Dall’Austria a Trieste, il viaggio tutto digitale di Autamarocchi. «Necessità strategica»
Il gruppo del trasporto ha partecipato a una sperimentazione per digitalizzare i flussi documentali e i controlli doganali

Un flusso export intermodale dall’Austria al porto di Trieste gestito interamente in digitale. È il progetto pilota di cui si è resa protagonista Autamarocchi, il gruppo triestino del trasporto specializzato in container e Ftl in Italia e in Europa. La società che nel 2025 prevede di raggiungere i 270 milioni di euro di fatturato consolidato, come annunciato a Top500 Trieste dalla chief financial officer Manuela Braiuca, punta ad ampliare la propria presenza nel settore dell’intermodalità e spingersi in direttrici nuove, dal Nord Europa fino al Mediterraneo.
Insieme a Circle Group, pmi innovativa specializzata nella digitalizzazione dei processi portuali e logistici, e Accudire, start-up che usa blockchain e Ai per digitalizzare i flussi documentali e logistici lungo la supply chain, Autamarocchi ha preso parte alla sperimentazione dell’eFti4Eu, il programma europeo per la digitalizzazione dei trasporti, dei controlli e dei flussi tra operatori logistici, piattaforme pubbliche e autorità di controllo.
L’obiettivo era testare la piena interoperabilità tra sistemi pubblici e privati nella digitalizzazione della documentazione di trasporto e dei controlli doganali. Due i test effettuati: uno al porto di La Spezia, focalizzato su un flusso import intermodale seguito dalla bolzanina Gruber Logistics, e uno al porto di Trieste, relativo a un trasporto export intermodale.
Quest’ultimo ha coinvolto Autamarocchi, impegnata appunto in un trasporto transnazionale dall’Austria all’Italia, passando per la Slovenia, con un’operazione di export extra Ue dal porto di Trieste. Nel corso del viaggio la versione elettronica della lettera di vettura internazionale, la e-Cmr, è stata generata, firmata e condivisa in tempo reale tra tutti gli attori della catena logistica, dall’autista fino all’Agenzia delle Dogane. I controlli sono stati automatizzati da parte della polizia stradale e i dati sono stati sottoposti a validazione digitale lungo tutto il percorso.
«Il successo del pilot e-Cmr che abbiamo concluso dimostra una cosa fondamentale: la dematerializzazione e la piena interoperabilità tra tutti gli attori della supply chain non sono più solo un’opportunità, ma una necessità strategica a livello europeo», hanno dichiarato Roberto Vidoni, ad di Autamarocchi, e Antonio Suraci, program manager innovazione, commentando i risultati dell’esperimento.
Il gruppo triestino nel 2024 ha focalizzato ampia parte dei propri investimenti sulla digitalizzazione della supply chain e sul rinnovo della flotta. Con circa 1.250 dipendenti tra autisti, impiegati e tecnici di officina e una flotta composta da 770 trattori stradali, 1.350 semirimorchi toutliner e 700 porta-container, il percorso di innovazione si concentra oggi sull’introduzione graduale dell’intelligenza artificiale per migliorare pianificazione ed efficienza.
La digitalizzazione dei trasporti e la trasformazione dei flussi informativi realizzata dal programma europeo va in questa direzione: ridurre la complessità, migliorare la collaborazione tra attori diversi e costruire processi più fluidi, trasparenti e sostenibili. «Per questo – proseguono Vidoni e Suraci – auspichiamo una forte accelerazione nell’adozione di questi standard da parte del legislatore e un rapido recepimento da parte degli enti regolatori nazionali. Come azienda leader nel trasporto Ftl, intermodale e container, abbiamo identificato un enorme valore aggiunto. I benefici principali sono chiari: riduzione dei costi, un significativo efficientamento dei processi e una compliance normativa più snella».
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