Monfalcone, la città di “Tramonti a Nord Est”
I versi della canzone di Elisa accolgono il visitatore tra acqua e fortezza. La Rocca è memoria viva, resta il cuore della città. Il mastio a pianta quadrata è cinta da una struttura muraria circolare, a blocchi di oltre tre metri


“Parlami come il cielo con la sua terra”, guardano in alto lungo corso del Popolo a Monfalcone (Go) i versi della famosa canzone “Tramonti a Nord Est” della concittadina Elisa danno un benvenuto luminoso di luci al neon.
L’etimo della località deriverebbe da Montis Falconis, mentre l’appellativo “città dei cantieri” è legato alla presenza secolare dell’industria navale, ma non è solo questo.
Guardando in alto appunto dalla centrale spianata di piazza della Repubblica, al culmine della scalinata Granatieri, lo sguardo è colpito dalla Rocca, 85 metri sul livello del mare, edificio difensivo simbolo e punto strategico di osservazione dal Carso verso il mare.
La storia
Alla fine dell’anno mille la città è dominio del Patriarcato di Aquileia.
Il territorio passò di mano varie volte nei secoli ma fu la Serenissima a lasciare il segno con il Leone di San Marco in pietra, che vigila sulla porta d’accesso corredato dall’iscrizione datata 1525; trattasi di copia ma pur sempre simbolo forte.

Alla fine del XVI la costruzione della fortezza di Palmanova ne indebolì il ruolo di difesa, la caduta della Serenissima poi fece il resto. Abbandonata per secoli ritrovò un ruolo strategico di avamposto durante la Grande Guerra.
Quello che noi vediamo è il risultato dopo i restauri degli anni ’50 del secolo scorso. Il mastio a pianta quadrata è cinto da una struttura muraria circolare di blocchi di pietra dello spessore di oltre tre metri. Un ballatoio copre l’accesso ai locali destinati alla guarnigione, nel cortile due pozzi-cisterna, nel torrione gli spazi sono angusti ma sicuri. Dall’alto la vista si estende sulla città, sul golfo di Panzano estrema propaggine a nord dell’Adriatico.
Le visite guidate
Due sono le tipologie di visite guidate: una legata alla Prima Guerra mondiale, andando a ripercorre le battaglie dell’Isonzo dal punto di osservazione delle alture del Carso, e la seconda più attinente la storia della fortezza e sue caratteristiche architettoniche. Entrambe hanno una durata di circa un’ora.
All’interno della Rocca è allestita una delle due sezione del Museo Paleontologico cittadino. Espone vari tipi di rocce, strati orografici e un plastico del territorio carsico ma anche reperti di vegetazione.

Racconta la storia della speleologia, le metodologie, con l’esposizione di attrezzature ed abbigliamenti utilizzati dal secondo dopo guerra fino ad oggi. Nella sede cittadina di via Valentinis n. 134 trovano spazio le collezioni geologiche-paleontologiche, la biblioteca geo-paleontogica e fossili.
Prima di arrivare alla Rocca però è possibile entrare nelle viscere della terra e rivivere le paure dei monfalconesi durante i bombardamenti aerei angloamericani che tanta distruzione e morte causarono durante le pesanti incursioni che colpirono la città tra il 1944 e il 1945.
Azioni mirate a distruggere i cantieri che produceva principalmente navi militari e da trasporto per la Regia Marina, oltre a componenti aeronautici, in particolare gli idrovolanti CANT.
La Galleria Rifugio
La Galleria Rifugio recentemente riaperta alla visita, è lunga 266 metri, larga 6, alta 5 e poteva accogliere centinaia di persone. All’interno si incontrano le sagome parlanti di civili, noti e ignoti, unitamente a pannelli esplicativi.
Effetti sonori e installazioni multimediali ricreano i rombi degli aerei e il fragore delle bombe. Una timeline luminosa guida il cammino. Data la particolarità dell’ambiente con temperatura interna di circa 12° e un alto tasso di umidità, sono ammessi piccoli gruppi di massimo 25 persone con abbigliamento e calzature adeguati.
Scendendo in città è possibile fare una visita alla Galleria d’arte contemporanea dove è allestita fino a novembre la mostra "L' anima ignuda nell'isola dei beati”: omaggio al filosofo ebreo goriziano Carlo Michelstaedter.
La Galleria Rifugio – www.turismofvg.it, www.comune.monfalcone.go.it – info telefono 3346000121– offre un allestimento con effetti sonori multimediali di racconto storico e di memoria.
Ingresso dalla Salita alla Rocca, accesso solo con le guide, sabato e domenica dalle 10. Al piano terra del Comune è visibile un’area archeologica medievale con reperti di ceramiche e suppellettili databili tra il tredicesimo e il quattordicesimo secolo.
Tutte le informazioni utili
Per la Rocca: da piazza Repubblica bus gratuito (internet www.comune.monfalcone.go.it) oppure 15 minuti a piedi lungo via S. Francesco, superato il parcheggio di Salita della Rocca si prosegue fino alla cima, accolti dal leone di San Marco con il libro aperto, in segno di pace. Orari ingresso sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
Ingresso e visite guidate gratuite, booking@comune.monfalcone.go.it, telefono 334 600 0121.
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