La nuova vita di Poveglia: da isola abbandonata a laboratorio di democrazia collettiva
Dopo anni di abbandono e battaglie civiche, l’isola di Poveglia viene concessa in gestione all’associazione “Poveglia per Tutti”. Dal 1° agosto 2025, sette ettari della laguna veneziana diventeranno un parco urbano condiviso, gestito collettivamente e aperto alla cittadinanza

Il primo agosto 2025 non sarà una data qualunque per la Laguna di Venezia.
Sarà il giorno in cui una piccola isola inizierà una nuova vita. Da quel momento, la parte Nord di Poveglia diventerà ufficialmente un bene condiviso, un luogo di accesso pubblico, cura collettiva e sperimentazione sociale.
L’Agenzia del Demanio ha concesso in gestione per sei anni sette ettari dell’isola all’associazione “Poveglia per Tutti”, il gruppo di cittadine e cittadini che da più di vent’anni combatte per sottrarre l’isola all’abbandono e alla speculazione.
Non si tratta di un semplice intervento di riqualificazione verde. Quella che prende forma è una rivoluzione culturale.
Poveglia non sarà venduta. Non diventerà un resort, né un parco tematico o una location per eventi privati. Sarà invece un laboratorio di gestione comunitaria, un parco urbano lagunare che custodisce la biodiversità e promuove la partecipazione.
Tre isole e una storia
Poveglia, geograficamente, è composta da tre corpi distinti: l’isola maggiore, il piccolo isolotto collegato da un ponte e un ottagono artificiale a sud. Vista dall’alto, la sua forma ricorda un trapezio irregolare, una geometria strana incastonata tra Malamocco e la bocca di porto.
La storia dell’isola è lunga e stratificata.
Nel Medioevo, Poveglia era un villaggio fiorente, abitato da pescatori e commercianti. La sua posizione strategica l’aveva resa un nodo importante nei traffici lagunari. Poi, a partire dalla fine del Settecento, l’isola fu trasformata in stazione di quarantena.
Poveglia divenne luogo di confinamento per uomini, merci e imbarcazioni sospette. Il suo utilizzo sanitario si prolungò fino al secondo dopoguerra, quando venne definitivamente dismessa.
Dopo il 1968, l’isola cadde nell’oblio. Passò sotto la gestione del Demanio, ma nessuno se ne prese cura. Gli edifici ospedalieri cominciarono a sgretolarsi, la vegetazione prese il sopravvento, e le termiche rimasero attive solo fino agli anni Settanta. Nonostante alcuni tentativi di recupero — come quello del CTS, che voleva farne un ostello giovanile — nulla prese mai davvero forma.
Dalla rabbia alla proposta: nasce Poveglia per Tutti
Nel 2011, un gruppo di cittadine e cittadini veneziani decise che era tempo di agire. L’idea era semplice quanto rivoluzionaria: riportare Poveglia alla collettività. Fu così che nacque l’associazione “Poveglia per Tutti”.
Il gruppo si costituì formalmente nel 2014 per partecipare a un bando del Demanio, presentando una proposta di gestione civica dell’isola. L’offerta concorrente, avanzata da Luigi Brugnaro — imprenditore e futuro sindaco di Venezia — proponeva un centro dell’alimentazione e metteva sul piatto 513.000 euro. Ma anche quella proposta fu giudicata “non congrua”. Il Demanio scelse di non assegnare la concessione a nessuno.
L’associazione però non si arrese. Nei dieci anni successivi, raccolse oltre 300.000 euro grazie a donazioni di soci e simpatizzanti, promosse escursioni, eventi pubblici, conferenze e campagne mediatiche. Continuò a curare simbolicamente l’isola, a presidiarla, a renderla visibile. E soprattutto, a costruire una visione: trasformare Poveglia in un parco urbano lagunare, rispettoso dell’ambiente e gestito in modo condiviso.
La vittoria al TAR
Nel 2023, dopo anni di silenzi e rinvii, l’associazione fece ricorso al TAR, denunciando l’inerzia dell’Agenzia del Demanio. Il tribunale diede loro ragione nel novembre dello stesso anno. Fu un passaggio cruciale, che rimise in moto l’intero processo. Il Demanio fu obbligato a riprendere l’istruttoria e a valutare seriamente la proposta civica.
