«L’intelligenza artificiale non sostituirà l’uomo nel lavoro in acciaieria»

A Udine l’evento “Impresa futuro”, progetto congiunto di Confindustria Udine e di UniUd in collaborazione con iNest sulla siderurgia del 2050. Il presidente Pozzo: vinciamo le sfide della manifattura con il sacrificio. Mareschi Danieli: in fabbrica ormai i tecnici al posto degli operai

Maurizio Cescon
I partecipanti al convegno di Confindustria Udine sulla siderurgia del 2050
I partecipanti al convegno di Confindustria Udine sulla siderurgia del 2050

Materie prime, energia, decarbonizzazione, nuove tecnologie, innovazione, formazione del capitale umano. Il tutto in un contesto caratterizzato da una grande volatilità, tensioni e incertezze a livello mondiale.

Ecco le priorità della siderurgia, e più in generale dell’intera manifattura italiana e del Nord Est, da oggi al prossimo quarto di secolo, con una visione che traguarda il 2050.

Se ne è discusso venerdì sera nella torre di Santa Maria di Confindustria Udine con imprenditori, politici, esperti, professori universitari nell’ambito di “Impresa futuro”, il progetto congiunto di Confindustria Udine e di UniUd in collaborazione con iNest , per interpretare le trasformazioni industriali e sociali che attendono il settore.

È stato il presidente degli industriali friulani Luigino Pozzo a mettere sul tavolo una serie di temi e di spunti di discussione. «Siamo nella fase della post globalizzazione - ha detto - oggi siamo a tutti gli effetti in un periodo di competizione con i Paesi asiatici. E noi abbiamo un lungo elenco di sfide da affrontare. Penso alle infrastrutture da modernizzare, al gap tecnologico, alla formazione, all’intelligenza artificiale, alle materie prime, al calo demografico, ai dazi, alla costruzione, finalmente, di una grande Europa unita. Per vincere queste sfide ci vorrà, da parte di tutti noi, il sacrificio. Esattamente ciò che dimostrarono i fondatori di Confindustria Udine, proprio 80 anni fa, subito dopo la fine della guerra».

Dopo i saluti del rettore di UniUd Roberto Pinton e del sindaco della città Alberto Felice De Toni («in Friuli c’è stato uno sviluppo meraviglioso dell’industria dell’acciaio»), ad animare il dibattito è stato il presidente della Regione Massimiliano Fedriga che ha rimarcato la necessità di fare squadra, di saper comunicare con trasparenza agli abitanti di un territorio perché si sta realizzando una determinata infrastruttura, quale visione c’è dietro un investimento e a cosa serve. Altrimenti, chi protesta per partito preso ha sempre gioco facile».

Dopo la presentazione dello studio da parte del professor Angelo Montanari e l’intervento di Mariapia Comand, responsabile del Digital Storytelling Lab di UdiUd, è stata la volta della tavola rotonda, moderata dal vicedirettore dei quotidiani di Nord Est Multimedia - che pubblica anche il Messaggero Veneto e il Piccolo - Paolo Mosanghini e alla quale hanno partecipato il presidente nazionale di Federacciai Antonio Gozzi, il ceo di Danieli Giacomo Mareschi Danieli e il presidente del Consorzio iNest Franco Bonollo.

«Non esiste una siderurgia al mondo così decarbonizzata come quella italiana visto che produciamo l’85% dell’acciaio da forno elettrico», ha sottolineato Gozzi.

«La siderurgia europea - ha aggiunto - è messa alla prova da regole ambientali sempre più stringenti che rischiano di colpire le imprese europee più di quelle concorrenti. In questo contesto, il costo dell’energia è un fattore cruciale, e il nucleare deve tornare a far parte del mix energetico. Preoccupa il protezionismo Usa e l’instabilità geopolitica, ma ancor di più il modo in cui l’Europa prende decisioni: troppe correzioni di rotta, troppa incertezza. Serve chiarezza su chi definisce l’agenda a Bruxelles».

Giacomo Mareschi Danieli, dopo aver evidenziato come «per il nostro gruppo il territorio è fondamentale, e la mentalità dei friulani ce l’abbiamo nel Dna», si è soffermato sul futuro del lavoro in acciaieria.

«Già oggi nei nostri stabilimenti i tecnici altamente specializzati, i supervisori di macchine complesse - ha affermato - hanno sostituito gli operai. Le competenze che hanno tanti giovani sono davvero elevate. Non credo poi che l’intelligenza artificiale potrà sostituire le persone, in questo momento non è così affidabile: un solo piccolo errore può compromettere giornate di produzione». «Sostenibilità e digitalizzazione - ha concluso Bonollo - sono alla base della competitività del settore siderurgico. Necessario quindi valorizzare la capacità di lavorare in rete». —

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