di combinare la grande expertise industriale di Groupe Beneteau con la capacità di creare prodotti di eccellenza che la nautica italiana tradizionalmente offre».

Nel cantiere sull’Adriatico Gbi produce barche a motore di lusso dai 65 piedi in su, dai 12 ai 24 metri, e impiega tra interni ed esterni circa 200 persone. L’intera business unit, che opera anche con un cantiere attivo a Nantes, nel 2024 ha raggiunto i 300 milioni di fatturato, sul totale di gruppo pari a 1,034 miliardi, e conta circa 700 persone sui 6.500 dipendenti complessivi.

Il gruppo francese opera con 16 siti produttivi in Francia, Stati Uniti, Polonia, Italia, Portogallo e Tunisia. La vela rappresenta il 50% del fatturato, il restante si divide tra dayboating (piccole barche con motore fuori bordo) e, appunto, motor yachting. «In questa sua terza fase di vita dedicata al motor yachting il sito di Monfalcone diventa un asse strategico per la crescita. Significa lavorare su persone, potenzialità e miglioramento del prodotto e fare investimenti proporzionati, che speriamo abbiano una ricaduta anche occupazionale», prosegue il general manager.

Nonostante il calo generale che sta vivendo il settore della nautica, dopo il boom del post Covid con ordinativi e consegne raddoppiate rispetto al periodo 2021-2022, il gruppo francese si attende un 2025 in continuità con l’anno passato, con il vantaggio di aver ormai riallineato la macchina produttiva alle reali richieste del mercato attuale. Se l’anno chiuderà ancora in calo per la vela, per la divisione motore si prevede invece un andamento stabile. Che fa ben sperare in vista della ripartenza, attesa per il 2026.

«A Monfalcone in questo momento abbiamo attive tre linee di produzione su cinque e stiamo investendo su un prodotto nuovo che farà ripartire la quarta linea», anticipa Casadei. «Stiamo poi tenendo una quinta linea disponibile per attività di refitting su unità e catamarani di grandi dimensioni per la parte vela».

L’idea è quella di consentire il recupero di barche con almeno dieci anni di attività alle spalle, che si avvierebbero al fine vita, con un terzo dell’investimento che occorrerebbe per acquistarne una barca nuova. Con un vantaggio anche in ottica di economia circolare. «Monfalcone oggi è attrezzata per realizzare il processo completo per tutta l’attività di produzione e vendita. Rappresenta una nicchia importante per il gruppo – conclude Casadei – con la parte di produzione a più alto valore aggiunto».

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