Slovenia, servirà un altro voto per il via libera alla legge sul fine vita
Sospesi quattro articolati recentemente approvati dall’Assemblea nazionale: c’è anche quello sulla cannabis a uso terapeutico. Nuovo passaggio in aula

Un colpo di scena, che sconvolge i piani della maggioranza governativa – che tuttavia dovrebbe riuscire in tempi relativamente brevi a riaggiustare il giocattolo. È lo scenario che si sta sviluppando nella vicina Slovenia, dove la Camera di Stato – nel sistema bicamerale di Lubiana esercita funzioni consultive e di veto – ha deciso di “sospendere” le quattro leggi di altissimo valore etico e politico, approvate solo nei giorni scorsi dall’Assemblea nazionale, l’organo legislativo primario in Slovenia.
Leggi, ricordiamo, che riguardano temi-cardine, in particolare quelle sul fine vita volontario e sull’utilizzo della cannabis a scopi terapeutici, oltre alle norme, non meno rilevanti per i cittadini, su affitti a breve termine e sulla difesa degli animali.
Camera di Stato che ha però deciso di ricorrere al proprio diritto di veto, sospendendo le quattro leggi fortemente volute dalla maggioranza al potere, accogliendo così la petizione di un gruppo di consiglieri di Stato, che avevano sollevato dubbi sulle modalità di approvazione delle norme e sul presunto difetto di dibattito pubblico approfondito su temi etici divisivi.
In particolare, la legge sul fine vita toccherebbe corde etiche, sociologiche, filosofiche e morali radicate. Pertanto le decisioni su una materia così sensibile non dovrebbero essere riservate a poco più del 50% di sloveni che, nel referendum dello scorso anno, avevano sostenuto la necessità di legiferare sulla morte assistita.
Bisogna dunque prima interrogarsi tutti se la società slovena deve essere «a favore della morte anziché della vita», ha sottolineato il primo proponente del veto sospensivo, Danijel Kastelić. Veto che ha colpito anche la legge sull’utilizzo della cannabis a scopi medici e terapeutici.
In questo caso, ha informato l’agenzia di stampa slovena Sta, la maggioranza dei consiglieri ha valutato che le norme votate dai deputati andrebbero nella direzione opposta a quella voluta, non definendo nel dettaglio l’uso della cannabis e soprattutto non avendo interpellato prima del via libera esperti del settore, clinici e terapeuti.
La ghigliottina della Camera di Stato è calata anche sulle nuove norme sul settore turistico e sugli affitti a breve termine, perché andrebbero a limitare diritti costituzionali come quello «al diritto di proprietà» e alla «iniziativa economica privata». Bocciata, infine, anche la legge sui diritti degli animali, con i consiglieri che hanno espresso riserve in particolare sul fatto che svariate disposizioni sarebbero contrarie ai regolamenti e ai principi Ue.
Veti del Consiglio di Stato che rappresentano una battuta d’arresto importante, per il governo Golob. Ma non insuperabile. La bocciatura potrà essere infatti archiviata con un nuovo voto del Parlamento – già messo in agenda per giovedì prossimo su tre delle leggi ora congelate. Servirà tuttavia la maggioranza assoluta dei sì, ovvero da parte di 46 deputati.
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