Friuli Venezia Giulia protagonista alla Festa del Cinema di Roma tra thriller, storia e grandi location

Due film girati a Trieste e Udine – “La lezione” di Stefano Mordini e “Alla festa della rivoluzione” di Arnaldo Catinari – esaltano le atmosfere del territorio. Applausi anche per la serie “Prima di noi” e il doc su Bollani firmato Valentina Cenni

Elena Grassi
Riccardo Scamarcio ha girato alcune scene a Udine
Riccardo Scamarcio ha girato alcune scene a Udine

Friuli Venezia Giulia ancora protagonista alla Festa del cinema di Roma con due film presentati in anteprima e in uscita nelle sale tra marzo e aprile 2026: “La lezione”, psico-thriller di Stefano Mordini con Matilda De Angelis e Stefano Accorsi, ambientato interamente a Trieste, e “Alla festa della rivoluzione” di Arnaldo Catinari con Riccardo Scamarcio e Maurizio Lombardi, in cui Udine “interpreta” la Fiume dell’impresa d’annunziana.

Entrambi i registi hanno pubblicamente elogiato in conferenza stampa l’accoglienza e l’assistenza della Film Commission regionale (Scamarcio anche le osterie del territorio), sottolineando l’importanza delle location non come sfondo dell’azione ma come elemento scenografico fondamentale per la resa delle atmosfere, nel caso della continua tensione latente in “La lezione”, e per l’ambientazione storica in “Alla festa della rivoluzione”.

«Trieste l’ho scelta personalmente, in quanto nel romanzo “La lezione” di Franzoso, da cui è tratto il film, la vicenda si svolgeva in Romagna – svela Mordini – invece io volevo una realtà mitteleuropea, con una luce cangiante e fredda all’interno di un contesto accogliente. È una città che si presta tantissimo al cinema, e che offre naturalmente elementi atmosferici significativi, tra cui la bora. E poi questa relazione tra il mare e la montagna, ben narrata da Saba, è stata importante per creare un contrasto tra la città, con i rapporti formali e di educazione tra i protagonisti, e una casa sul Carso, dove avviene il loro faccia a faccia per la verità».

La storia infatti racconta di Elisabetta, una brillante avvocata, ex vittima di stalking, che deve risolvere le proprie ombre affrontando un ambiguo docente universitario che la contatta per un nuovo caso, dopo essere già stato da lei assistito in precedenza contro l’accusa di violenza sessuale, da cui risultò innocente.

L’impresa di Fiume prende invece le vesti immaginifiche di uno spionaggio internazionale in “Alla festa della rivoluzione” (co-sceneggiato da Silvio Muccino), dove fatti e personaggi realmente esistiti si intrecciano con uomini e donne che hanno vendette personali da perpetrare, approfittando della grande libertà concessa in questo Stato utopico. «Il centro nevralgico di tutte le azioni del film è il palazzo del Comune di Udine – dice il regista Catinari – location iconica perché è un’architettura coeva dell’esperienza fiumana, di cui abbiamo potuto utilizzare anche gli interni per farne il quartier generale di D’Annunzio, e poi abbiamo girato altre scene a Palmanova, Gorizia e Trieste».

Ma il Friuli Venezia Giulia è presente al festival anche nella serie televisiva “Prima di noi” per la Rai, un’epopea famigliare in Val Cimoliana, e nel documentario “Tutta vita” su Stefano Bollani, che la regista Valentina Cenni, ha ripreso tra il teatro Rossetti di Trieste e Palazzo Lantieri di Gorizia. Nella sezione “Alice nella città” grande successo per “L’ultimo schiaffo” di Matteo Oleotto e per i “Corti senza confine” nell’ambito di GO! 2025.

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