Tra sensori e algoritmi: abbiamo provato i Nuance Audio, gli occhiali che ti fanno sentire meglio

L’ultima rivoluzione di EssiluxLuxottica, dopo l’esperienza Ray-Ban smart glasses. Da qualche giorno sono in vendita anche in Italia

Roberta Paolini
I Nuance Audio, gli occhiali che ti fanno sentire meglio
I Nuance Audio, gli occhiali che ti fanno sentire meglio

Il mito vuole che sia stato proprio Leonardo Del Vecchio, il geniale fondatore di Luxottica, ad avere per primo l’intuizione: integrare la tecnologia uditiva in un occhiale. I dispositivi per correggere l’udito hanno sempre portato con sé uno stigma: l’idea che vadano nascosti, come un difetto da non mostrare. Del Vecchio, invece, immaginava un oggetto che migliorasse la qualità della vita senza rinunciare all’eleganza. Un occhiale, appunto.

 


Ecco i Nuance Audio, gli occhiali che fanno sentire meglio: la nostra prova

Quel viaggio è iniziato molto tempo fa ed è passato anche per qualche insuccesso, come il caso dei Google Glass. Ma la strada non è mai stata abbandonata. Anzi: con i Ray-Ban smart glasses nati dalla collaborazione con Meta, l’azienda di Agordo ha segnato un altro punto di svolta. E proprio quell’esperienza ha consentito di acquisire tecnologie chiave, fondamentali per miniaturizzare gli elementi oggi presenti nei Nuance Audio.

Ora, questi occhiali per “sentire” sono arrivati anche in Italia: da qualche giorno si trovano in vendita anche in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Pensati per chi soffre di disturbi uditivi lievi o moderati, i Nuance Audio possono essere usati in ambienti rumorosi o per facilitare le conversazioni. Riducono i rumori, amplificano la voce o aumentano i suoni ambientali, in base alle impostazioni. Ma non sono solo funzionali: sono raffinati, eleganti, e compatibili con lenti graduate di qualsiasi tipo, comprese le celebri Transitions, che si adattano alla luce.

Immaginate di entrare in un negozio di ottica e chiedere uno strumento per sentire meglio. È quello che sta accadendo da quando i Nuance Audio sono stati lanciati sul mercato, a fine febbraio. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 1,25 miliardi di persone nel mondo convivono con problemi uditivi lievi o moderati. Una platea ancora poco servita, molto più ampia di quella che oggi ricorre ai tradizionali apparecchi acustici.

La prova

Un passaggio chiave è stato il training dei rivenditori, perché il Nuance Audio non si vende come un semplice occhiale: si prova.

E così è cominciato anche il nostro test, in un punto vendita Salmoiraghi & Viganò, di quelli che espongono la nuova linea. Niente prescrizione. Nessuna visita preliminare. Basta sedersi, indossare gli occhiali e iniziare il test. «Oria siamo nella modalità frontale a 360, che adesso vi mostro» spiega l’addetto in negozio, Manuel, mentre sistema le impostazioni tramite app. La modalità Frontale amplifica i suoni provenienti dalla direzione dello sguardo.

L’addetto del negozio Salmoiraghi & Viganò Manuel spiega il funzionamento dell'app e degli occhiali
L’addetto del negozio Salmoiraghi & Viganò Manuel spiega il funzionamento dell'app e degli occhiali

«Per esempio, se lei si gira verso di me, il sistema rileva il cambiamento e amplifica la mia voce» spiega. È un sistema direzionale, guidato da sensori e algoritmi: riconosce da dove arriva il suono e amplifica selettivamente quello che rientra in un raggio di circa 20 gradi. La voce della persona di fronte, oppure il suono della TV, se la si guarda. È pensato per facilitare la conversazione, rendere il parlato più chiaro.

Poi passa alla modalità 360. Ora il sistema espande la percezione sonora tutto intorno, abbandonando il focus frontale. «Il suono si diluisce» dice. Ed è vero: la sensazione cambia, si ha un’impressione più spaziale, meno precisa. Utile per chi guida, o si muove in ambienti affollati. Non più un filtro, ma un radar. Conclusa la dimostrazione, si passa alla calibrazione. Una regolazione fine su misura del cliente, come un sarto del suono. Il tutto in pochi minuti, direttamente in negozio.

«E adesso siamo pronti per andarli a provare nel mondo reale» spiega ancora l’addetto. Il test all’esterno è un’altra scoperta la modalità 360 gradi permette di percepire amplificati i rumori di sottofondo. All’esterno piove e ci sono persone che camminano e parlano, modalità Frontale e possiamo parlare con il nostro interlocutore sentendo nitida la sua voce che si stacca dal brusio.

Il test finisce così. Con la sensazione di aver provato non solo un dispositivo, ma una nuova idea di occhiale. Quella, che Leonardo Del Vecchio, ancora una volta, aveva immaginato per primo. 

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