Zeno D’Agostino al timone del gruppo Technital: «Esporterò qui il modello Trieste»
L’ex numero uno dell’Autorità portuale è stato nominato presidente del gruppo di ingegneria di Verona. «E’ un ritorno a casa»

Zeno D’Agostino, dopo un periodo di relax con la famiglia in montagna, ha deciso il suo futuro professionale. Il top manager che ha rilanciato il porto di Trieste ha accettato l’incarico di presidente operativo della veronese Technital, una trentina di milioni di fatturato, una delle più rilevanti società di progettazione e ingegneria del Nord Est con sedici filiali all’estero.
Subentra dopo il lungo regno di Alberto Scotti (ex amministratore delegato e poi presidente) che lascia dopo 38 anni di gestione e resta vicepresidente. Un salto della barricata dal settore pubblico a quello privato che il manager veronese interpreta come una nuova sfida professionale senza allontanarsi troppo dal mondo della portualità.
Per D’Agostino è un ritorno a Verona, la sua città, dopo molti anni: «Sono contento di questa nuova avventura professionale -racconta-che mi riavvicina a casa e alla famiglia. Affronto questo incarico con lo stesso spirito innovativo che ho avuto nel settore pubblico, in una realtà leader del settore ingegneristico, con importanti progetti in tutti i continenti, attiva nel mondo della portualità e delle infrastrutture di trasporto».
«D’Agostino – riporta una nota di Technital– ha vasta esperienza nazionale e internazionale e darà un nuovo impulso allo sviluppo della società, nella continuità e in aderenza alle nuove esigenze del mercato dell’ingegneria».
Technital è una società internazionale leader nella logistica, trasporti, ferrovie e portualità ma anche grande idraulica e infrastrutture: l’azienda copre l’intera gamma di servizi, dalla pianificazione e studi di fattibilità fino alla progettazione esecutiva, direzione lavori e assistenza tecnica: «Mi interessa molto operare in una impresa con un profilo internazionale. A Verona potrò sfruttare l’esperienza e le competenze maturate in anni di lavoro nel mondo della logistica e dei sistemi portuali», chiarisce D’Agostino, che qualche anno fa (era il 2020) era stato inserito nella classifica stilata da Forbes Italia dei 100 migliori imprenditori e top manager italiani.
La sede principale di Technital è a Verona mentre l’organizzazione all’estero comprende 16 tra filiali e controllate in Algeria, Armenia, Bosnia & Herzegovina, Croazia, Gibuti, Georgia, Kenya, Kossovo, Iraq, Qatar, Tanzania, Trinidad & Tobago, Tunisia, Uruguay e Zambia e un numero di uffici locali che cambia continuamente secondo i progetti internazionali in corso. La società sta cercando di investire molto anche in termini di riduzione dell’impatto ambientale delle opere.

Basti ricordare che, fra le opere strategiche, l’azienda ha curato fra l’altro la progettazione della diga foranea di Genova e del Mose per la difesa di Venezia dall’acqua alta. Technital ha partecipato anche alla progettazione di altri importanti progetti infrastrutturali come il cosiddetto ribaltamento a mare di Sestri Ponente (la realizzazione del nuovo maxi-bacino per il cantiere navale genovese di Fincantieri).
D’Agostino peraltro conosce bene il core business della nuova azienda. A Trieste ha interpretato con una visione nuova l’integrazione fra porto e industria rilanciando lo scalo come un modello nazionale: qui ha creato un network ferroviario europeo e intermodale, lanciato il piano da 1,3 miliardi per il “cold ironing” (le banchine elettriche per le navi) e posto le basi per nuovi insediamenti industriali: «Un porto non è solo traffici ma anche, ad esempio, infrastruttura sottomarina. Credo di poter mettere questa mia esperienza al servizio del nuovo incarico puntando molto sull’innovazione».
D’Agostino dopo la lunga esperienza triestina mantiene così la promessa di «non andare a fare il presidente in nessun altro porto». Torna così nel mondo dell’industria privata uno dei manager pubblici più stimati che conferma di avere ricevuto negli ultimi mesi «varie offerte». Non a caso è stato accreditato in pole position per svariati incarichi: dalle Ferrovie dello Stato fino alla guida di quell’organo di coordinamento centrale dei porti cui il governo starebbe pensando da tempo.
Nei nove anni al vertice dell’Autorità portuale triestina (due come commissario straordinario e poi come presidente), che ha lasciato qualche mese prima della scadenza, D’Agostino ha goduto di un consenso bipartisan nel mondo politico ma anche fra le categorie produttive e le parti sociali. Tanto che ci fu una sorta di moto popolare di protesta quando nel 2020 un provvedimento Anac, poi annullato dal Tar, sembrò costringerlo all’abbandono dell’incarico anzitempo.
D’Agostino spiega che valuterà nei prossimi giorni con le autorità di Bruxelles la compatibilità del nuovo incarico con la presidenza di Espo, associazione delle autorità portuali europee, con il suo mandato che scadrà a novembre.—
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