Il virus della lingua blu torna a colpire l’Istria: decedute 60 pecore
La malattia si è diffusa con esiti mortali in almeno otto greggi nel territorio istriano. Segnalati casi anche nell’isola di Veglia

Torna la paura tra gli allevatori istriani di piccoli ruminanti. A cinque anni dall’ultima volta ha fatto nuovamente capolino la febbre catarrale, conosciuta anche con il nome bluetongue o lingua blu, malattia infettiva che colpisce gravemente gli ovini e meno i bovini e caprini.
Negli ultimi giorni sono decedute in Istria 60 pecore di otto greggi differenti nei comuni di Pedena, Cerreto, Caroiba, Gimino e Pisino. Alcuni casi hanno riguardato anche ovini di un gregge a Verbenico, nell’isola quarnerina di Veglia. Le autorità vegliote non hanno comunicato se ci siano stati decessi di pecore, come invece verificatosi nella penisola istriana.
A confermare la presenza della grave malattia contagiosa, che colpisce anche i ruminanti selvatici, è Vedran Macan, presidente dell’Associazione istriana degli allevatori di ovini. «L’ importante è tenere gli animali nelle stalle o comunque isolarli e non permetterne il commercio – ha detto Macan – siccome si tratta di una malattia che nel 2025 sta circolando non solo in Croazia, ma anche nella Macedonia del Nord, in Italia, Slovenia, Serbia, Kosovo e Bulgaria, abbiamo provveduto in tempo a informare i nostri allevatori sulla gravità di questa patologia. Si è riusciti a far sì che la febbre catarrale resti circoscritta nell’ Istria centrale e speriamo che non avanzi».
A detta del veterinario istriano Hrvoje Labura, nel caso della regione altoadriatica si tratta del sierotipo 8, presente per la prima volta in Istria, dopo che nel 2020 aveva invece avuto a che fare con il sierotipo 4. Nel rilevare che per il momento la situazione è sotto controllo e gli animali vengono sottoposti a cure, Labura ha detto che molto dipenderà dai piccoli insetti vettore, quelli che trasmettono la malattia, non pericolosa per l’ uomo. Infatti, non si tratta di zoonosi, cioè non si trasmette tra animali ed esseri umani, né attraverso il consumo di carne e latte.
«Vanno fatte precise raccomandazioni agli allevatori – ha spiegato il veterinario – che per evitare il contagio devono tenere gli animali in ambienti chiusi, rimuovendo feci e foglie. Stalle e altre strutture devono essere pulite. Il vaccino non si produce in Croazia, ma ci siamo mossi per averlo a disposizione».
Quindi, ha consigliato agli allevatori di procurare blocchi di sale da leccare, sale che muta il ph della pelle degli ovini, agendo da repellente nei riguardi di moscerini e zanzare, ovvero gli insetti che trasmettono la malattia. Tornando a Macan, ha invitato le autorità a risarcire gli allevatori che hanno subito perdite. «Non si tratta di somme enormi, ma per i singoli allevatori – ha concluso – sarà sicuramente un aiuto più che gradito».
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