Non si placa lo scontro politico in Slovenia: nel mirino il ministro Poklukar
Dodicesima mozione di sfiducia contro un esponente del governo di Golob. L’inchiesta della Polizia relativa ad un caso di tratta di lavoratori dalle Filippine

Prima l’inchiesta su nomine e vacanze che riguarda il premier Robert Golob, destinata a far discutere a lungo. Poi, a stretto giro, una nuova mozione di sfiducia – la dodicesima contro un membro della squadra del governo della Slovenia – con obiettivo una figura apicale nell’esecutivo: il ministro degli Interni Boštjan Poklukar, cui l’opposizione attribuisce addirittura il coinvolgimento in una vicenda criminale legata all’ingresso irregolare di lavoratori filippini, ridotti di fatto in schiavitù da un ristoratore sloveno.
Sono tempi difficili per il governo di Lubiana. Parte dell’opposizione, ovvero il partito Nuova Slovenia (NSi) e i Democratici di Anže Logar, ha presentato una nuova mozione di sfiducia contro Poklukar, titolare dell’importante dicastero degli Interni a Lubiana. Le accuse? Si dovrebbero conoscere all’inizio della prossima settimana, ma i media hanno suggerito che l’architrave della richiesta di sfiducia contro Poklukar dovrebbe a grandi linee rispecchiare quella presentata contro di lui già a fine 2024 e bocciata a gennaio in Parlamento.
Ai tempi, ricordiamo, Poklukar era finito nel mirino delle opposizioni per la sua presunta inazione nel reagire a una decisione della magistratura, che aveva dichiarato illegittima la nomina a direttore generale della Polizia slovena di Senad Jušić, ma anche per la supposta cattiva gestione nell’affrontare il problema della sicurezza nel paese.
Stavolta, tuttavia, ci sarebbe qualcosa di più – e di decisamente impattante – ha svelato l’agenzia di stampa slovena Sta. I promotori della sfiducia contro Poklukar avrebbero infatti intenzione di imputare al ministro anche il presunto coinvolgimento in un affare potenzialmente assai losco, che riguarderebbe il traffico di esseri umani gestito dal titolare di un famoso ristorante sloveno.
Il riferimento è a una storia evocata un paio di settimane fa al talk show Tarča, che va in onda su Tv Slovenija. Nella trasmissione è stato rivelato che il titolare del ristorante in questione avrebbe importato illegalmente lavoratori dalle Filippine, per poi “venderli” in blocco a un collega, sospettato di averli sfruttati. I malcapitati, una decina, erano infine riusciti a fuggire, a denunciare tutto e oggi sono protetti come vittime di traffico di esseri umani. E il collegamento con Poklukar?
Non così remoto, almeno secondo le indiscrezioni di stampa, che hanno suggerito che il sospettato sia una vecchia conoscenza ed ex compagno di scuola del ministro, oltre che fratello di un alto papavero del gabinetto di Poklukar. La Polizia starebbe indagando sulle voci che il sospettato sia stato informato in qualche modo dell’esistenza dell’inchiesta. L’opposizione ritiene che il responsabile possa essere appunto Poklukar.
L’indagine, va detto, «è ancora alle fasi iniziali», ha specificato sempre l’agenzia Sta – e dunque ciò che trapela va preso con le molle. Ma ci sarebbe comunque abbastanza carne al fuoco per un ministro «che merita una mozione di sfiducia», ha sostenuto Logar, anche perché, a parte il caso filippini, la situazione sicurezza si sarebbe deteriorata negli ultimi mesi «e la fiducia nelle forze dell’ordine» e nei suoi vertici «è fondamentale».
La Polizia è sul pezzo, il paese è sicuro e il ministro lavora bene: questo il succo della replica di Poklukar via social network, con il titolare degli Interni che ha assicurato che «rigetterà le accuse durante il dibattito parlamentare». Ma il rischio è che la nuova bufera abbia conseguenze sul consenso al governo.
L’Sds di Janša – che ha incassato con maggioranza bulgara la decima incoronazione a leader del partito e ha promesso di «riprendersi lo Stato» – veleggia infatti già al 24% (+1%), mentre è fermo al 17% (-1,4%) il Movimento Libertà di Golob, secondo i più recenti sondaggi.
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