La notte in cui cambiò la medicina: 40 anni fa a Padova il primo trapianto di cuore d'Italia

A eseguire l’intervento fu il professor Vincenzo Gallucci, aprendo la strada alla trapiantologia italiana. Da quella notte, più di 7mila trapianti e un primato mondiale di sopravvivenza: oggi l’Italia è tra i Paesi leader per numero di cuori nuovi in rapporto alla popolazione

La redazione
Il 14 novembre 1985 fu eseguito a Padova il primo trapianto di cuore dal prof Vincenzo Gallucci
Il 14 novembre 1985 fu eseguito a Padova il primo trapianto di cuore dal prof Vincenzo Gallucci

Quella notte tra il 13 e il 14 novembre 1985 un cuore si arrestò e poi tornò a battere nel petto di un altro uomo. Il tempo tra due battiti si dilatò da pochi istanti a ore. Alle tre del mattino, sulla tangenziale di Mestre, una Mercedes grigia correva verso Padova.

A bordo c’era il cardiochirurgo Vincenzo Maria Gallucci, con una borsa termica sulle ginocchia: dentro, il cuore di Francesco Busnello, diciottenne trevigiano morto poche ore prima in un incidente stradale.

L’espianto era stato effettuato all’ospedale di Treviso. Ad attendere Gallucci e la sua équipe nel reparto di cardiochirurgia di Padova c’era il torace già aperto di Ilario Lazzari, falegname di Vigonovo, affetto da una grave miocardiopatia dilatatoria. Quando quel cuore ricominciò a battere, nacque la storia del trapianto di cuore in Italia.

L’autorizzazione era arrivata appena tre giorni prima, l’11 novembre 1985, con il decreto firmato dall’allora ministro della Sanità Costante Degan. E nel giro di pochi giorni, dopo l’intervento di Padova, altri trapianti di cuore vennero eseguiti a Pavia, Udine, Bergamo, Milano e Roma: l’Italia entrava così a pieno titolo nell’era della trapiantologia cardiaca.

Oggi, quarant’anni dopo, l’Italia è tra i Paesi leader mondiali per numero di trapianti cardiaci in rapporto alla popolazione. Nel 2024 sono stati eseguiti 413 interventi, il 13% in più rispetto al 2023 e il 38% in più rispetto al 2022, pari a sette per milione di abitanti. E il 2025 conferma la tendenza: 376 trapianti nei primi dieci mesi, quasi il 9% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Dal 2002, con l’attivazione del Sistema informativo trapianti, in Italia sono stati realizzati oltre 7mila trapianti di cuore, in maggioranza su pazienti uomini (74%).

Tra le storie simbolo di questi quarant’anni c’è quella di Gian Mario Taricco, allora ventenne, trapiantato a Pavia il 18 novembre 1985 dall’équipe del professor Mario Viganò. Il suo è oggi il trapianto di cuore più longevo d’Europa e uno dei più duraturi al mondo.

Nel frattempo, il profilo dei donatori è cambiato. Il primo, Francesco Busnello, aveva solo 18 anni; nel 2024 l’età media è salita a 48 anni, e il donatore più anziano ne aveva 77. Un quarto dei donatori oggi ha più di 60 anni, e l’efficacia delle terapie consente anche di trapiantare pazienti più anziani: il ricevente più vecchio dell’anno scorso aveva 76 anni.

Un’altra innovazione chiave è la possibilità di utilizzare i cuori dei donatori “a cuore fermo”, cioè pazienti dichiarati deceduti con criteri cardiaci dopo un’osservazione di 20 minuti. Dal 2023, anno del primo intervento in Italia con questa modalità, sono stati eseguiti oltre 80 trapianti, circa il 9% del totale, con risultati clinici paragonabili a quelli da donatore in morte cerebrale.

«Oggi possiamo guardare con orgoglio a quanto realizzato dalla trapiantologia italiana in questi quarant’anni – afferma il ministro della Salute Orazio Schillaci –. Dietro ai numeri ci sono vite salvate e il lavoro quotidiano di professionisti straordinari. Continueremo a garantire i migliori livelli di assistenza, anche a chi aspetta un organo o affronta il percorso post-trapianto».

«L’attività di trapianto cardiaco è in crescita esponenziale – aggiunge il direttore del Cnt Giuseppe Feltrin –. Oggi, come quarant’anni fa, è il “sì” dei donatori e delle famiglie a fare la differenza: senza di loro, nessun trapianto sarebbe possibile».

Attualmente in Italia 802 pazienti sono in lista d’attesa per un trapianto di cuore, su un totale di oltre 8mila persone che aspettano un organo.

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