Venezia è il più bel film
Percorsi oltre la Mostra del Cinema. Da Ca’ Pesaro a Palazzo Grassi, affacciate sul Canal Grande, con le esclusive collezioni. Un giro in bici al Lido oppure una passeggiata nel cuore storico tra chiese e palazzi

Film e stelle sulle tracce del Leone d’Oro, arte e architettura in mostra, i percorsi tra cielo e laguna e il richiamo dei palazzi patrizi, la sfida tra i campioni del remo e la cinquina di scrittori rivali. Scampata alle spire dell’overtourism, Venezia promette un finale di stagione allettante, scandito dalla Mostra del Cinema (27 agosto-6 settembre), l’evento più atteso che ai titoli in anteprima mondiale abbina scampoli di star system e feste esclusive.
Ma il Lido, microcosmo dal cuore liberty, il piccolo aeroporto Nicelli su pista d’erba e il campo da golf anni Trenta, non è riserva esclusiva dei cinefili né esaurisce l’appeal tra spiagge, Casinò e alberghi alla moda.

Si parte in bici
Così, chi inforca la bici (noleggiabile ovunque) si imbatte in scorci fascinosi: il lungomare orlato dai Murazzi, barriera in pietra d’Istria dalla Serenissima; l’antico villaggio di pescatori a Malamocco, eletto terra promessa dell’arte povera; le dune sabbiose e l’oasi degli Alberoni, dominate dal faro Rocchetta.

L’estuario? Scontata la triade Murano-Burano-Torcello (quest’ultimo è l’autentica culla della civiltà d’acqua) chi ama i pesci guizzanti e il volo dei fenicotteri non trascuri l’isolotto di Lio Piccolo e i suoi bacaréti appetitosi. Il cinema nell’” isola d’oro” , sì.
Evocato dall’Hotel Des Bains (“Morte a Venezia” di Luchino Visconti) e dall’Excelsior (la cena di Noodles e Deborah in “C’era una volta in America” ), diventa il set di 007 e Indiana Jones, Johnny Depp e Angelina Jolie, il giovane Casanova e il cupo Shylock-Al Pacino.
Il palazzo del Cinema
Cuore della manifestazione, il Palazzo del Cinema con la Sala Grande – dedicata alle pellicole più importanti e alla cerimonia di premiazione – la rinnovata Sala Darsena, le sale Volpi, Perla, Giardino. A due passi, la Sala Casinò e il PalaBiennale, tensostruttura affollata dalla doppia proiezione serale per il pubblico.
Infine Sala Corinto e Astra, spazi aggiuntivi perlopiù ad accesso limitato. I biglietti, gli abbonamenti e l’apprezzato accredito “Venice Immersive” si acquistano sul sito della Mostra (labiennale.org/it/cinema/2025) che pubblica il programma completo day by day – film senza tregua, dalle 8.30 alle 22.30 – corredato da news e anticipazioni sugli incontri con registi e attori.
In città
Un quarto d’ora di traghetto, ecco la città dei Dogi: palcoscenico abituale (” Anonimo Veneziano”, “Tutti dicono I love You” , “Pane e tulipani” , tra tutti) eppure capace di sorprendere – una volta ancora – nel recentissimo “Di là dal fiume e tra gli alberi” , tratto dal romanzo di Ernest Hemingway, girato in calli e campi desertificati dalla pandemia.
Le mete? Scontati i poli d’attrazione di Rialto e San Marco, evitiamo elenchi torrenziali di chiese storiche – 250 quelle censite! – salvo segnalare “must” quali la Basilica dei Frari, la Chiesa e la Scuola Grande di San Rocco, Santa Maria Formosa, San Giorgio Maggiore (con l’imperdibile visita alla Fondazione Giorgio Cini e al Labirinto di Borges), Santa Maria del Giglio, il Redentore, Santi Giovanni e Paolo, San Sebastiano, i Gesuiti, la Salute…
Tra palazzi
Dal sacro – esaltato nei dipinti di Tintoretto e Tiziano – al profano, scolpito nei palazzi dell’aristocrazia che resse la Repubblica del Leone. Affacciati sul Canal Grande, spiccano Ca’ Pesaro (che ospita la Galleria internazionale d’arte moderna), Ca’ Vendramin Calergi già dimora di Richard Wagner, Ca’ d’Oro e Palazzo Grassi con l’esclusiva collezione François Pinault, Ca’ Rezzonico e il Museo del Settecento, Ca’ Foscari sede dell’omonima università, i palazzi Mocenigo e Contarini del Bovolo, il Fontego dei Turchi e, last ma di certo non least, Palazzo Fortuny dalle eclettiche esposizioni. Non basta.
Biennale architettura
Fino al 23 novembre, il 2025 offrirà la Biennale Architettura: “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva.” , il titolo dell’edizione che raccoglie oltre 300 contributi e più di 750 partecipanti: “Architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e codificatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti” , inanella il curatore Carlo Ratti.
Le mostre? C’è l’imbarazzo. Da non perdere – giurano i critici – la retrospettiva del fotografo Robert Mapplethorpe a San Giorgio; “L’oro dipinto. El Greco e la pittura tra Creta e Venezia” a Palazzo Ducale; “Il Correr di Carlo Scarpa 1953-1960” nell’omonimo museo; La storia della ditta Fratelli Toso in 250 pezzi al Museo del Vetro, le stupefacenti Gallerie dell’Accademia. Che altro?
Se l’emozione settembrina arriverà dalle onde – l’amatissima Regata storica è in calendario domenica 7 – l’ultimo sigillo spetterà ai finalisti del Campiello: il Premio letterario, di tradizione e prestigio, sarà assegnato nella notte di sabato 13, alla Fenice. Sipario. —
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