Diane von Fürstenberg: «Venezia è la mia musa, qui voglio fondare la repubblica della gentilezza»
La stilista e filantropa Diane von Fürstenberg racconta il suo amore per Venezia, che descrive come simbolo di femminilità, ingegno e futuro. Il suo nuovo libro fresco di stampa trasforma la città lagunare nella culla della sua “terza età”

«Ho sempre pensato a Venezia come una donna, un essere straordinario, una specie di alchimista capace di fondere utilità, creatività e seduzione. Si può dire che Venezia sia la prima startup innovator della storia, praticamente la fondatrice della logistica dello scorso millennio».
A immaginare Venezia come simbolo assoluto di femminilità, eleganza e intelligenza, come una creatura ingegnosa capace di eccellere in ogni campo e di trovare soluzioni pratiche per ogni cosa, ci ha pensato Diane von Fürstenberg, famosa stilista e filantropa, ma soprattutto donna di stile, innamorata di Venezia e ormai cittadina adottiva del capoluogo lagunare, che ha deciso di omaggiare la sua città del cuore con un piccolo ma vivace libro intitolato Serenissima. Solution & Seduction, edito da Marsilio Arte e appena approdato in libreria (pp 48 con 8 ill. a col. bilingue italiano e inglese, € 10,00).

Nato in continuità naturale con il progetto pensato dalla stilista per la 19° Mostra Internazionale di Architettura, cioè la realizzazione in collaborazione con l’artista e illustratore greco Konstantin Kakanias di otto grandi bandiere issate proprio all’ingresso dei Giardini della Biennale per ricordare i volti di Venezia nella storia, il libro riprende, esalta e racconta le multiformi personalità della Serenissima.
Nasce una sorta di narrazione personale e simbolica al tempo stesso, che attraverso le estrose illustrazioni dell’artista e illustratore greco e le seduttive narrazioni della storica e scrittrice vicentina Tiziana Plebani dà forma e sostanza a otto volti di Venezia: maestra di architettura e di ingegneria, mercante, finanziera, musa, diplomatica ed infine simbolo di giustizia ed impersonificazione della repubblica.
«Venezia per me – racconta - è il simbolo dell’energia femminile, assolutamente necessaria oggi con l’uso sempre più ampio dell’intelligenza artificiale».
Alle soglie dei suoi ottant’anni, fascinosa e determinata, considerata la donna più importante della moda dopo Coco Chanel per avere fondato negli anni ‘70 un impero grazie alla creazione del suo wrap dress, il famoso abito a portafoglio in jersey stampato, dal bel palazzo di famiglia nel cuore di Venezia, dove negli ultimi anni si è trasferita quasi stabilmente, Diane racconta come voglia realizzare qualcosa di importante per questa città che ama e in cui si identifica.
«Sono certa che Venezia potrà avere un ruolo fondamentale nella logistica del futuro. Venezia - spiega - nella sua storia ha inventato quasi tutto, sorgendo miracolosamente dall’acqua. È una città con un’energia pazzesca. Per questo ho portato a Venezia il Dvf Awards, il premio che ho fondato per valorizzare donne straordinarie, note o sconosciute. Quest’anno - racconta - il premio che si terrà ad agosto al Teatro Goldoni tra le varie tematiche avrà al centro anche la lotta contro la violenza sulle donne e la questione carceraria».

Se per Diane von Fürstenberg Venezia è sicuramente la città del futuro, a preoccuparla è il caos contemporaneo.
«Non sopporto la mediocrità e la corruzione dilagante e mi spaventano soprattutto le guerre che si stanno moltiplicando. Quello che sta succedendo a Gaza, è insopportabile. Di Trump - aggiunge - non so che dire, voglio vedere come va finire. Sicuramente non ho votato per lui».
Felice di vivere in Italia, alla domanda «cosa pensa della Meloni», taglia corto: «Di lei non so niente. Io non sono una persona di destra, anzi il contrario, ma trovo che abbia le palle. Altre donne che mi piacciono oggi, Hillary Clinton e Christine Lagarde».
Se il 2025 si è aperto per la stilista con la consegna da parte del WEF, il Forum economico mondiale, tenutosi a Davos (GR) del Crystal Award per i suoi meriti come attivista dei diritti delle donne, l’anno prosegue con progetti a lungo termine per Venezia. «Questa città sarà sicuramente il palcoscenico della mia terza età e da qui vorrei realizzare la “repubblica della gentilezza”, un modo metaforico di oppormi al caos contemporaneo e di concentrarmi sul bene.
In questa fase della mia vita voglio mettere ordine per lasciare di me le cose importanti, quelle che contano e che sono state fondamentali. Mia madre - continua - quando aveva 21 anni è stata rinchiusa ad Auschwitz. Per fortuna è sopravvissuta. Mi ha sempre detto: Dio mi ha salvato e tu nascendo mi hai ridato la vita: sei la mia fiaccola di libertà. La libertà è un enorme dono e io in qualche modo lo voglio restituire».
Al centro della vita straordinaria di Diane oggi più che mai la sua famiglia, a cui è legatissima, i suoi due figli e suoi due mariti: il principe Egon von Fürstenberg e poi Barry Diller, ex capo della Paramount e co-fondatore della Fox, che proprio nelle scorse settimane ha raccontato pubblicamente di essere gay, come in precedenza aveva parlato della propria bisessualità anche il primo marito.«Due su due! – dice scherzando. Quando chiedo a Barry perché si è innamorato di me, mi dice “perché tu sei molto donna”. Quello che è certo, è che con me entrambi sono stati uomini».
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