Partito del Nord con Zaia referente? La Lega apre il confronto e si interroga tra dubbi e aperture

Il segretario Fvg Dreosto sulla linea già indicata dal presidente Fedriga. No di Cisint: Salvini ascolta i territori. Polidori apre: ritorno alle origini

Laura Blasich
Il “patto del sushi”: da sinistra Fugatti, Zaia, Fontana e Fedriga
Il “patto del sushi”: da sinistra Fugatti, Zaia, Fontana e Fedriga

Da Luca Zaia non si può prescindere. Per i risultati ottenuti, anche nell’ultima tornata elettorale in Veneto, e magari per non rischiare di trovarselo alla guida di una Lega bis. È l’unico punto su cui le diverse voci del partito a livello regionale si ritrovano.

Con l’eccezione dell’eurodeputata e vicesegretaria regionale Anna Cisint e il silenzio di esponenti del governo come Vannia Gava, che non commenta, e parlamentari, come Graziano Pizzimenti. «Non ho il tema sotto controllo», si è limitato a dire ieri il deputato friulano.

Un vertice in vista

L’occhio è comunque rivolto alla Lombardia, dove l’iniziativa nata dal basso per la nomina di Zaia a “referente per il Nord” rischia di diventare un atto ufficiale della Lega lombarda che ne discuterà giovedì. In Friuli Venezia Giulia il tema non è stato ancora toccato, ma il capogruppo in Regione Antonio Calligaris non esclude ci possa essere modo di parlarne prima di Natale.

Nel frattempo il segretario regionale Marco Dreosto si mantiene nel solco tracciato in questi giorni dal governatore Massimiliano Fedriga, che in un’intervista al direttore dei sei quotidiani del gruppo Nord Est Multimedia Paolo Possamai ha affermato: «Sta a lui (Zaia, ndr) e a Salvini scegliere».

Fedriga: «Questione Nord? Senza strappi, ma va affrontata»
Paolo PossamaiPaolo Possamai
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga con il segretario della Lega Matteo Salvini

«Dialogo tra Salvini e Zaia»

«Da segretario sottolineo come il nostro movimento abbia la fortuna di avere una classe dirigente invidiabile a tutti i livelli: donne e uomini che si mettono a disposizione del paese e delle comunità lavorando in squadra – afferma Dreosto –. Nel caso di Zaia, come sempre Salvini valuterà con attenzione ogni proposta per rafforzare la Lega, e saranno lui e Luca a decidere come valorizzare la sua figura, nell’interesse del partito e del territorio».

Una posizione da cui non si discostano il consigliere regionale e capogruppo nel Consiglio comunale di Pordenone Simone Polesello e il responsabile organizzativo regionale, nonché sindaco di San Giorgio della Richinvelda, Michele Leon, «convinto che il segretario federale saprà ascoltare il territorio e, insieme a Zaia, individuare il ruolo più adeguato per l’ex governatore, che tanto ha dimostrato nella capacità di amministrare i territori del Nord».

Allineato anche Calligaris, entrato in Lega nel 2017, dopo un veloce passaggio nel Pdl, secondo cui però «la questione settentrionale non è un tema opzionale: è e deve essere una priorità per il futuro del Paese». «Se l’Italia vuole davvero rimettersi in moto, l’autonomia non è una possibilità, ma una necessità», aggiunge Calligaris che definisce poi la raccolta di firme avviata a Brescia «un segnale di partecipazione». Il tema politico per Calligaris resta uno: «La Lega continuerà a portare avanti, con compattezza, la battaglia per l’autonomia per dare più forza ai territori».

«Nessuna contrapposizione»

Alle spalle le 203 mila preferenze raccolte alle recenti regionali, anche Giulia Agostinelli, la giovane commissaria della Lega udinese, ritiene Zaia, come peraltro anche il sindaco di Corno di Rosazzo Daniele Moschioni, «una risorsa per il partito», da cui forse è impossibile prescindere, affidandosi allo stesso tempo alle decisioni del segretario federale «votato dal congresso fino al 2028».

Agostinelli non crede in ogni caso che l’iniziativa bresciana vada letta come una contrapposizione a Salvini o che ci sia alla base uno scontro interno al partito. «Il “patto del sushi”? È stato solo l’incontro tra quattro amministratori che hanno ben governato i loro territori», conclude, riferendosi al brindisi di novembre a Mestre tra Fedriga, Zaia, il governatore della Lombardia Fontana e il presidente della Provincia di Trento Fugatti.

Il sì di Polidori...

Nel partito c’è però anche chi vede di buon occhio quanto sta accadendo in Lombardia, come il sindaco di Muggia Paolo Polidori, leghista della prima ora. «Credo possa essere un ritorno della Lega alle origini e darebbe valore alle capacità di un governatore come Zaia», osserva, ricordando come un’eventuale nomina a referente per il Nord «sarebbe in linea con il principio federalista, fondante per la Lega».

… E lo stop di Cisint

Fa da contraltare la vicesegretaria regionale Anna Cisint. «Credo che il tema non appassioni molto i cittadini che in realtà hanno bisogno di risposte su sanità, fiscalità, sicurezza, lotta alla radicalizzazione», dice, osservando come i suoi referenti il partito li abbia già scelti con i congressi. «E poi da sempre Salvini ascolta tutte le proposte e idee con l’obiettivo di rafforzare sempre di più la Lega, come successo anche al congresso di Firenze», osserva Cisint, negli anni rimasta fedele a Salvini, ma non sempre in sintonia con Fedriga. 

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