Moggio, un piccolo mondo di larici e faggi
Nel borgo a 40 km da Udine torrenti, ricordo industriale e abbazia benedettina. Un doppio
presidio slow food con iniziative natalizie con oltre cento presepi e decorazioni tradizionali


Chiome di larici e faggi si tingono in autunno nei boschi di Moggio Udinese di mille sfumature, un foliage dai colori caldi del giallo, arancio e rosso. Il terreno diventa un tappeto morbido e variopinto che attutisce i passi.
Mueç in friulano è un luogo di vita contemplativa e vivacità culturale, baricentro di diversi percorsi naturalistici, territorio di riserve naturali e di torrenti e rii, dall’Aupa al Glagnò e Alba.
Un luogo di pietre che raccontano l’esistenza di un castelliere romano sul colle di Santo Spirito dominante la valle del fiume Fella, di capacità industriale già nel ’700 nel settore tessile con Jacopo Liniusso. Un luogo di memoria viva nelle tradizioni culinarie e di produzione casearia, nella rievocazione storica accompagnata da convegni, concerti, mostre di artigianato e di arte contemporanea (info 0433 51514).
Il complesso abbaziale
Ma fra le tante unicità il complesso abbaziale benedettino intitolato a San Gallo, patrono che si festeggia il 18 e 19 ottobre con concerti e incontri, fondato nell’anno mille. Ospita il monastero delle suore Clarisse sacramentine, comunità nata nel 1985 con l’arrivo da Venezia di tre sorelle per vivere la vita spirituale e contemplativa in clausura, votata alla preghiera.
Oggi le monache sono sette, dall’alba al tramonto sono testimonianza di esistenze consacrate a Dio che non escludono l’incontro con persone in cerca di conforto dell’anima ma anche di umana comprensione.

L’abbazia, nei secoli luogo di grande potere temporale, fu consacrata da Ulrico di Eppenstein, abate di San Gallo in Svizzera, uno dei monasteri più importanti dell’Alto Medioevo. L’attuale chiesa è settecentesca, adorna di preziose opere d’arte, fra queste il maestoso Cristo crocefisso in noce dipinto del 1466, dalla forza penetrante e l’organo del XVIII secolo, il più grande del Friuli.
Entrando nel vestibolo del monastero, attraverso una vetrata, si può ammirare il chiostro. Di fronte, sulla spianta d’erba, poderosa la Torre del castello poi trasformata in carcere, oggi contenitore di mostre e convegni. In basso nella vallata scorre il fiume Fella, sulla riva da quasi centro anni è attiva una cartiera, fondamentale per l’economia del paese. Il centro sa sorprendere, accogliente e elegante fra architetture di pietra e legno, una palazzina Liberty accanto al Municipio dalla facciata porticata.
Come arrivarci
Moggio dista circa 40 chilometri da Udine per chi arriva da fuori regione via A4 e A23, uscita Carnia-Tolmezzo, quindi percorrendo la SS 13 Pontebbana direzione Tarvisio.
L’accesso principale dal Ponte della Vittoria, ricostruito dopo la demolizione durante la Grande Guerra con l’obiettivo di fermare le truppe austro-ungariche dopo la disfatta di Caporetto. Il territorio comunale è vasto e montuoso con paesaggi di commovente bellezza, percorso da diversi anelli ciclopedonali, per tanti ma non per tutti.

Oltre dieci le frazioni, fascinose sempre, spesso disabitate. A Stavoli si giunge solo a piedi, un’ora abbondante dal centro, niente inquinamento, tanta pace e silenzio avvolti dai boschi e dalle vette delle Alpi Giulie e Carniche.
Presidio slowfood
Moggio è doppio presidio slowfood: recente l’inserimento della caciotta e del primo sale da latte di capre qui allevate e delle rape di montagna con le quali preparare, dopo una lunga macerazione, la tradizionale minestra brovedâr.
Sarà uno dei piatti del periodo natalizio quando il centro e le frazioni ospiteranno oltre cento presepi e decorazioni tradizionali. Bisognerà invece attendere luglio per assistere alla rievocazione storica della cessione di Moggio al patriarca di Aquileia nell’anno mille.
Tito Maniacco poeta e insegnante ha raccontato nel romanzo “Mestri di mont” la sua esperienza in questi luoghi dove il tempo scorre secondo ritmi antichi. La Prima Guerra mondiale qui ha scritto pagine indelebili, ma questa è un’altra storia.
Nella Torre un gemellaggio tra artisti
La Torre è un affascinante spazio espositivo dove fino al 19 ottobre è allestita la mostra “Contemporanea Tagliamento - Re-Cordare di Ugo Gangheri ed Enzo Valentinuz”.
Due artisti amici e nati nello stesso giorno, mese e anno, affini e in sintonia nella creazione artistica libera da vincoli figurativi, votata alla materia e al colore.
Aperto da venerdì a domenica, dalla 15 alle 18 per info e prenotazioni ProLoco 0433 51514 proloco@moggioudinese.info.
“Era solo ghiaia”: il racconto di memoria
“Era solo ghiaia”: progetto etnografico, racconto sonoro di memoria, lavoro e identità della gente di Moggio che lavora in riva al Fella nella storica cartiera. Una ricerca dell’associazione Etrarte www.associazionetrarte.it, coordinata da Eleonora Cedaro con Alexandra Genzini e Marco Stefanelli in collaborazione con l’Archivio storico fotografico –
www.phototecamoggio.altervista.org, dove ascoltare le interviste e vedere le opere dell’artista Chiara Nordio.
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