Nel luglio 2025, l’annuncio atteso da anni è divenuto realtà: l’associazione ha ricevuto una comunicazione ufficiale che assegna in concessione agevolata la parte settentrionale di Poveglia. Nessun vincolo edilizio, nessuna trasformazione speculativa. Solo natura, partecipazione e cura condivisa.
Il destino dell'isola è rimasto sospeso fino all'ultimo: lo scorso maggio, infatti, il Demanio ha pubblicato sulla sua piattaforma online, pensata per attirare gli investitori pubblici e privati, 18 immobili in vendita nel solo Comune di Venezia, 22 in tutta la provincia.
Tra questi, anche l’isola della laguna sud, circa sette ettari di terreno davanti a Malamocco. Peccato che la notizia arrivi a un mese esatto dalla concessione, da parte dell’Agenzia del Demanio, della parte nord all’associazione Poveglia per tutti, formata da oltre quattromila soci. Concessione che, di fatto, non c’era ancora perché mancava l’ok del Ministero della Cultura e, di conseguenza, l’iter burocratico era bloccato in attesa dell’approvazione.
Tuttavia, trattandosi di un’assegnazione temporanea di sei anni, è revocabile in qualsiasi momento, perciò se un possibile acquirente si fosse fatto avanti, avrebbe potuto essere facilmente ritirata.
L’ombra della vendita ha sollevato perplessità e timori tra i cittadini, che hanno ricordato come, oltre dieci anni fa, era stata scongiurata l’ipotesi di vendita a un eventuale facoltoso proprietario
Il progetto: un parco urbano partecipato
Il sogno di “Poveglia per Tutti” si traduce ora in un progetto concreto. Il parco urbano lagunare nascerà nei sette ettari della parte nord dell’isola. I primi interventi saranno minimi ma strategici: costruzione di un pontile per permettere l’accesso da Malamocco, sentieri di fruizione leggera, manutenzione del verde esistente, avvio di orti condivisi e attività culturali.
Tutto sarà fatto nel rispetto dell’ecosistema. L’idea è di mantenere l’aspetto “selvaggio” dell’isola, valorizzando la biodiversità presente e rendendo possibile una fruizione sobria, lenta, rispettosa. Gli eventi saranno pensati per creare comunità, per unire cura ambientale e aggregazione sociale.
L’associazione si avvale anche della collaborazione dell’Università di Verona, con cui è stato attivato un progetto di ricerca sui beni comuni e persino una borsa di dottorato per studiare l’impatto sociale del progetto.
Una nuova governance: la partecipazione come metodo
Il modello di gestione proposto da “Poveglia per Tutti” è innovativo e controcorrente. Niente vertici rigidi, niente decisioni dall’alto. Ogni scelta viene discussa attraverso tavoli partecipativi, assemblee pubbliche, incontri periodici. "Per noi la gestione partecipata da parte della comunità è una buona pratica di democrazia diretta", afferma Fabrizia Zanmarchi, portavoce dell’associazione.
L’associazione ha già raccolto oltre 4.500 adesioni e coinvolto decine di altre realtà del territorio. Non si tratta di gestire un bene solo per conto della comunità, ma insieme alla comunità.
Il domani: una sfida ancora aperta
Nonostante la vittoria, il futuro resta pieno di incognite. La concessione riguarda solo una parte dell’isola. La porzione sud, con gli edifici ospedalieri diroccati e l’ottagono, è ancora esclusa. Il Demanio ha dichiarato che per un recupero integrale serviranno almeno 40 milioni di euro.
Due scenari sono possibili: l’apertura di un nuovo bando oppure l’estensione della concessione, se l’associazione manifesterà l’interesse e la capacità di intervenire anche sulle altre aree. Cruciale sarà anche l’aggiornamento del piano urbanistico da parte del Comune di Venezia, che oggi prevede usi turistico-ricettivi, di ricerca e culturali.
Nel frattempo, però, Poveglia rinasce. Rinasce come spazio comune, un laboratorio di democrazia, un esempio di ecologia sociale,
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