Lio Piccolo, scoperta vasca romana per allevare ostriche: l’unica in Italia
Nella Laguna di Venezia, riemerge un ostriarium romano del I secolo d.C. Un sito unico in Italia che rivela l'allevamento di ostriche in epoca imperiale

Una scoperta straordinaria riemerge dai fondali della Laguna di Venezia: a Lio Piccolo, nel comune di Cavallino-Treporti, è stato rinvenuto un ostriarium romano risalente al I secolo d.C., ovvero una vasca destinata al mantenimento e all’allevamento di ostriche.

Si tratta di un ritrovamento unico nel panorama archeologico italiano, che offre nuove prospettive sulla frequentazione romana dell’area lagunare e sulle attività ittiche dell’epoca.
Il sito archeologico è al centro di un progetto di ricerca interdisciplinare avviato nel 2021 dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con le Università di Padova e Firenze, e reso possibile grazie al sostegno del Comune di Cavallino-Treporti, ai fondi del PNRR (progetti CHANGES e PRIN) e alla concessione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per Venezia.
Un vivarium sotto la laguna
La vasca — realizzata in mattoni e tavole di legno di quercia, suddivisa in settori — conteneva circa 300 gusci di ostrica comune (Ostrea edulis), una specie oggi quasi scomparsa dalla laguna. Le analisi al carbonio-14 e dendrocronologiche hanno permesso di datare la struttura alla metà del I secolo d.C.

Accanto alla vasca sono stati rinvenuti pali lignei, fondazioni in mattoni, e resti di una probabile villa marittima: frammenti di affreschi, tessere musive, lastre marmoree e perfino una gemma intagliata da anello, indizio di una frequentazione elitaria.
La struttura ricorda quelle descritte da Marziale lungo le coste dell’antica Altino e testimonia l’alto livello tecnico nella gestione delle risorse marine già in epoca imperiale.
Una mostra per scoprire il passato sommerso
Fino al 2 novembre 2025, il Museo di Storia Naturale Giancarlo Ligabue di Venezia ospita la mostra "Un ostriarium romano nella Laguna di Venezia", a cura di Elisa Costa, che presenta al pubblico i risultati di questa scoperta eccezionale.

L’esposizione include reperti originali, filmati subacquei, fotografie, ricostruzioni digitali 3D e pannelli informativi sul contesto ambientale e archeologico della laguna romana.
Oltre a documentare una pratica alimentare e commerciale raffinata, la mostra rappresenta un’occasione per conoscere l’evoluzione ambientale della laguna prima della nascita di Venezia, rivelando la lunga interazione tra uomo e natura in questo fragile ecosistema.
La scienza al servizio della memoria
Il progetto che ha portato alla scoperta l’antico allevamento di ostriche, ha coinvolto archeologi, biologi, geologi e paleobotanici, che hanno analizzato anche pollini e sedimenti raccolti nella vasca, ricostruendo dettagli inediti sull’ambiente lagunare in età romana.

A onor del vero, l’ostriarium era già stato segnalato nel 1988 da Ernesto Canal, pioniere degli studi archeologici lagunari, ma solo oggi, grazie a nuove tecnologie e a un approccio interdisciplinare, è stato possibile comprenderne la portata.
Il ritrovamento, lo studio e la profilazione archeologica dei reperti dell’ostriarium di Lio Piccolo non rappresenta solo una novità scientifica, ma rilancia anche il tema della tutela del patrimonio culturale sommerso, spesso dimenticato o difficile da raggiungere.
Riproduzione riservata © il Nord Est