Nuovo ciak per Morte a Venezia secondo la reinterpretazione di Ferraro
Il regista Fabrizio Ferraro, autore di numerosi documentari, rilegge il racconto di Mann. Il film, con protagonista Pablo Sigg, sarà girato anche a Napoli. Uscirà in sala nell’autunno del prossimo anno

A un anno esatto dall’uscita del film “Desert Suite”, presentato in anteprima alle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori nel 2024, il regista Fabrizio Ferraro ha iniziato a Venezia le riprese del suo nuovo film “Morte a Venezia”.
Liberamente ispirato al racconto La morte a Venezia di Thomas Mann, di cui ricorre quest’anno il centocinquantesimo anniversario della nascita e il settantesimo della morte, il film è una produzione Boudu in coproduzione con la società spagnola Eddie Saeta del produttore Luis Miñarro e con Rai Cinema. Protagonista del film è il regista svizzero-messicano Pablo Sigg.
Le riprese, dopo le prime due settimane a Venezia con il patrocinio del Comune e della Città Metropolitana, saranno completate a cavallo tra il 2025 e il 2026 tra Venezia e Napoli, mentre l’uscita del film è prevista per l’autunno del 2026.
Fabrizio Ferraro è attivo dal 2007 e autore di numerosi documentari, da “Suite in amore. Alto/basso/sotto” (2007) a “Je suis Simone - La condition Ouvrière” (2009), “Piano sul pianeta (malgrado tutto, coraggio Francesco!). Il primo lungometraggio è del 2011, “Penultimo paesaggio”, mentre è con “Desert Suite” (2024) che è arrivato a Venezia, nelle Notti Veneziane delle Giornate degli Autori.
Con questo nuovo lavoro, Ferraro realizza un’opera che s’immerge nell’oscurità della crisi attuale utilizzando il testo di Thomas Mann come una bussola: «È proprio questo diffuso senso della fine presente nell’opera di Mann che evoca la sua attuale urgenza», ha detto Ferraro, «Tutto sembra crollare mentre qualcosa rinasce. Ogni fine traccia anche il suo nuovo inizio».
Le nuove riprese arrivano dopo che la Laguna è stata invasa in agosto dal turbine di “Emily in Paris”, la serie Netflix con protagonista Lily Collins nei panni di Emily, una giovane nel mondo del marketing e della moda tra amori e nuove amicizie: iconica (e seguita da polemiche) la scena in cui a San Francesco della Vigna è stata simulata l’acqua alta.
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