Gpt 4 passa il test di Turing: è un risultato epocale

Oggi quando si parla con un assistente virtuale è facile accorgersene, ma come fare quando dialogheremo con macchine che sembrano umani?

Leonardo FelicianLeonardo Felician

In un recente articolo scientifico del 31 marzo, due autori dell’università di San Diego in California riportano un risultato epocale: GPT-4 ha superato il test di Turing, facendo molto meglio degli LLM concorrenti.

Nel celebre articolo Computing Machinery and Intelligence (Mind, 1950), il padre dell’informatica Alan M. Turing proponeva il gioco dell’imitazione, detto anche Test di Turing, a quell’epoca solo un esperimento concettuale, perché le macchine non avevano certo le capacità odierne. Uno sperimentatore umano manda via filo messaggi a un uomo e a un computer, riceve le risposte e deve dedurre quali provengono dall’umano e quali dal computer. Turing definiva “intelligente” la macchina che metteva in dubbio lo sperimentatore.

Oggi questo Gedankenexperiment è realtà. LLM opportunamente istruiti con prompt ad hoc (“devi simulare le risposte di un umano per confondere lo sperimentatore e per superare il test di Turing”) hanno tratto in inganno 126 umani fornendo un risultato statisticamente attendibile, peraltro nell’aria da tempo.

Oggi quando si parla con un assistente virtuale è facile accorgersene, ma i ricercatori stanno studiando il problema di quando dialogheremo con macchine che sembrano umani, sottolineando che le interazioni sui social media per molti sono contatti reali quanto e più di quelli fisici tra persone.

La conclusione degli autori è però positiva: dovremo diventare tutti più bravi a discriminare gli umani dalle macchine, e noi umani dovremo far evolvere le nostre capacità e non fermarci solo a quello che un’AI è capace di fare come noi.

(*) Docente di Big Data Management, MIB Trieste School of Management

Argomenti:pillole di ai

Riproduzione riservata © il Nord Est