Le atlete della vita: dodici donne in gara per vincere la lotta contro il cancro

In occasione di Ottobre Rosa, Andos Udine presenta la mostra al Padiglione 15. Le protagoniste del calendario, operate al seno, trasformano la malattia in un messaggio di sport e rinascita

Daniela Larocca
La mostra fotografica, aperta a tutti, è all'ospedale di Udine
La mostra fotografica, aperta a tutti, è all'ospedale di Udine

Ci sono partite che non scegli di giocare. Ti chiamano all’improvviso, ti trovano impreparata, eppure non puoi fare altro che alzarti dalla panchina, pronta o meno, e scendere in campo. Quella contro il cancro al seno è una di queste. E queste dodici donne, ritratte da Massimo Puzzolo dello studio Tassotto&Max per il calendario Andos 2026, hanno deciso di affrontarla da atlete. Con il corpo, con il cuore, con la volontà di vincere.

I loro volti sono esposti al Padiglione 15 dell’Ospedale di Udine per Ottobre Rosa, il mese della prevenzione, dove ogni fotografia diventa una medaglia conquistata contro la paura. Dodici storie, dodici sport, dodici mesi di vita che scorre di nuovo, pieni di fiato e di forza.

La prevenzione come allenamento

Il messaggio del progetto è chiaro: la partita più importante è quella che si può vincere prima. Lo screening, la diagnosi precoce, l’ascolto del proprio corpo sono i primi gesti da non sottovalutare: «Capire subito cosa succede e affrontare con estrema velocità è il primo passo per la guarigione. Il tempo, nella lotta contro il cancro, è la cosa più importante», racconta Mariangela Fantin, presidente dell’associazione Andos (Associazione Nazionale Donne Operate al seno) di Udine. «Bisogna fare informazione sulla prevenzione, bisogna aumentare la cultura dello screening che in regione è già fortunatamente assai diffusa».

E anche qui la metafora dello sport torna in aiuto: non c’è atleta che scenda in campo senza preparazione e non c’è donna che debba affrontare il cancro senza le armi giuste della prevenzione. Per questo “Ottobre Rosa” non è solo un mese di iniziative di screening ma è un invito a fermarsi, respirare, e prenotare la visita che può salvare la vita.

Controllati, salvati: la lotta al cancro al seno e le iniziative di prevenzione nel mese di ottobre
La redazione

La maratona

Che poi a guardare i visi di queste 12 donne c’è una parola che torna in mente e risuona sempre: maratona. La malattia è una maratona. All’inizio ti toglie il respiro, poi ti insegna a dosarlo. Ti costringe a fermarti, ma solo per trovare un ritmo nuovo. Nicoletta, per esempio, lo ha imparato presto sul campo da tennis: ogni colpo sbagliato è un’occasione per reagire, ogni caduta una possibilità di rinascita. «La vera forza – dice – non sta nei muscoli, ma dentro di sé». Poi c’è Samantha che con i bastoncini del Nordic Walking ha camminato, un passo dopo l’altro, nonostante la stanchezza, nonostante la fatica. sulla fatica, un passo dopo l’altro.

Serena invece ha scelto il roller derby, uno sport di contatto dove si cade, ci si scontra, si riparte: «Gli urti mi hanno resa più solida – racconta – e le pause mi hanno insegnato ad ascoltarmi».

E Anna, speleologa, ha corso sottoterra, nel buio delle grotte e dentro se stessa: «Ogni discesa è un ritorno a me. Nel buio ho ritrovato la luce». Ogni corpo in questa galleria di resilienza racconta una linea d’arrivo tagliata a testa alta. Antonella, danzatrice, ha imparato che anche il riposo può essere movimento mentre con piglio deciso Samantha guarda oltre il pannello, impugna la spada e dice: «Con grazia e fermezza ho combattuto, ora posso abbassare la lama. La battaglia è vinta».

Barbara invece è tornata in campo con la sua pallavolo, perché per lei la squadra è una casa che non chiude mai la porta. È incredibile quanta vita ci sia passando da foto a foto, come se gli spettatori fossero lì vicino a Paola che, con ha la sua cagnolina Mia, dopo le chemio, ha camminato per ritrovare la terra sotto i piedi. Terra sì ma anche anima. Lo sa Gemma ha scelto la meditazione mentre Giovanna, con il CrossFit, ha trasformato la riabilitazione in allenamento. Graziella, in sella alla sua mountain bike, ha ritrovato fiato e libertà: «Un colpo di pedale dopo l’altro, la vita ha ricominciato a girare».

E Lorena, tra aerobica e corpo di ballo Andos, lo sa bene: «Il corpo in movimento mi ricorda ogni giorno che sono viva».

La squadra Andos

La malattia fa sentire soli come prendere un gol a porta vuota. Per questo lo spirito di squadra è il punto di forza su cui Andos vuole puntare: «Ogni donna fa lo sport che ha scelto. Chi professionalmente, chi come hobby» - spiega Fantin - «Quest'anno abbiamo scelto lo sport perché, in accordo con la senologia e precisamente con la dottoressa Cedolini, vogliamo sensibilizzazione sull'importanza dello sport. Tra poco, a novembre, partirà anche un corso di pilates presso la sede Andos del Città Fiera, rivolto proprio alle donne. I nostri sportelli sono a disposizione di tutte per informazioni, sia per questa nuova attività sia per chi sta affrontando o si troverà ad affrontare un percorso di terapia».

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