La prima protesta dei lavoratori stranieri in Croazia: «Paghe ridotte»
I rider in piazza sotto la sede della piattaforma Wolt. Con loro i colleghi di Zagabria e il Nuovo Sindacato, chiesti interventi di legge

Prima o poi doveva succedere considerato il loro crescente numero tanto che, in base alle proiezioni, entro il 2030 rappresenteranno un quarto degli occupati della Croazia. Stiamo parlando dei lavoratori stranieri di cui si registra la prima protesta sindacale.
Nello specifico, una trentina di rider o fattorini in maggioranza di nazionalità nepalese e filippina (cui si sono aggiunti anche alcuni colleghi croati), della piattaforma Wolt che si occupa della consegna di cibo a domicilio, guidati dal Novi sindikat (Sindacato nuovo) hanno manifestato davanti alla sede aziendale, chiedendo un dialogo equo con la direzione e modifiche alla Legge sul lavoro che obblighino le piattaforme digitali alla contrattazione collettiva.
I rider denunciano un taglio delle entrate tra il 20 e il 30%, mentre il costo della vita (carburante, affitti, alimentari) continua a salire, e molti di loro lavorano anche 12 ore al giorno. Dicono di lavorare in condizioni di miseria dovendo anche pagare di tasca propria l’affitto di biciclette, scooter, zaini e altro. Non hanno né ferie né assistenza sanitaria. Come riporta la Televisione pubblica, un gruppo di rider ha provato a entrare nei locali della Wolt per chiedere un confronto diretto, ma non è stato ricevuto ufficialmente.
In precedenza uno degli organizzatori, Mladen Braljak, e il presidente del Nuovo Sindacato, Mario Ivekovic, avevano parlato ai microfoni tv. «Vogliamo trasparenza nei pagamenti», ha dichiarato Braljak. «In un anno, il compenso per consegna è calato del 40%. All’inizio guadagnavamo 1,92 euro per ogni consegna, ora 1,37. Chiediamo che la tariffa di partenza torni a 2 euro, con un pagamento di 40 centesimi al chilometro, e 60 per distanze superiori ai cinque chilometri».
Secondo Braljak, il vero problema è l’opacità: «Wolt imposta i compensi arbitrariamente, senza criteri chiari». Altro punto critico è il taglio dei bonus che un anno fa erano il doppio rispetto a oggi.
Secondo Tomislav Kis, segretario generale del Nuovo Sindacato, gli aggregatori, che sono società intermediarie, violano sistematicamente i diritti dei lavoratori. Trattengono commissioni elevate, li assumono a salario minimo indipendentemente dal fatturato. Da parte sua, la direzione della Wolt ha risposto con una nota ufficiale respingendo le accuse a suo carico.
Ora i rider della Wolt appoggiati dal sindacato chiederanno la modifica dell’articolo 212 della Legge sul lavoro, che riguarda i lavoratori delle piattaforme digitali, affinché sia la piattaforma stessa e non gli intermediari, a rispondere delle condizioni economiche dei propri lavoratori. Ricordiamo infine che al momento sono circa 120 i lavoratori stranieri regolari in Croazia, impiegati per lo più nell’edilizia e nel turismo. Ma si vedono sempre più spesso anche nei supermercati.
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