Vino: uve giù del 6,5% ma i volumi sono elevati e i prezzi stabili

Pur registrando una riduzione del 6,5% su base annua, la produzione italiana di uve di vino ha toccato i 70 milioni di quintali, valore superato nell'ultimo decennio solo nel 2016 e nel 2018. Lo rilevano Unioncamere e Bmti in un'analisi sul mercato delle uve da vino

ROMA. Nonostante una vendemmia in calo rispetto al 2018, il mercato delle uve da vino ha mantenuto prezzi stabili, con diverse eccezioni. In alcuni casi, infatti, si sono osservati ribassi per alcune uve venete (Amarone, Prosecco) e piemontesi (Dolcetto, Nebbiolo).

Pur registrando una riduzione del 6,5% su base annua, la produzione italiana di uve di vino ha toccato i 70 milioni di quintali, valore superato nell'ultimo decennio solo nel 2016 e nel 2018. Lo rilevano Unioncamere e Bmti in un'analisi sul mercato delle uve da vino, nel precisare che l'ampia produzione unita alle cospicue giacenze nelle cantine spiegano l'assenza di aumenti dei listini. Emerge così un forte calo per i prezzi delle uve venete, con -21% per la produzione di Amarone e Recioto Doc, -14% per le uve Glera del Prosecco Doc e -18% per quelle del Prosecco Docg Conegliano-Valdobbiadene.

Continuano a cedere del 3%, dopo il forte ribasso del 2018, anche le uve del Franciacorta, del Dolcetto d'Alba (-4%) e del Langhe-Nebbiolo (-26%); tengono, invece, i listini delle uve del Barbera d'Asti Docg. Tra le uve destinate ai grandi rossi toscani, prezzi stabili per il Brunello di Montalcino e Nobile di Montepulciano, mentre segnali di consolidamento sono per il Chianti Classico (+2%), ma non per il Chianti Docg (-21%). Aumenti considerevoli si sono osservati, infine, in Emilia Romagna per le uve da Lambrusco Doc (+48%) e in Abruzzo per produrre Montepulciano d'Abruzzo (+27%) e Pecorino (+2%).

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