Mps su Mediobanca, si gioca l’ultima partita del risiko bancario

Ora che l’Ops di Piazzetta Cuccia su Banca Generali è decaduta, Siena ha campo libero. L’ad del Monte Luigi Lovaglio ha già fatto capire che vuole sostituire l’ad Alberto Nagel

Roberta Paolini

Il risiko bancario è ormai alle battute finali. Da quando UniCredit accese la miccia con il tentativo di scalata su Commerzbank, il domino delle operazioni straordinarie non si è più fermato. Prima Banco Bpm su Anima, poi la contromossa dello stesso gruppo di Andrea Orcel sulla banca milanese. La prima Opa si è chiusa con successo, la seconda – l’Ops di Piazza Gae Aulenti su Piazza Meda – è invece naufragata sotto il peso del Golden Power esercitato in modo anomalo dal governo, su un’operazione tutta interna al sistema italiano.

Da lì in avanti è stata una catena: Banca Ifis su Illimity, offerta mista azioni e contanti conclusa positivamente; Bper su Popolare di Sondrio, anch’essa chiusa con successo. Ma il detonatore vero e proprio è arrivato con l’Ops di Mps su Mediobanca, unica partita ancora aperta, con data di scadenza l’8 settembre.

Nel mezzo, il progetto ambizioso di Mediobanca: scambiare il 13,1% di Generali con la totalità delle azioni di Banca Generali, creando un campione del wealth management e sancendo l’uscita dal tempio storico della finanza italiana. Ma l’assemblea ha detto no. Con un 42% di voti tra contrari e astenuti – UniCredit, Delfin, Caltagirone, le casse previdenziali ed Edizione – l’operazione è caduta nel vuoto, lasciando sul terreno un’anomalia evidente: a far saltare il banco sono stati gli astenuti (32%).

Il filo rosso che lega Siena, Milano e Trieste è sotto gli occhi di tutti. In Mps, Mediobanca e Generali ricorrono sempre gli stessi azionisti, privi di un patto formale ma portatori di una visione comune sulla governance futura.

Il nodo resta Piazzetta Cuccia. L’ad del Monte, Luigi Lovaglio, ha già manifestato la volontà di individuare un nuovo vertice per Mediobanca: l’occasione potrebbe essere l’assemblea del 28 ottobre, chiamata ad approvare il bilancio. Da quella nomina dipenderà anche la gestione del 13,1% di Generali.

In questo scenario intricato, appare difficile che Mps possa toccare con tanta agilità prima la governance di Mediobanca e magari a cascata quella del Leone (anche se il ceo Philippe Donnet viene dato per il futuro stabile sulla tolda di comando).

Alberto Nagel, alla guida di Mediobanca da vent’anni, dall’8 settembre rischia di trovarsi un nuovo azionista di controllo, Mps, con Delfin e Caltagirone pronti a giocare la partita insieme al Mef, che Siena prima l’ha nazionalizzata e poi risanata. La Bce, nel via libera all’Ops, ha chiesto un piano di integrazione dettagliato, con focus sulla governance, sul coordinamento strategico e operativo tra Siena e le controllate e sull’assetto dei board.

Delfin, dal canto suo, il 12 agosto ha ricevuto l’autorizzazione a salire fino al 20% di Mps, alla stessa condizione del 2020 su Mediobanca e cioè che «non venga esercitato il controllo, neppure di fatto, sulla banca». Un puro investimento finanziario, insomma.

Mandare a casa Nagel non sarà così semplice, ci sono le indicazioni di Bce da considerare, c’è sicuramente una questione di buonuscita e c’è pure il fatto che il ceo di Piazzetta Cuccia non ha alcuna intenzione di andarsene, per il momento. Eppure i nomi sondati o sondabili per un dopo-Nagel circolano già: Mauro Micillo, ceo di Banca Imi, e Marco Morelli, presidente esecutivo di Axa Im.

Intanto, a Piazza Affari, Banca Generali ha recuperato terreno (+3,5%) dopo la bocciatura dell’Ops di Mediobanca e la fine della passivity rule che aveva congelato le mosse della banca guidata da Gian Maria Mossa. In un report, Ubs si aspetta a breve l’annuncio del nuovo business plan.

Banca Generali corre in Borsa, mani libere su piano stand alone
La redazione
La facciata della filiale di Lugano di Banca Generali

Tramontato il disegno di Nagel di creare un gigante del Wealth Management, gli investitori hanno riportato l’attenzione sul piano stand alone di Banca Generali. Il vecchio si chiude a fine anno. Le linee guida del nuovo sono già state fissate dal cda il 26 giugno e illustrate agli analisti il 29 luglio con la semestrale, includendo l’accordo di insurebanking con Generali.

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