Spese per la Difesa, il sì di Lubiana a un referendum sull’aumento
In Parlamento passa la proposta che spacca la maggioranza: no compatto del partito del premier

Una votazione su un tema che è andato assumendo sempre maggiore centralità nel dibattito politico in Slovenia, e che finisce di fatto per certificare una spaccatura politica all’interno della maggioranza. La votazione è quella che l’altra sera ha visto il Parlamento sloveno approvare, con 46 sì e 42 no, la proposta - avanzata dal partito di governo Levica/Sinistra - di indire un referendum consultivo sull'aumento dei fondi da destinare al settore Difesa.
È di qualche settimana fa la decisione dell’esecutivo guidato dal premier Robert Golob di innalzare da quest’anno al 2% del Pil le spese per il settore, con progressivi aumenti previsti fino al 2030, anno in cui è previsto si arrivi alla soglia del 3%.
Insieme a Levica - che da subito aveva manifestato la propria contrarietà - hanno votato nell’Aula di Lubiana i Socialdemocratici, terzo partito della coalizione, e i parlamentari dell'opposizione; mentre Movimento Svoboda/Libertà, il principale partito parlamentare, guidato da Golob, ha votato in maniera compatta contro. Non solo: lo stesso Movimento ha rilanciato con la proposta di indire un referendum consultivo sull'adesione della Slovenia alla Nato. Il tutto mentre anche la presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar è intervenuta ieri sul tema.
Con il referendum consultivo - non vincolante per i deputati - si vuole chiedere ai cittadini se siano favorevoli appunto all'aumento della spesa al 3% annuo.
Forte il dibattito che si è sviluppato in Aula sul tema. Se il leader di Levica, Matej T. Vatovec, ha parlato del referendum come di un «incentivo per noi ad avere un dibattito fondamentale sulla democrazia» e ha sottolineato l’ipotesi di spesa fino al 5% del Pil secondo «la volontà della Nato», il ministro della Difesa Borut Sajovic ha fatto notare fra l’altro che a essere profondamente mutata è la situazione geopolitica mondiale.
Da parte dell’opposizione intanto l’ex premier e leader del partito Sds Janez Janša ha fatto notare via X come i partiti della maggioranza restino comunque a far parte dello stesso governo: il movimento del premier Golob «sta dando la caccia agli elettori preoccupati per la sicurezza, mentre Sd e Levica stanno dando la caccia a coloro che si oppongono agli armamenti», ha scritto Janša secondo quanto riportato da Rtv Slovenija.
A farsi sentire è stato anche il premier Golob, che additando l’insensatezza del referendum ha osservato come ci siano soltanto «due strade possibili» sulla presenza della Slovenia nella Nato. Di qui appunto il rilancio del partito del premier con la proposta di consultazione popolare sulla permanenza nella Nato.
Su un tema che sta suscitando grande clamore a Lubiana è intervenuta ieri, come si accennava, anche la presidente della Repubblica slovena. Nataša Pirc Musar - come riporta ancora Rtv Slovenija - ha affermato di voler discutere dell’argomento con Golob per avere un quadro chiaro di quanto sta accadendo. Pirc Musar ha fatto notare la responsabilità di tutti richiesta su un tema di rilievo internazionale, sottolineando come vada peraltro mantenuta alta l’attenzione alla spesa per il sociale anche se aumenti quella per la difesa. —
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