Concerto di Capodanno alla Fenice: il 2025 sulle note di Beethoven, Verdi e Puccini
La Fenice di Venezia celebra il nuovo anno con il Concerto diretto da Daniel Harding. Un viaggio musicale tra Beethoven, Verdi e Puccini, con esibizioni di Mariangela Sicilia e Francesco Demuro e coreografie di Marcos Morau

La bacchetta di Daniel Harding è letteralmente planata a Venezia (è pilota d’aereo), insieme alle voci soliste del soprano Mariangela Sicilia e del tenore Francesco Demuro.
È tutto pronto alla Fenice per il Concerto di Capodanno, ma c’è una poltrona vuota: è quella del sovrintendente. «Il mandato del sovrintendente Fortunato Ortombina si è concluso il 12 dicembre», premette il direttore generale Andrea Erri, «il mio compito è di gestire gli affari correnti fino a quando non si ricostituisce il consiglio d’indirizzo».

E, finché il ministero non nomina il suo componente, resta lo stallo. «Speriamo che la situazione si sblocchi in gennaio», afferma Erri. Ma c’è anche da ricordare che almeno cinque teatri cambieranno i vertici in primavera. Mentre la Fenice attende, il palco si è trasformato tra decorazioni floreali, lampadari di cristallo, specchi: il primo concerto sarà questa sera (ore 20), seguito da domani (ore 17), martedì (ore 16) e il primo gennaio (ore 11.15) con la diretta su Rai 1(ore 12.20).
Il programma e le voci soliste
La direzione torna nelle mani del britannico Harding, che lascia la cloche e per la quinta volta guida orchestra e coro della Fenice nel nuovo anno.
«Venezia è la prima città estera che ho visitato quando ero ragazzo», racconta Harding, «da allora sono sempre più innamorato del repertorio italiano. Ricordo poi il Capodanno del 2021, quando suonammo senza pubblico. Ora sono giornate dense: in ogni recita c’è una novità, questa orchestra ha tanta personalità».
Il programma si aprirà con la Quinta Sinfonia di Beethoven, il cui celebre attacco venne definito dal maestro di Bonn «il destino che batte alla porta».
Poi il susseguirsi di arie, con i canonici Puccini con Tosca, La bohème, il “Nessun Dorma” da Turandot (protagonista anche della colonna sonora della seconda stagione della serie Squid Game) e Verdi con l’immancabile brindisi “Libiam ne’ lieti calici” dalla Traviata. Non mancherà un omaggio a Bizet, in vista del 150esimo anniversario della sua morte, con L’Arlésienne suite n.2: Farandole.
In diretta televisiva, le arie saranno accompagnate da momenti di danza, con le coreografie di Marcos Morau per gli artisti di Aterballetto, che in questi giorni sono stati visti far riprese anche a bordo di un vaporetto. I due solisti sono emozionati.
«È la prima volta in questo teatro», sorride il soprano Sicilia, «canterò Giulietta di Gounod, poi Puccini mi ha sempre portato fortuna». «Siamo pronti», afferma il tenore Demuro, già alla Fenice per La traviata con la regia di Carsen.
I numeri e le sfide
Come ogni Capodanno, è l’occasione per tracciare un bilancio. «La biglietteria, nonostante i tre scioperi, supera le stime di 600 mila euro, raggiunge 7,6 milioni», snocciola Erri, «siamo poi un polo di attrazione: con oltre 210 mila spettatori siamo al terzo posto tra i musei dopo Ducale e Guggenheim».
Sui rapporti con i lavoratori, Erri sottolinea che il dialogo continua. «Nel corso di quest’anno ci sono state situazioni abbastanza frizzanti, vogliamo arrivare a un punto comune», afferma, «per dirla con una citazione televisiva, l’amore non è bello se non è litigarello».
I numeri mostrano un 10 per cento in più di abbonati alla lirica, un impatto di 57 milioni che dimostra un moltiplicatore importante: ogni euro investito dallo Stato ne genera 2,7 in esternalità positive.
«Abbiamo toccato anche quota 20 mila studenti attraverso le iniziative education», continua. Per raggiungere il pubblico under 35, il teatro ha coinvolto il dipartimento di Marketing di Ca’ Foscari, cercando di individuare che cosa tenga i giovani ancora lontano dal teatro d’opera. La ricerca ha individuato tre “muri”: il prezzo, il non sentirsi a proprio agio, il non trovare informazioni.
La Fenice quindi ha attivato una “mini stagione” di sinfonica che ha subito riscosso successo, «che potremmo ampliare anche all’opera», riflette Erri.
Rispunta anche il progetto per la città della musica di Marghera, con una novità: «Stiamo istruendo una pratica con un istituto per avere il finanziamento», dice Erri, «non sarà solo un deposito di materiali ma ospiterà anche attività produttive con delle sale polivalenti».
Spinta dalla forza di Beethoven, Verdi, Puccini, Rossini, la Fenice si tuffa nel nuovo anno. E il destino bussa alla porta.
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