Kate e la maledizione dei Galles, Caprarica racconta «sette secoli di inspiegabili coincidenze»

La presentazione del libro a pordenonelegge, con il direttore dei quotidiani del gruppo Nem, Luca Ubaldeschi: dalle principesse ai segreti, tra retroscena e gossip, della famiglia reale più conosciuta al mondo

Laura Venerus
Il direttore Ubaldeschi con Caprarica (foto Petrussi)
Il direttore Ubaldeschi con Caprarica (foto Petrussi)

Un incontro per parlare delle principesse del Galles, fin dalla capostipite Giovanna del Kant per giungere ai giorni nostri, con la celeberrima Kate (o, meglio, come desidera farsi chiamare, Katherine per esteso) Middelton, e delle loro sfortune: con Antonio Caprarica, la corona inglese non ha segreti e così l’appuntamento di pordenonelegge per presentare il libro “Kate e la maledizione dei Galles” si è trasformata in un’appassionata e divertente disamina della famiglia reale più conosciuta al mondo.

Assieme a lui, Luca Ubaldeschi, direttore dei quotidiani del gruppo Nem (Nord Est multimedia) il quale è entrato subito nel nocciolo della questione. «Sono due i temi che emergono dal libro – ha esordito – Kate e maledizione. Ci sono aspetti abbastanza sorprendenti che escono dal canovaccio di un racconto di cui già sappiamo. In realtà si scoprono altre cose che nel racconto giornalistico non c ‘è tempo e modo di approfondirle».

Il pubblico in piazza per l'evento
Il pubblico in piazza per l'evento

«In queste due parole – ha confermato Caprarica, per quasi 15 anni corrispondente Rai da Londra – si individua il perno del libro. Se alle maledizioni, oggi, come eredi dell’illuminismo, non ci si crede più, è pur vero che mi sono limitato a mettere assieme alcune coincidenze e, se date un’occhiata alla vicenda storica dei Galles nell’arco di sette secoli, essa è accompagnata da questo evento inspiegabile che si definisce sfiga!».

Pur partendo dagli albori con le vicende di Giovanna del Kant, anche nei giorni nostri è facile constatare come le donne a cui è attribuito questo titolo regale subiscano delle pesanti ripercussioni: Diana ne è un esempio, così come Kate che, in un video diffuso in tutto il mondo, il 22 marzo dello scorso anno annunciò di avere il cancro. «Camilla invece si è ben guardata dal diventare principessa del Galles – ha osservato Caprarica – . Quando è diventata moglie di Carlo, per ragioni di opportunità politica, non potendo prendersi il titolo che era stato di Lady Diana, ha assunto il titolo di Duchessa di Cornovaglia». Questa, per inciso, è la versione ufficiale: probabilmente Camilla conosce i retroscena ed è stata alla larga dalla possibilità di divenire una principessa del Galles.

Il dialogo tra il già corrispondente da Londra e il direttore di Nem è presto passato ai retroscena e ai gossip, fin dall’ingresso di Kate nel mondo aristocratico della famiglia Windsor. «La regina Elisabetta ha faticato ad accoglierla, alla luce dell’esperienza vissuta con Diana – ha spiegato Caprarica – . Ma ha ben presto cancellato i pregiudizi, dopo due settimane di vacanza insieme. Camilla invece non ne è mai stata entusiasta».

Tra suocera e nuora, pur accostandole spesso per la loro origine, emerge una differenza sostanziale, come ha messo ben in chiaro Caprarica. «Camilla, è vero, non ha origini aristocratiche – ha rilevato – ma è sempre stata stretta nell’abbraccio della famiglia reale: faceva parte della cosiddetta upper class. Kate no: lei proviene dalla working class, da una famiglia di falegnami e muratori. La nonna materna gestiva un negozio di indumenti intimi nella periferia di Londra. Questa ragazza si è confrontata con lo snobismo, che è una caratteristica tipica inglese e per la quale ci metti di più a essere accettato».

Infine, un passaggio sul recente “Trump Truman show”, come lo ha definito Caprarica: la visita del presidente degli Stati Uniti nel Regno Unito. «La scena – ha descritto divertito – è un po’ quella che si viveva nel passato, quando tornava lo zio d’America e si sperava che potesse sganciare qualche spicciolo. Ebbene, Trump, estasiato dalla bellezza di Kate, ha sganciato la bellezza di 350 miliardi di dollari. E tutto questo grazie al sorriso della principessa del Galles»

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