Ictus, la realtà virtuale dimezza la perdita muscolare: le nuove terapie già operative a Trieste e Isola, in Istria

I risultati del progetto transfrontaliero X-Brain.net, presentati all'Università di Trieste, dimostrano come un approccio innovativo possa accelerare i tempi di recupero

Giulia Basso
Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la realtà virtuale
Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la realtà virtuale

Visori per la realtà virtuale, pedane mobili immersive per simulare una passeggiata, e diete arricchite con aminoacidi ramificati: è la nuova frontiera della riabilitazione post-ictus che sta già cambiando la vita dei pazienti negli ospedali di Cattinara a Trieste e Isola, in Istria.

I risultati del progetto transfrontaliero X-Brain.net, presentati mercoledì all'Università di Trieste, dimostrano come un approccio innovativo possa dimezzare la perdita di massa muscolare durante l’immobilizzazione forzata e accelerare i tempi di recupero.

La presentazione del progetto X.Brain.com all'Università di Trieste. Foto Lasorte
La presentazione del progetto X.Brain.com all'Università di Trieste. Foto Lasorte

Il progetto 

Il progetto, finanziato dal programma Interreg Italia-Slovenia con 750mila euro e coordinato dall'ateneo triestino, ha testato per due anni su un gruppo di volontari un intervento multimodale che combina tre elementi: preabilitazione fisica, training cognitivo con realtà virtuale e nutrizione potenziata con leucina.

I risultati, come racconta il coordinatore Gianni Piolo, docente di Medicina interna dell'Università di Trieste, sono stati «clamorosi».

«I volontari sottoposti al nostro intervento multimodale - spiega Biolo - hanno perso da metà a un terzo della massa e della forza muscolare rispetto a chi non è stato sottoposto all’intervento durante i dieci giorni di allettamento sperimentale. Dal nostro punto di vista sono risultati eccellenti, che possono essere applicati direttamente ai pazienti ricoverati».

Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la riabilitazione
Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la riabilitazione

La sperimentazione

La sperimentazione ha coinvolto 20 volontari sani di 68 anni di età media, tenuti a letto per dieci giorni presso l'ospedale di Isola. La metà di loro ha ricevuto il trattamento innovativo che prevede preabilitazione fisica, visori per realtà virtuale e dieta arricchita con proteine e leucina.

Le "active rooms" sono realtà

Queste innovazioni non sono rimaste nei laboratori: sono già operative nelle "active rooms" allestite nei reparti di neurologia degli ospedali di Cattinara e Isola.

«Abbiamo trattato circa un centinaio di pazienti in questi mesi – conferma Paolo Manganotti, direttore della Clinica Neurologica di Cattinara, partner del progetto –: sicuramente continueremo a impiegare la strumentazione e le metodologie testate in X-Brain, utili per una riabilitazione più efficace».

Le “active rooms” sono dotate di pedane per realtà virtuale, sensori immersivi e cicloergometri. «L'aspetto immersivo aumenta la motivazione del paziente, elemento decisivo per il successo del recupero» sottolinea Manganotti, evidenziando come l'approccio ludico riduca la percezione del dolore.

Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la pedana
Centro di Ricerche Scientifiche di Capodistria: la pedana

Allenamento mentale che preserva i muscoli

Particolarmente innovativo è l'uso della realtà virtuale per pazienti che non possono ancora muoversi. «Attraverso ambienti immersivi e multisensoriali – illustra Luka Šlosar, dell'Istituto per la ricerca in kinesiologia di Capodistria – i pazienti svolgono un allenamento puramente mentale che preserva il flusso di informazioni neuromuscolari e modula i processi di riorganizzazione del sistema nervoso centrale, favorendo il mantenimento della forza muscolare».

Il progetto ha anche un’altra valenza: i protocolli riabilitativi sono stati sviluppati in modalità bilingue, permettendo ai pazienti di origine slovena in Italia e italiana in Slovenia di essere seguiti nella propria lingua madre. Vent'anni di collaborazione scientifica Il successo di X-Brain.net affonda le radici in una collaborazione scientifica consolidata.

«Questa è il proseguo di una collaborazione che dura da quasi vent'anni tra la Clinica Medica di Cattinara e il Centro per la ricerca in kinesiologia di Capodistria», spiega Biolo, che negli anni ha esteso le ricerche dalla sarcopenia degli anziani e la riabilitazione post-ictus, fino dall'atrofia muscolare degli astronauti (ha seguito le missioni di Parmitano, Cristoforetti e Maurer).

L'ictus

L'ictus, che colpisce circa 500 persone all'anno solo nell'area triestina, rappresenta la terza causa di morte nel mondo occidentale e la prima causa di invalidità.

«Intervenire fin dai primi giorni con programmi riabilitativi mirati è fondamentale per recuperare funzioni compromesse e migliorare la qualità della vita», conclude Manganotti.

I risultati del progetto, che ha visto la partecipazione dell'Unità di Neurologia dell'Ospedale Generale di Isola, aprono la strada a una nuova generazione di protocolli riabilitativi dove tecnologia e nutrizione restituiscono speranza a migliaia di pazienti

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