Mancini al festival IMP: per fotografare servono identità, motivazione, profondità e tempo

Fotogiornalista italiano di base a Buenos Aires, Karl Mancini porta all’IMP Festival il suo progetto a lungo termine Vivir Para Contarlo, un’indagine visiva sulla violenza di genere e le sue molteplici forme in America Latina. Nato nel 2015, con l’esplosione del movimento Ni Una Menos in Argentina, il lavoro si è sviluppato in capitoli che attraversano paesi, storie e contesti diversi: dalla tratta sessuale legata ai cartelli della droga, alle proteste contro la violenza istituzionale, fino ai luoghi dove le vittime hanno dato vita a nuove forme di resistenza. Al centro, una fotografia fondata sulla relazione umana, sull’ascolto e sul tempo. Molti dei soggetti ritratti fanno parte della vita dell’autore da quasi un decennio: “Quando fotografiamo qualcuno – racconta Mancini – quella persona ci dona la sua storia. E noi dobbiamo essere pronti a fare lo stesso.” Ai giovani fotografi, rivolge un invito alla consapevolezza: prima ancora della tecnica, serve lavorare su sé stessi. “Identità, motivazione, profondità e tempo. Sono questi gli elementi essenziali per costruire una visione autentica.” Video di Elena Padovan e Giovanni Piccolo

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