Sarà (comunque) la Biennale d’Arte di Koyo Kouoh

La curatrice scomparsa lo scorso 10 maggio aveva consegnato il progetto, il suo team lo completerà. Svelato il titolo: “In Minor Keys”

Cristiano CadoniCristiano Cadoni
Koyo Kouoh, curatrice della Biennale Arte 2026, scomparsa il 10 maggio scorso
Koyo Kouoh, curatrice della Biennale Arte 2026, scomparsa il 10 maggio scorso

Sarà comunque - come doveva essere - la Biennale d'Arte di Koyo Kouoh, quella che si terrà fra l'Arsenale e i Giardini di Venezia dal 9 maggio al 22 novembre del 2026. L'improvvisa scomparsa della curatrice camerunense, il 10 maggio scorso, non farà cambiare strada alla mostra internazionale. Dunque sarà di Kouoh il titolo scelto, "In Minor Keys", la tonalità minore, che è “lamento, sussurro, allegoria, interruttore delle emozioni”. E sua sarà l'impronta di una mostra che, come suggerisce il titolo, vuole emozionare più che spiegare, vuole "invitare ad ascoltare i segnali persistenti della vita".


L'annuncio del titolo e della scelta di far proseguire al team di Kouoh il lavoro impostato fin dall'autunno scorso è stato dato a Ca' Giustinian, sede della Biennale, nel corso di una conferenza che ha avuto momenti di grande commozione.

 

"Posso dirlo almeno a mia mamma?" Buttafuoco ricorda Koyo Kouoh

Il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha ricordato il momento in cui aveva proposto a Kouoh di assumere l'incarico: «Mi chiese un bicchiere d'acqua, si prese il tempo di berlo e alla fine mi disse che avrebbe ovviamente rispettato il vincolo di riservatezza necessario. Ma chiese però se fosse possibile dirlo almeno a sua mamma. In quella richiesta c'è il romanzo di una vita, il suo essere profondamente radicata in una storia fatta di sentimenti, di pratica del bello e quindi artistica».


Il team di Kouoh ha ripercorso i tratti del progetto, che fra la metà di ottobre del 2024 e i primi di maggio 2025 costituiscono un lavoro quasi completo del progetto curatoriale: il testo teorico era pronto, artisti e opere erano stati selezionati, gli autori del catalogo individuati. Già definiti, dunque, anche l'identità grafica della Mostra così come l'architettura degli spazi espositivi. «Il suo lavoro arriva a noi ed è offerto a voi in forma di progetto compiuto», ha aggiunto Buttafuoco. «La Biennale realizza, edifica, mette a terra, l'idea di una curatrice che nell'essenza è presente per suggerire una strada dall'altrove».


La Mostra promette di essere un po' come il jazz, imprevedibile e capace di creare bellezza in armonia, in compagnia. «Un'esposizione più sensoriale che didattica», è stato detto, «che rinnova invece che esaurire». Non sarà - è stato detto ancora - «una litania di commenti sugli avvenimenti mondiali, ma neppure una fuga» da quello che succede.

Tutti i dettagli, compreso l'elenco degli artisti invitati, saranno svelati a suo tempo, cioé il 25 febbraio del 2026. Nel frattempo la Biennale ha annunciato l'avvio di una nuova collaborazione con Bvlgari che dalla 61a edizione e per tre, cioè fino al 2030, sarà exclusive partner dell'Esposizione internazionale d'Arte.

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