Niente più controlli al confine, ma restano le code: ingorghi sul Litorale sloveno nei fine settimana
Viabilità autostradale e ordinaria inadeguata, con il traffico aumentato fino al 20%. Fra le cause dell’imbuto, le colonne di Tir

CAPODISTRIA Gli abitanti dei quattro Comuni costieri della Slovenia, ossia Ancarano, Capodistria, Isola e Pirano stanno vivendo un enorme paradosso. Se fino a ieri si decantava l’ingresso della Croazia in Schengen, e quindi l’abolizione dei controlli al confine, come la soluzione definitiva alle interminabili e lunghissime code di automobili, ora ci si deve ricredere. Sì perché il panorama, che diventa particolarmente problematico nei week end, è praticamente lo stesso rispetto al passato.
Autostrade sature
Questo perché oramai le autostrade slovene sono sature e una terza corsia diventa assolutamente improrogabile. La situazione del Litorale è dovuta principalmente al fatto che l’autostrada si interrompe dopo il tunnel di San Marco e rientra nella viabilità ordinaria intasandola in modo inestricabile fino a Sicciole. Lo stesso dicasi per chi sceglie, diretto in Croazia, di attraversare il monte di Capodistria verso il valico di Dragogna. E lo stesso discorso vale per ambedue le direzioni di marcia. Un esempio? Domenica scorsa, nel pomeriggio, da Dragogna a Capodistria, il tempo di percorrenza era quasi di due ore. I cittadini del Litorale sloveno quindi restano nei week end prigionieri delle proprie città una condizione che non potrà andare avanti ancora a lungo.
Da Capodistria a Lubiana
Ma non è che procedendo verso Nord e cioè da Capodistria a Lubiana ci sia da sorridere. Appena all’altezza del monte Nanos la A1 incrocia l’autostrada che giunge da Nova Gorica lungo la valle del Vipacco parte un infinita coda di Tir diretti chi verso le Caravanche e verso la Croazia che ora, entrata in Schengen, agevola il libero transito delle merci il che, per il trasporto è fondamentale in un settore dove è strategico il tempo di consegna.
E tutto ciò si blocca quando la A1 si inserisce sul ring di Lubiana, sempre trafficatissimo. Un po’ di respiro si ha solamente che dopo aver percorso la circonvallazione della capitale slovena verso nordest quando si arriva alla biforcazione per Maribor e le Caravanche e Zagabria.
Transiti in aumento
Il problema, di cui si stanno rendendo conto i politici a Lubiana sollecitati dal gestore autostradale Dars, è che tale situazione infernale si ripete sette giorni su sette senza soluzione di continuità. Prova ne è il 6% in più di transiti sulla rete autostradale slovena registrato quest’anno, mentre nell’imbuto che si crea dopo il tunnel di San Marco sul Litorale, lì l’aumento del traffico è stato registrato del 20%. Anche il sindaco di Capodistria, Aleš Bržan, ha avvertito per iscritto il primo ministro Robert Golob delle condizioni insostenibili nel comune di Capodistria. La situazione è ora al vaglio di un gruppo di lavoro coordinato dal ministero delle Infrastrutture.
L’ipotesi vignette notturne
E c’è anche chi, a fronte della pesante crisi propone, come il Partito democratico di Janša, di introdurre vignette notturne con il pedaggio dimezzato, per camion e autoveicoli. Pronto lo stop del governo che ha definito la proposta irrealizzabile e populista. La stessa Dars si è opposta. La Slovenia rappresenta solo una piccola parte della distanza percorsa dagli autotrasportatori stranieri e i magazzini, i negozi e gli impianti industriali generalmente non operano di notte. L'agenzia per la sicurezza del traffico è anche critica nei confronti della promozione della guida notturna, poiché si dice che stare al volante nelle ore notturne aumenta il rischio di incidenti stradali fino a sei volte.
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