Vola l’industria nautica balzo dell’export Fvg con i big dei super-yacht
Il report di Confindustria diffuso all’inaugurazione del Salone di Genova fotografa un settore in piena espansione tornato sui livelli pre-pandemia

L'industria nautica italiana, con un fatturato globale di 7,33 miliardi di euro (+20% rispetto al 2021) va a gonfie vele. È quanto emerge dal report sul settore pubblicato dall'Ufficio Studi di Confindustria Nautica in collaborazione con Fondazione Edison e presentato durante l'inaugurazione della 63esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova: «Il perdurare dell'incertezza globale a livello economico e politico, che potrà portare in futuro a una normalizzazione dei tassi di crescita del settore, non ha smorzato il vento favorevole alla produzione cantieristica nautica tricolore, che ha continuato a soffiare soprattutto nei superyacht, di cui i cantieri italiani rappresentano il 50% degli ordini mondiali, nonchè nella nautica di media dimensione», si legge. Una sfida, quella dei super-yacht, che in questa regione vede la presenza di big come Solaris e Beneteau.
L'Italia si conferma così primo Paese esportatore mondiale di barche e super-yacht con un massimo storico di oltre 3,5 miliardi di dollari, che valgono una quota globale pari al 18,3% (l'88% della produzione cantieristica nazionale è diretta all'estero). Il comparto delle barche e yacht con motore entrobordo è nel nostro Paese il più rilevante in termini di valori esportati: quasi 3,2 miliardi di dollari corrispondo a quasi il 90% dell’intero settore della cantieristica nautica italiana.
Per il settore industriale della nautica da diporto italiana, che comprende il comparto degli accessori e quello dei motori marini, il 2022 è stato così l’anno dei record. E il 2023, secondo quanto emerge dai portafogli ordini dei grandi gruppi, potrebbe riservare una crescita ulteriore.

L’occupazione nel settore è cresciuta dell’8,8%: la nautica impiega complessivamente e direttamente oltre 26.000 lavoratori dipendenti (contro i 24.000 dell’anno precedente). L’export ha raggiunto il valore dei 4,8 miliardi (+20,7% sul 2021) contribuendo al Pil nazionale per 6,17 miliardi (+19,9%). In questa fase espansiva i mercati tradizionali sono sicuramente quelli che hanno registrato i più interessanti tassi di crescita nel 2022 rispetto all'anno precedente: fra le nazioni extra-Ue, gli Stati Uniti consolidano il loro primato di principale importare di unità da diporto prodotte in Italia (+57%) mentre il Regno Unito passa al secondo posto con un raddoppio dell'import (+108%). In Unione europea sono significative le crescite, nell'ordine di valore di import, di Francia (+18%, ora terzo Paese importatore a livello globale), Spagna (+19%), Cipro (+92%) e Croazia (+141%).
Le stime di crescita sono confermate anche per il Friuli Venezia Giulia che conta 67 aziende attive nel settore delle unità da diporto, sparse su tutto il territorio regionale e che coprono quasi tutta la filiera, dalla progettazione e costruzione del mezzo alla componentistica e impiantistica. Anche in Friuli Venezia Giulia il settore navi e imbarcazioni, più in generale, ha contribuito in maniera sostanziosa a quel +20% registrato sul fronte dell’export soprattutto grazie alla cantieristica.Se guardiamo ai posti barca, ossia alla capacità delle strutture portuali di accogliere le imbarcazioni, in Italia se ne contano oltre 166 mila, dato stabile rispetto allo scorso anno. La regione con il più alto numero di posti è la Sardegna (21.709), seguita dalla Liguria (21.687). In regione sono una cinquantina le infrastrutture portuali con 13 porti turistici e 15.560 posti barca.
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