Ve.Ca, la plastica che resiste al tempo: 9 milioni di pezzi in tutta Europa
Fondata nel 1988 ad Albettone, ha raggiunto i 28 milioni di fatturato nel 2024: «Tutte le decisioni le prendiamo insieme»

Dalla produzione di articoli per il giardino ai casalinghi, per un totale di circa 9 milioni di prodotti stampati all’anno. Comun denominatore: la materia prima, 100% plastica, «leggera e facile da trasportale, durevole e quanto di più lontano dall’idea di usa e getta».
Riassume così la filosofia di Ve.Ca Veneta Casalinghi il vicepresidente Mauro Frigo, figlio del fondatore dell’azienda nata nel 1988 nel piccolo Comune di Albettone tra i Colli Euganei e i Colli Berici, da sempre specializzata in articoli per la casa in plastica.
Dai 500 metri quadrati iniziali, oggi l’azienda si estende su 30mila mq e nel 2024 ha fatturato 28 milioni di euro, «registrando ricavi in calo, ma con utile stabile», racconta Frigo. «Se da una parte abbiamo subito una flessione delle vendite determinata dagli sbalzi del meteo nel settore garden che per noi vale il 60% dei ricavi, dall’altra sono aumentati gli ordini dei casalinghi. Le persone continuano a comprare oggetti utili, come bicchieri di plastica e contenitori per portarsi il cibo in ufficio. Ma anche insalatiere, spremiagrumi, tutto ciò che serve in cucina. Molti dei nostri articoli conquistano il mercato perché pratici e particolarmente accessibili, al costo di qualche euro, alcuni sotto l’euro».
Ed ecco un altro punto in comune: la produzione è tutta made in Veneto, tra le province di Vicenza e Padova. «Non abbiamo mai pensato di delocalizzare, perché vogliamo mantenere il controllo diretto sulla qualità e la distanza, oltre ai costi dei trasporti, creerebbe degli ostacoli». Ecco la formula: «Produciamo internamente parte degli articoli, come le nuove linee di arredo giardino, dai divani alle lampade. Prodotti che, pur costituendo oggi solo circa il 5 % del fatturato, sono in crescita per numero di ordini», spiega il vicepresidente. «Nella nostra sede di Albettone sviluppiamo inoltre tutti i prodotti, grazie al lavoro di 127 dipendenti, in una sede di 30mila mq. Una volta approvati, ne produciamo solo una parte internamente. Commissioniamo la restante ai terzisti della zona». Una formula che garantisce ambia flessibilità operativa e minimizza i rischi determinati dall’oscillazione del mercato: «In media abbiamo 5 stampatori che lavorano per noi stabilmente, ma nei periodi di alta stagione, quando abbiamo picchi di richieste, contattiamo tutti gli stampatori che conosciamo in zona e, appena troviamo una macchina libera, la occupiamo».
In azienda è attiva la terza generazione e il modello di governance è quello di un’azienda familiare: «Mia figlia Alice segue il reparto stampaggio per divani da esterno. Tutte le decisioni vengono prese insieme al mio socio Bruno Vallarsa, presidente e Ceo, e con gli altri soci della famiglia Vallarsa», spiega Frigo, che detiene il 47% delle azioni e ricopre il ruolo di responsabile della sicurezza. Riavvolgiamo il nastro: il fondatore Bruno Frigo, dopo la costituzione dell’azienda nel 1988, ha fatto società con l’amico Attilio Vallarsa. Poi sono subentrati i figli che hanno rinnovato il sodalizio.
«Non abbiamo manager esterni, andiamo d’accordo e le scelte strategiche condivise hanno funzionato. Tra queste, c’è la diversificazione. Oltre al garden e al casalingo che insieme fanno il 90% delle vendite, stiamo investendo sull’arredo giardino e lavoriamo conto terzi, per aziende dell’arredo di target alto. Lavoriamo anche per l’hotellerie, ma la fetta più grande è quella delle vendite retail: da circa 7 anni abbiamo scelto di saltare l’anello dei grossisti e di avere rapporti diretti con i punti vendita, altra scelta che si è rivelata vincente per evitare incognite e coprire al meglio il territorio». Il mercato? «Italia ed Europa, con export del 40%. Ci stiamo muovendo per conquistare nuovi spazi, sviluppando articoli appetibili nelle forme e nei colori per i consumatori stranieri».
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